Oggi il sorteggio deciderà il cammino dell'Italia nei playoff per l'accesso ai Mondiali, rassegna dalla quale gli azzurri mancano dal lontano 2014. Fabio Capello ne parla alla Gazzetta dello Sport.

Gli azzurri meritano i playoff?
"Gattuso ha preso in mano la squadra dopo le prime due partite del girone, ha centrato delle vittorie ed è riuscito a dare un po’ di spirito alla squadra. Non abbiamo visto grande gioco o grande personalità, la sconfitta subita contro la Norvegia aveva lasciato un segno ai giocatori. Però Gattuso ha fatto ciò che doveva e questo è importante. Con la Norvegia ci siamo ancora una volta inchinati e questo ci obbliga a pensare alle nostre reali capacità. Ho sentito ciò che Rino ha detto alla squadra dopo la partita...".

Che deve capire di essere forte?
"Sì, una cosa giustissima per far sì che ci sia più convinzione nel gruppo, perché sono delle partite che si vincono con convinzione e non con demoralizzazione immediata come contro la Norvegia. Ci vuole questa scossa".

Quindi i playoff sono giusti alla luce di quanto visto?
"Sì, la Norvegia sarebbe stata una sorpresa per tutti. Non dico che possa vincere il Mondiale, però ha valori veri, nel senso di squadra e qualità. C’è un fenomeno, Haaland, e loro sapendo di avere un fenomeno... Mi ricorda un po’ quando in Nazionale c’era Gigi Riva: buttavi la palla là in mezzo e ci pensava lui. Insomma, è un punto di riferimento e dà tranquillità. Poi nell’ultima giornata, senza pressioni, ha giocato diversamente perché la pressione fa venire il braccetto".

Adesso rischiamo di fallire il terzo Mondiale di fila...
"Dovremmo anche darci delle risposte...".

Siamo ormai una “ex grande” o è soltanto un momento buio?
"L’Europeo vinto con Mancini nel 2021 è stato un’illusione e non qualificarci per il terzo Mondiale sarebbe bruttissimo per l’Italia, impensabile. Il problema è che guardi la Nazionale e ci sono pochi calciatori della Juventus, pochi del Milan, pochi delle big che hanno sempre creato una mentalità e uno spirito top. E tutto dipende sempre dalla qualità dei giocatori".

E l’Italia in questo fatica...
"Adesso non abbiamo grandi campioni, quindi l’aspetto più importante è creare la mentalità del gruppo, ma è difficile: storicamente l’Italia è andata avanti nei grandi tornei quando ha avuto un gruppo solido di una squadra. Invece ora siamo un po’ frammentati, ogni calciatore arriva da realtà differenti".

Possiamo affrontare Svezia, Romania, Macedonia o Irlanda del Nord. Quale preferirebbe?
"Preferirei ancora la Macedonia, anche solo per rivincita, per l’esperienza del 2022".
 

Sezione: Copertina / Data: Gio 20 novembre 2025 alle 11:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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