"Bastano due risultati, due disfatte per porre fine ad un'intera stagione, per far crollare quel mucchio di speranze, di buone intenzioni che, con molte difficoltà, è stato posto ed elevato a emblema all'inizio dell'avventura "leonardiana" sull'altra sponda del Naviglio.
I motivi? tanti e troppi per un club che, nonostante il triplete, aveva l'obbligo morale di provare a confermarsi su livelli non alti, ma altissimi, nonostante l'abbandono del capitano Mou prima, e nonostante il fallimento spagnolo dopo. Leonardo è l'azzardo, è la scelta coraggiosa che se riesce ti rende onnipotente, se fallisce ti trascina ai limiti del ridicolo, o al massimo ti porta a rasentare quel risultato che comunque dovrebbe essere evitato a priori, visto la caratura che sei stato in grado di acquisire dopo anni di sofferenze e difficoltà.
E' infamante attribuire le colpe a chi è stato chiamato, così come lo è non farlo, perchè d'accordo la fine di un ciclo, la fine di anni e anni di successi, ma così no, dopo un tre a zero e un due a cinque è chiaro che "la spiegazione di questo crollo" è il non trovare, il non aver capito la "spiegazione di questo crollo". Chi deve capire? chi ha l'obbligo di capire? chi è pagato per trovare soluzioni, per adattarsi alle situazioni che inevitabilmente possono essere anche sfavorevoli? La stessa persona che sembra essere convinta di aver dimostrato che, dopo tutto, ha "assorbito" le critiche della stampa (e non solo) post-derby e per questo fa fuori Pandev e il suo 4-2-fantasia per inserire Stankovic adottando quindi un centrocampo più coperto, con la sola differenza che a cambiare sono soltanto gli interpreti, l'idea resta quella, la fallimentare idea di fondo post-Milan non muta, l'ostinazione nei confronti di quella stessa concezioni di gioco, indipendentemente dalla facciata esterna cambiata per cercare di fare contento qualcuno, è spaventosamente non professionale.
Visto l'ancoraggio estremo alle proprie sicurezze/certezze e già per questo immotivato e illogico a prescindere, un discorso analogo può valere anche per una società che, dopo il triplete, dopo il trionfo assoluto, quasi come investita da un delirio di onnipotenza, si è convinta con una presunzione già vista in questo ambito, che in fondo la squadra c'era, e non serviva rinnovare fisicamente e mentalmente una rosa capace di vincere tutto: in fondo cosa è e cosa può essere l'appagamento, la scarsità di motivazioni al cospetto di giocatori che hanno il dovere di essere sempre "affamati"? Ecco, è tutto.
Agli evidenti limiti anagrafici, si può benissimo aggiungere quel garbuglio di idee che si è profilato non solo da Mou a Rafa, ma anche con lo stesso Rafa e poi dallo spagnolo, quasi come se fosse un'eredità, a Leo. Groviglio che ha portato una confusione tattica che, purtroppo, non poteva non essere considerata dagli avversari di turno: centrocampo passivo, inutile sia nella fase difensiva che in quella offensiva, squadra sempre spaccata in due tronconi, e poi Sneijder da regista alto a mezz'ala? ancora non lo si è capito, e poi Cambiasso o Motta come regista basso? e poi il terzino sinistro, Chivu? no, ma non può sempre giocare fuori ruolo, è un centrale! Andando a ritroso: Zanetti? Nagatomo? Cordoba? Santon? e la questione del difensore centrale dopo l'infortunio di Samuel, Materazzi? Cordoba? Ranocchia? Chivu?
I malanni stagionali di Milito, la stanchezza alterna di Maicon, l'inettitudine di Pandev, l'inutilità di gente come Mariga oggi e Muntari ieri, insomma non conveniva fare qualcosa, limitarsi a fare la propria parte, cara società?
L'incapacità di concentrazione, l'assenza di emozioni e il distacco emotivo, la mancanza di motivazione, la disorganizzazione e l'inamovibilità delle idee, e infine l'alterazione del pensiero: sono tutti sintomi di una precisa malattia psichiatrica caratterizzata soprattutto dalla tendenza a compromettere l'esame della realtà, ovvero la schizofrenia.
L'immagine è troppo forte, ma davvero sembra che ogni analisi alternativa risulta essere quanto meno riduttiva, e allora da dove ripartire? Innanzitutto non illudere i tifosi con reclami a questo punto della stagione inutili; limitarsi nel cercare di salvare il possibile, dalla qualificazione diretta alla prossima Champions League al raggiungimento della finale di coppa Italia; creare i presupposti per costruire quel qualcosa che oggi viene a mancare, ma che in futuro la società non può e non deve essere esente dal garantire di diritto, come un mercato all'altezza delle aspettative, un rinnovamento necessario e soprattutto un tentativo di cambiare quella strana mentalità che affiora nei momenti difficili.
Salvo miracoli, il presente è andato, lo si è letteralmente lasciato sfuggire, da tutti".

Salvatore

Sezione: Visti da Voi / Data: Mer 06 aprile 2011 alle 14:27
Autore: Redazione FcInterNews
vedi letture
Print