HANDANOVIC 6 - Nonostante i 15 clean sheet, non certo pochi e i 32 gol subiti (terza difesa del campionato), il peso degli anni e i limiti tecnici si sono fatti sentire in questa stagione, spingendo la dirigenza ad affiancargli André Onana in vista della prossima, pur convincendolo a rinnovare per preservare il suo prezioso ruolo di leader nello spogliatoio. Pochi i picchi di grazia (contro il Napoli al Meazza e a Bergamo in particolare), tante le situazioni in cui avrebbe potuto fare meglio, come nel derby perso e che alla lunga è costato lo Scudetto. Una sicurezza con i piedi, decisamente meno tra i pali.
RADU 4 - Spiace, perché è il voto di una sola presenza in 38 giornate. Ma è proprio quella presenza che fa tutta la differenza del mondo. Ingiusto fare di tutta l'erba un fascio, ma la sua esperienza all'Inter, ormai agli sgoccioli, sarà ricordata per la disgraziata trasferta di Bologna e per quell'errore che non dimenticherà mai.
SKRINIAR 8 - Ogni anno un passo in avanti sotto tutti i punti di vista: tecnico, tattico, caratteriale. Oggi è il capitano carismatico della squadra, in attesa di ereditare la fascia da Handanovic. Una roccia, più la sfida è complicata più lui aumenta il livello della sua prestazione, indossando scudo, elmetto ed etichetta di trascinatore. Riesce a essere incisivo anche nell'area avversaria, dove raccoglie 4 gol che per un difensore sono un gran bel bottino. La sensazione è che possa migliorare ancora.
DE VRIJ 6,5 - Abituato a collezionare voti dal 7 in su, in questa stagione non ha brillato come sempre pur confermandosi, quando in buone condizioni, un punto fermo davanti alla difesa. Purtroppo per l'olandese non sono mancati gli svarioni, come a Reggio Emilia, nel derby contro Giroud, a Napoli (rigore su Osimhen) o in casa contro il Sassuolo. Non ha trasmesso al reparto la solita sicurezza, pur rimanendo saldo al suo posto quando c'era bisogno di lui nella maggior parte delle partite, anche quelle di cartello.
BASTONI 7,5 - Vero è che spesso e volentieri Inzaghi non gli faceva concludere i 90 minuti gettando nella mischia Dimarco, vero è che la sua squalifica di due giornate ha pesato non poco nel periodo più sofferente dell'Inter, vero è che qualche problemino fisico nel finale di stagione lo ha limitato. Ma tutto si può dire tranne che il centrale di Casalmaggiore non abbia contribuito alla grande all'ottima stagione della squadra, aggiungendo tasselli preziosi alla sua crescita personale. Un gol alla Lazio e la tendenza a fare sempre benissimo anche quando il pallone scotta, switchando un carattere mite con la personalità del guerriero.
D'AMBROSIO 6,5 - Poche occasioni da titolare, ma raramente ha fatto rimpiangere il titolare di turno. Non a caso Inzaghi, nei momenti più delicati, lo scomodava dalla panchina per gettarlo nella mischia, confidente nella sua esperienza e nel suo senso della posizione. Non protagonista come al solito, ma sempre utile in caso di necessità. Ah, cartellino timbrato a Empoli, perché per DD33 la difesa non è l'unica arte praticata.
RANOCCHIA 6 - Spostando Skriniar in mezzo in caso di bisogno, Inzaghi non gli ha concesso molte occasioni per mettersi in mostra. Poco male, il centrale umbro non ha mai obiettato nulla, consapevole del suo ruolo in rosa. Di questa stagione probabilmente ricorderemo la pregevole acrobazia contro l'Empoli, senza cui oggi l'Inter avrebbe una Coppa Italia in meno. Il saluto dei tifosi sono la miglior testimonianza di quando Frog sia stato importante nel suo percorso all'Inter che si è concluso lo scorso weekend.
DIMARCO 7 - Probabilmente neanche lui si sarebbe aspettato tanta considerazione. Inizia come sostituto di Perisic, poi Inzaghi lo adatta a vice Bastoni e cambia la sua stagione. In quella posizione il canterano riesce a esprimersi al meglio, diventando arma tattica offensiva spesso incomprensibile per le avversarie. Cancella l'errore dal dischetto contro l'Atalanta con tante buone prestazioni, 2 gol, 5 assist e un enorme attaccamento alla maglia.
