Forse quella contro il Cska Mosca era la sconfitta più annunciata, per quanto sia arrivata solo nei minuti conclusivi e al termine di un match decisamente sfortunato per l'Inter. Si è trattato del 9° k.o. della formazione nerazzurra in questa stagione, un bilancio a dir poco deprimente che reclama urgenti interventi. I primi arriveranno dall'infermeria e, grazie al cielo, forse già sabato contro la Fiorentina rivedremo giocatori importantissimi come Sneijder e Maicon, le cui assenze si sentono eccome. Poi, dal 3 gennaio, è lecito attendersi qualche nuovo innesto che dia freschezza al gruppo, evidentemente logoro e indebolito da malanni fisici, peso degli anni e calendario frenetico. I nomi che circolano sono tanti, ma molti nascono più sulle pagine dei giornali che durante i summit della dirigenza.

Come molti tifosi dell'Inter, però, sono rimasto alquanto sorpreso dell'ormai prossimo trasferimento al Milan di Carlos Tevez, non certo un fenomeno ma un attaccante in grado di fare la differenza. Capisco che la scorsa estate un cartellino da 45 milioni era proibitivo per tutti, ma la a realtà attuale imponeva una decisione rapida e per il bene della squadra: Tevez in rottura prolungata con il City e occasione in saldo per rinforzarsi. E invece, l'Apache va a rinvigorire l'attacco del Milan, che perso Cassano si è mosso come meglio non avrebbe potuto. Mi chiedo: classifica davanti agli occhi, a chi sarebbe servito l'ormai ex Manchester City? Risposta scontatissima, realtà inspiegabile.

La sconsolante sensazione nata sulle pagine dei giornali è poi diventata realtà prima dell'impegno di Champions, quando Moratti ha ammesso di aver pensato a Tevez ma di aver mollato la presa per questioni economiche: "Non ho rimpianti perché i termini proposti al Milan, che sono gli stessi proposti a noi, non li riteniamo accettabili". Frase durissima da accettare. Anche perché Galliani dopo aver trovato l'intesa con l'agente ha sbandierato ai quattro venti che il giocatore, pur di venire al Milan, ha rinunciato a parecchi soldi. Peccato che prima di dire sì ai rossoneri l'Apache aveva pensato all'Inter, quindi l'a.d. di via Turati non si esalti più di tanto, il Milan è solo una scelta di ripiego.

Resta il fatto che i 'cugini' si possono permettere certi termini economici e noi no. Ergo, il FFP interessa solo a una metà di Milano, giusto? Oppure il nostro bilancio e potere economico è decisamente inferiore rispetto al club rossonero, che comunque di ingaggi ricchi ne paga come noi? Mistero. O forse no. Diciamo che il FFP è un regolamento serissimo, ma solo per chi ha l'ambizione di disputare le coppe europee. E di questo passo i nostri sacrifici saranno inutili. Le dichiarazioni del presidente sull'operazione Tevez sono una sorta di ammissione di impotenza finanziaria. Abbiamo poco da spendere, è lapalissiano, e neanche un campione a prezzi di saldo è alla nostra portata. Perciò, cosa dovremmo attenderci a gennaio nella campagna di rafforzamento? Temo che i nostri 'acquisti' principali saranno quelli che l'infermeria ha trattenuto più del dovuto durante un periodo critico. O poco di più.

Sognare il fuoriclasse è ormai fuori luogo, non ci resta che auspicare l'arrivo di gente motivata, fresca e fisicamente all'altezza, che possa contribuire alla risalita. L'epoca dei grandi acquisti sembra ormai finita, e il FFP è solo uno dei motivi per cui ci si trova in questa condizione di ristrettezze finanziarie (eticamente corretta, ma con l'etica non si vince). Mi spiace soprattutto perché altrove noto investimenti seri od operazioni intelligenti, che comunque richiedono esborsi. Per questo mi chiedo come mai solo l'Inter si trovi in questa situazione di deficit che impone risparmi su tutto. E ripensando alla sconfitta contro il Cska, mi tormenta un pensiero: non è che il mancato introito di 800 mila euro per la vittoria nel match 6 del gruppo B di Champions ci costringerà a cambiare nuovamente strategie di mercato? Provocazione? Forse...

 

P.S. - Ovviamente, mi auguro di essere smentito a gennaio, ma se così non fosse credo di interpretare il pensiero di molti tifosi dell'Inter se chiedo alla società di comunicare chiaramente quali sono le sue intenzioni e i progetti. Se ridimensionamento deve essere, almeno che si sappia e ci si metta il cuore in pace. La ricostruzione è una soluzione, pur se richiede pazienza. Ma è giusto nei confronti dei tifosi non girarci troppo intorno e inviare il messaggio chiaro anche all'esterno...

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Gio 08 dicembre 2011 alle 14:15
Autore: Fabio Costantino
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