L'Inter di Cristian Chivu è arrivata alla sosta per le Nazionali prima in classifica in coabitazione con la Roma dell'ex Gasperini. I due hanno lavorato insieme durante la breve e infelice esperienza in nerazzurro per il sessantasettenne tecnico di Grugliasco. Chivu era in campo nel settembre 2011 quando la Beneamata crollò a Novara, sconfitta che indusse Massimo Moratti a esonerare quel tecnico proveniente dal Genoa che voleva giocare con la difesa a tre, in quell'epoca considerata un'eresia dal mondo Inter.

Di acqua ne è passata sotto i ponti. Il Gasp, dopo una parentesi al Palermo e il ritorno per tre anni a Genova, ha guidato splendidamente l'Atalanta per nove stagioni, portando la Dea in Champions League e alla conquista dell'Europa League, stritolando nella finale di Dublino, grazie alla tripletta di uno scatenato Lookman, un Bayer Leverkusen imbattibile nel 2023-24 sino a quella gara. All'Inter, con il tempo, la linea a tre in difesa è diventata marchio di fabbrica per i sei anni passati al vertice, prima con Antonio Conte e poi con Simone Inzaghi. Anni conditi da due scudetti, svariate coppe nazionali e due finali di Champions League, oltre a una di Europa League.

Chivu continua ad adottare la difesa a tre, anche se non la considera dogma assoluto, anzi. Il quarantacinquenne tecnico romeno, solo tredici panchine di serie A alla guida del Parma prima del grande salto su quella della Beneamata, ha saggiamente deciso di continuare il percorso, sia per quello che la società gli ha messo, o non gli ha messo a disposizione in sede di mercato, sia per non stravolgere concetti mentali che offrono comunque garanzie di competitività. Cristian Chivu si è distinto però per alcune variazioni sul tema che, al momento, fanno capire come il tecnico romeno possa essere annoverato, in breve tempo, tra i top del mestiere. L'aggressione alta sul portatore avversario (rivedere in proposito il pallone rubato a Isaksen in occasione del gol di Lautaro in Inter-Lazio), la ricerca di maggiore verticalità e meno giro palla da una parte all'altra del campo, maggiore varietà tra il coinvolgimento degli esterni e l'attacco per vie centrali.

L'Inter di Chivu è quindi uguale e nello stesso tempo diversa rispetto al recente passato. Questione di sfumature dettate da intuizioni da parte di chi l'Inter la conosce come le sue tasche e ha grande passione per il suo lavoro. L'altra nota positiva, che fa la differenza, è come la proposta sia stata sposata con entusiasmo dalla rosa nerazzurra e in special modo dai cosiddetti senatori che riconoscono la leadership del loro giovane tecnico. Chivu è credibile, è intelligente, comunica splendidamente, trasmette empatia ed è tanto interista. I giocatori lo vedono come uno di loro sapendo quello che il romeno abbia fatto in campo indossando il nerazzurro, ma nello stesso tempo hanno imparato in pochissimo tempo a rispettarlo come loro superiore. Lui cerca di coinvolgere tutti e tutti, a parte un paio casi, si sentono titolari anche se esiste uno scheletro di formazione base, come giusto che sia.

Questa Inter che dopo undici giornate comanda la classifica insieme alla Roma dell'ex Gasperini, è forte, ma non perfetta. In campionato ha già perso tre volte, i troppi gol incassati denotano difetti anche strutturali che forse sarà difficile correggere definitivamente. Manca ancora una letale capacità di chiudere le partite quando si è in vantaggio, per improvvisi cali di concentrazione. Ma la squadra segna comunque molto, più di tutte e gioca con impegno ed entusiasmo. In Champions League sinora l'Inter ha solo vinto, incassando una sola rete in quattro gare disputate, certamente contro squadre nettamente inferiori. Con dodici punti all'attivo si può però guardare con fiducia alle prossime sfide europee, sicuramente più impegnative, con Atletico Madrid, Liverpool, Arsenal e Borussia Dortmund.

Domani a San Siro scenderà nuovamente in campo la Nazionale contro la Norvegia nell'ultima gara di qualificazione mondiale. Dopo la fischiata vittoria maturata nel finale della trasferta in Moldova, gli azzurri dovrebbero vincere per 9-0 per scavalcare gli scandinavi in classifica ed evitare i temuti playoff. Fantascienza. Ma cercherà la sua prima rete nello stadio di casa quel Pio Esposito andato a segno con un bel colpo di testa giovedì contro i moldavi. Azzurro e nerazzurro stanno bene insieme. Poi il Tempio riaprirà le porte per il super derby di domenica 23. Iniziamo a contare i giorni.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 15 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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