KOLAROV SV - Tra infortuni e peso degli anni, si ritaglia un ruolo di uomo spogliatoio, preambolo probabilmente alla carriera dirigenziale.
DUMFRIES 7 - Inizia con il freno a mano tirato, al punto che l'opinione pubblica troppo frettolosa lo bolla come acquisto inadatto, soprattutto a confronto con chi l'ha preceduto sulla fascia destra. Invece, dopo le forche caudine patite in seguito al rigore contro la Juventus, l'olandese inizia a volare e il suo contachilometri registra cifre sempre più interessanti. Il bilancio finale recita 5 reti e 7 assist, non male per chi ha impiegato un po' di tempo a capire la nuova realtà. Personalità massiccia al servizio della squadra.
BARELLA 8 - Ha vissuto anche lui un periodo di appannamento, coinciso proprio con quello della squadra. Ennesima conferma che le prestazioni dell'Inter vanno a braccetto con quelle dell'ex Cagliari. Uno dei leader emotivi, conferma tutto il suo valore cercando di guidare i compagni anche nei momenti più complicati, senza mai smettere di correre. Un esempio per tutti, anche se caratterialmente deve ancora fare uno step in avanti perché l'emotività a volte gioca brutti scherzi. Tra tante meraviglie, quella che ricorderà con più piacere è il gol alla Juventus in finale di Coppa Italia.
BROZOVIC 8,5 - Si sa, ci si accorge di quanto qualcosa o qualcuno sia importante quando questa o questi ti manca. Proprio nel periodo di assenza di Epic Brozo, l'Inter ha lasciato tanti, troppi punti per strada e l'ha pagato a caro prezzo. Segno, l'ennesimo, di una dipendenza preoccupante e al tempo stesso eccitante da questo calciatore unico in tutto. Il califfo del centrocampo, il metronomo, il Mr. Wolf di ogni situazione pericolosa nella propria metà campo. L'imprescindibile, che anche in questa stagione ha mostrato tutto il suo arsenale fatto soprattutto di ciò che gli americani definiscono uncountable. Se poi ci si dedica a spulciare le statistiche, lo si trova ai vertici di più di una categoria. Benedetto rinnovo.
CALHANOGLU 7,5 - Dopo aver attraversato il Naviglio accompagnato dagli insulti di chi fino a qualche settimana prima lo applaudiva o incitava, pur in un contesto emotivamente difficile e con il peso di dover sostituire Eriksen, il turco come un diesel cresce in modo esponenziale, mettendosi alle spalle prestazioni deludenti e qualche fischio da parte del pubblico. La svolta nel primo derby, con quel rigore calciato sotto la Sud che gli dà tutta la fiducia necessaria. Inzaghi lavora tatticamente e lo trasforma in un centrocampista completo, capace di difendere ma anche di collezionare 8 gol e ben 13 assist. In barba a chi lo considerava troppo fragile per riuscire a emergere in una squadra come l'Inter. Promosso a pieni voti.
PERISIC 9 - Ritenuto inadatto al ruolo di quinto di centrocampo, già nell'anno dello Scudetto ha dimostrato di poter interpretare alla grande questo compito. Non pago, ha letteralmente toccato vette inesplorate in questa stagione, dove da ingranaggio del sistema si erge a leader assoluto della squadra, sfoderando prestazioni sempre di alto livello e sfiorando la doppia doppia di gol e assist. Ma i numeri non diranno mai tutto di Ivan il Terribile, autentico trascinatore, arma offensiva e sempre puntuale nella fase difensiva. Riesce a 33 anni a sfidare il tempo e relegare in panchina niente meno che Gosens. Rinnovo non necessario, di più.
DARMIAN 6,5 - Qualunque allenatore, girandosi verso la propria panchina, vorrebbe trovare uno come lui da mandare in campo. Sempre efficace, senza mai strafare, si ritaglia ancora una volta un ruolo di 12esimo uomo ideale, dando a Dumfries il tempo di adattarsi e garantendo sempre un contributo importante anche in match di cartello. A questo aggiunge le reti pesantissime di Firenze e Cagliari e il rigore guadagnato nel derby. Garanzia.
