Rialzarsi immediatamente, dopo l’eliminazione dalla Champions. Questo l’obiettivo dell’Inter di Antonio Conte, impegnata al Franchi di Firenze. Con un unico cambio, dal 1’, rispetto alla gara contro il Barcellona: Godin lascia spazio a Bastoni nel terzetto difensivo completato da De Vrij e Skriniar. D’Ambrosio e Biraghi sugli esterni, Brozovic in cabina di regia, Lukaku-Lautaro davanti. 3-5-2 anche per la Fiorentina di Vincenzo Montella, che si affida alla coppia Chiesa-Boateng in attacco. Pezzella al centro della difesa, Lirola e Dalbert ‘quinti’ di centrocampo. Linea mediana è composta da Pulgar, Badelj e Castrovilli.

PRIMO TEMPO - Superiorità numerica del terzetto difensivo nei confronti di Chiesa e Boateng, smarcamento di Brozo alle spalle dei due attaccanti viola, e allargamento delle mezzali, caratterizzano una costruzione dal basso ospite fluida ed efficace. Bastoni e Borja Valero gli interpreti maggiormente ‘liberi’ e coinvolti, per una catena mancina protagonista in un inizio gara a tinte nerazzurre. Culminato nel gol del vantaggio firmato dal centrocampista spagnolo. Badelj lascia per qualche istante la Fiorentina in dieci, e l’Inter ne approfitta. Brozovic accompagna l’azione indisturbato, si fa trovare a sostegno e trova il compagno di reparto in inserimento dentro l’area di rigore (alle spalle di un centrocampo viola ‘improvvisato’). Il concomitanza con l’immediato rientro del suo numero 5, Montella cambia la disposizione del triangolo in mediana. Castrovilli diventa vertice alto, trequartista nel 3-4-1-2. Posizionandosi su Brozovic in fase di non possesso e svariando lungo tutto il fronte avanzato, portando superiorità in zona palla, nel corso delle trame offensive. Quasi sempre sviluppate sulla destra, dove oltre alla partecipazione del numero 8 si propongono Chiesa e Lirola. La catena mancina nerazzurra, fondamentale nel palleggio, è quindi la più coinvolta anche senza palla. Biraghi concede il cross al ‘quinto’ di destra viola, la mediana la conclusione da fuori ai centrocampisti a sostengo, mentre Bastoni battaglia ‘ovunque’ con Chiesa. Handanovic si rende protagonista tra i pali, i difensori centrali dominano all’interno dell’area di rigore, e l’Inter resiste ai rari pericoli creati dalla Fiorentina. Provando a dar continuità allo sviluppo della propria manovra. Che, con Brozovic marcato da Castrovilli e Boateng-Chiesa in pressione su Skriniar-Bastoni, viene portata avanti da De Vrij. Il palleggio trova in Borja Valero il primo collaboratore, mentre la consueta ed immediata ricerca delle due punte sbatte contro la difesa gigliata. Badelj fatica ad ostacolare l’allargamento di Borja (dall’altra parte Pulgar ‘annulla’ Vecino), mentre Lukaku e Lautaro non oltrepassano il muro eretto da Pezzella e compagni. Protezione della sfera non sempre ottimale, pochi spazi da attaccare e qualche errore nell’ultimo passaggio caratterizzano il dialogo, poco concreto, dei due punti di riferimento avanzati del gioco nerazzurro. Con il primo tempo privo di altre grandi occasioni ed emozioni.

SECONDO TEMPO - Come per larghi tratti della prima frazione, la manovra dell’Inter si appoggia su Borja Valero, bravo ad allontanarsi lateralmente dalla marcatura di Badelj. E costantemente accompagnato da Bastoni, liberato dal giro palla sulla costruzione dal basso. Brozovic, per qualche minuto osservato a distanza da Castrovilli, torna ad esser coinvolto nello sviluppo di un gioco armonioso nella sua parte iniziale, ma incompleto. I ‘quinti’, molto arretrati nella fase di non possesso, risultano poco propositivi e presenti nella metà campo offensiva, pareggiando il duello con Lirola e Dalbert. Il dialogo tra Lautaro, a ‘combattere’ per vie centrali, e Lukaku, spesso defilato sul centro-destra, continua a vivere invece di frenesia e imprecisione nell’ultimo passaggio (o nella conclusione finale). Nel confronto con i difensori viola, aggressivi e quasi sempre capaci di concedere al 9 e al 10 ospiti soltanto la giocata spalle alla porta. Montella inserisce Vlahovic al posto di Chiesa, andando ad apportare centimetri importanti all’interno dell’area di rigore avversaria e nella ‘battaglia’ con i difensori nerazzurri. I padroni di casa, una volta superata la prima pressione, accompagnano l’azione con molti uomini, manovrando con successo a ridosso degli ultimi 16 metri. Sfruttando lo svariare continuo di Castrovilli, a portare superiorità numerica in zona palla, ma vedendosi concessi soltanto il tiro da fuori o lo sviluppo in ampiezza per i cross - più volte imprecisi - di Dalbert o Lirola. Il secondo cambio in casa viola, con l’ingresso di Benassi per Badelj, ricostruisce nuovamente il centrocampo, riportando la formazione gigliata al 3–5-2 (Pulgar in cabina di regia, il neo entrato mezzala destra e Castrovilli sul centro-sinistra). Nell’opposizione tra le due mediane, l’Inter ritrova il dominio nel palleggio, con Brozovic più libero di impostare e Borja-Vecino protagonisti alle spalle delle mezzali avversarie (spesso ad accompagnare la pressione sui difensori centrali). In una fase di match molto spezzettata, gli uomini di Conte arrivano con facilità dalle parti di Dragowski, andando a centimetri dal gol del raddoppio. Prima di un finale di gara aperto a qualsiasi soluzione. E riempito dalla girandola di cambi: Eysseric per Castrovilli sponda Viola, Politano e Agoume per Lautaro e Borja Valero sponda ospite. Qualche minuto prima dell’ingresso di Godin al posto di Politano. In pieno recupero, conquistando palla proprio su un’iniziativa del numero 16 sulla destra, la Fiorentina trova il contropiede dell’1-1 definitivo, con Vlahovic assoluto protagonista. La Beneamata vede scappare due punti importanti, al termine di una partita complicata, ma per ampi tratti agevolmente controllata. Prima della pausa il Genoa, con una rosa sempre più rimaneggiata.

VIDEO - ALLA SCOPERTA DI... - CRISTIAN FERREIRA, IL NUOVO WONDERKID DEL RIVER PLATE

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 16 dicembre 2019 alle 16:40
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
vedi letture
Print