Tutto bene tra Suning e Thohir? "Tutto bene", hanno assicurato ieri le varie parti in causa, da Yang Yang a Isenta Hioe. Eppure, per la Gazzetta dello Sport in questa sorta di diarchia nerazzurra non tutto fila liscio. "Appena arrivata a Milano, a fine giugno, ha staccato un assegno da 142 milioni per l’aumento di capitale e poi concesso prestiti per 180 milioni, seppur con un interesse del 7,7%. Suning ha già immesso 322 milioni nelle casse dell’Inter che ora gode di spalle solide e non si preclude nulla sul mercato, come testimoniano i colpi fatti (Joao Mario, Gabigol, Candreva) e quelli tentati (James Rodriguez). Tuttavia l’attuale diarchia non funziona - si legge -. Basti pensare alla gestione dell’allenatore. Nell’Inter c’è un proprietario che mette i soldi e, come riferiscono i vertici dirigenziali, «ha l’ultima parola» e il venditore passato in minoranza, Erick Thohir, che è rimasto presidente esecutivo, con deleghe non banali. Una società di calcio funziona bene se c’è semplificazione azionaria, e quindi gestionale. All’Inter non è così".

E ieri, nell'assemblea dei soci, è stata respinta la richiesta dei piccoli azionisti di mettere in discussione questo assetto. "Sarebbe un boomerang ritardare la transizione e la conseguente semplificazione dell’asse decisionale: ne va dell’Inter e della protezione dell’investimento stesso del colosso cinese", suggerisce ancora la rosea.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 29 ottobre 2016 alle 11:09 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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