VIDAL 5 - Ultima stagione in nerazzurro, fa enorme fatica a trovare un posto al sole pur essendo il primo cambio dalla panchina. Qualche buona prestazione e poco altro, ma soprattutto la tendenza a entrare con poca cattiveria, un gap per chi si è costruito una carriera da guerriero negli anni. Di lui si ricordano il gol pesante allo Sheriff in un momento difficile e la bella prestazione contro il Liverpool al Meazza, residui di un campione ormai sul viale del tramonto.
GAGLIARDINI 6 - Sufficienza di stima più che altro, non riesce mai a trovare continuità e deve accettare le briciole che gli vengono concesse. Certo, la partita contro il Sassuolo al Meazza lo crocifigge, ma senza aspettarsi funambolismi alla fine dà ciò che ci si aspetta da lui. Due reti e due assist il bilancio finale, colleghi più quotati hanno fatto peggio giocando di più.
VECINO SV - Ultima stagione all'Inter, appena 560 minuti in totale. A conferma di essere fuori dal progetto anche per Inzaghi, che gli ha dato ben poche occasioni di mettersi in mostra. In bocca al lupo.
SENSI SV - Resta solo nella prima parte della stagione, in cui dopo un avvio promettente incappa nell'infortunio al ginocchio di Genova che praticamente lo mette fuori dai giochi per mesi. Poi, contro l'Empoli in Coppa Italia, la rete decisiva colma di illusione a cui però non viene dato seguito: sceglie di andare alla Sampdoria, con il senno di poi forse avrebbe fatto comodo a Milano.
GOSENS 6 - Arriva a gennaio in piena convalescenza, gli serve tempo per toirnare in forma ma con un Perisic così è impensabile trovare più spazio. Lui accetta serenamente e lavora sodo, ottenendo in cambio un assist al primo pallone toccato contro la Salernitana e soprattutto la rete del 3-0 nel derby di Coppa Italia. Un acquisto più per la prossima stagione, sarà molto prezioso.
MARTINEZ 7,5 - Ha trascorso diverse settimane senza segnare, o facendolo solo con marcatura multipla. Le sue polveri bagnate sono costate qualche punto all'Inter, ma nel complesso porta a casa la migliore stagione personale dal punto di vista realizzativo. Paga un'intesa non proprio eccellente con Dzeko, che ha un'interpretazione del gioco diversa da Lukaku, ma i 25 gol e 4 assist totali sono un'ottima rampa di lancio per la prossima stagione. Certo, dal dischetto bisogna migliorare. Diamante ancora grezzo, ma ha tutto per diventare un top.
DZEKO 6 - Finale di stagione in totale riserva, fatica a tenere certi ritmi e non vede più la porta. Eppure, a 36 anni e con la responsabilità di sostituire Lukaku, conclude la sua prima stagione a Milano con 17 reti (alcune pesanti, come a Napoli) e 10 assist, bilancio decisamente superiore rispetto all'ultimo nella Capitale. Giocatore di intelligenza rara, patisce l'eccessivo impiego per assenza di alternative valide e arriva stracotto al finale di stagione.
CORREA 5,5 - L'investimento principale del mercato estivo, si presenta con una doppietta da 3 punti a Verona che lascia ben sperare. Poi, gli infortuni fanno il resto e lo mettono fuori gioco per tanto, troppo tempo. Recuperare ritmo e condizione diventa così un Everest da scalare, eppure la seconda doppietta decisiva (contro l'Udinese) riattiva la fiducia nei confronti del Tucu, che poi si ferma nuovamente ai box. Molte occasioni nel finale di stagione, ma al di là della terza doppietta nell'ultimo match di campionato non lascia tracce determinanti.
SANCHEZ 6 - Lascerà l'Inter dopo tre stagioni e la sensazione di non aver dato ciò che avrebbe potuto dall'alto del suo talento e di un ego che forse l'ha condotto su strade non ideali alla causa. Spesso e volentieri però ha fatto il suo quando chiamato in causa, mostrando scampoli di qualità che tutte le altre squadre in campionato avrebbero sfruttato meglio. Saluterà con il gol che Marotta ricorderà sempre con piacere, in finale di Supercoppa al minuto 121 contro la Juventus. Miglior biglietto di addio non poteva esserci.
CAICEDO SV - Viene ad allenarsi ad Appiano Gentile e porta a casa due trofei. Minimo sforzo, massima resa.
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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