Dal palco dello Sport Industry Talk alla RCS Academy, il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta ha parlato del rapporto con il Milan, del nuovo stadio e delle prospettive del calcio italiano, a pochi giorni dal derby.

"Saranno quasi 23 ore al giorno da amici, poi per un’ora e mezza saremo nemici, ma solo sportivamente", ha esordito Marotta, sottolineando il clima di sana rivalità con i rossoneri nel nuovo percorso condiviso verso un impianto moderno: "Lo sport dà questo spaccato di antagonismo che genera emozioni diverse: vittoria, sconfitta, pareggio. È la caratteristica più forte di questo derby, che per la prima volta giocheremo da proprietari di San Siro. È un fatto storico che apre la strada a un percorso nuovo e innovativo. Mi auguro sia uno spot non solo per Milano e per l’Italia, ma anche a livello mondiale. Sono certo che offriremo uno spettacolo adeguato".

Sul progetto del nuovo impianto, Marotta ha evidenziato il valore strategico dell’opera:
"Avere uno stadio moderno, sicuro e confortevole rappresenta un asset patrimoniale fondamentale per entrambe le società. Oggi il Milan incassa 81 milioni, noi 87. In Germania quelle cifre raddoppiano. Florentino Pérez mi ha detto che il Real Madrid è a 200 milioni e punta a 500 col Bernabéu. Questo gap va colmato".

Marotta ha poi aggiunto che la nuova struttura non sarà "una cattedrale nel deserto", ma un'icona architettonica e un punto di riferimento per la città:
"Siamo grandi romantici in Italia, ricordiamo la storia ed è giusto farlo. Ma il romanticismo deve andare di pari passo con l’innovazione. Wembley è stato demolito nonostante fosse un’icona assoluta, e senza la polemica che abbiamo vissuto noi".

Sulla rinuncia all’attuale San Siro, Marotta è stato chiaro:
"Dobbiamo vivere il passato come un contenitore di valori, da mantenere in altre forme. Stamattina ho partecipato a una cerimonia con Legends come Vieri, Altobelli, Bedin: valori da custodire, ma le strutture devono essere moderne. San Siro oggi non può più assolvere a questi compiti".

Il presidente nerazzurro ha poi affrontato il tema della sostenibilità del sistema:
"Negli ultimi 25 anni sono fallite 180 società professionistiche, il 90% in Lega Pro. È il segno che avere 100 squadre professionistiche in Italia non è sostenibile".
"Bisogna garantire infrastrutture adeguate. Stadi e centri sportivi sono carenti. Io metterei un obbligo ai club: costruire centri di allenamento moderni. E poi lavorare sulla competenza degli allenatori, aumentando l’aspetto didattico".

Sulle possibilità dell’Italia di qualificarsi al Mondiale, Marotta manda un messaggio chiaro:
"Siamo in un momento delicato. Faccio un assist a Gravina: dobbiamo stare uniti perché andare ai Mondiali è fondamentale. Non è colpa dell’allenatore o della Federazione: i valori dei nostri giocatori sono diversi rispetto agli anni ‘80, ‘90 o 2000".

Sul derby di domenica, il presidente nerazzurro non ha nascosto qualche preoccupazione legata ai rientri dalle nazionali:
"Spero che la squadra stia bene. È un problema dover giocare partite così importanti subito dopo le nazionali. Gli ultimi giocatori sono arrivati stamattina e non so in che condizioni siano. Lautaro è andato a giocare un’amichevole in Angola… Peccato che per un’occasione così importante le squadre siano condizionate".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 20 novembre 2025 alle 15:16
Autore: Milano Redazione FcInterNews.it
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