Nella sua intervista al quotidiano Die Welt, Karl-Heinz Rummenigge spiega come ha visto la finale di Champions League dello scorso 31 maggio, disputata nella casa del suo Bayern Monaco e che ha visto il trionfo del Paris Saint-Germain sull'Inter: "Mi sono congratulato con il mio amico Nasser Al-Khelaifi per la sua attesissima vittoria in Champions League, il giorno dopo il suo trionfo, e gli ho anche detto: il PSG se la merita. Se l'ho sfidato dicendogli che l'anno prossimo sarà il Bayern a vincerla? No, non è nel mio stile. Sai: alla fine, la verità è sempre in campo, non è cambiato nulla". Oltretutto, è stata proprio l'Inter, il suo club del cuore in Italia, a negare ai bavaresi la possibilità di giocarsi l'atto finale tra le mura amiche: "Contro l'Inter, ci sono mancati giocatori chiave per infortunio. Abbiamo anche commesso errori di cui l'allenatore non era responsabile. Nella gara di andata, dopo il pareggio la squadra è stata troppo "avida", voleva il 2-1 e poi abbiamo subito l'1-2. Bisogna imparare ad accontentarsi dell'1-1 quando si è in dubbio. Pep Guardiola, con cui abbiamo giocato il calcio più spettacolare, lo predicava sempre. Non dimenticherò mai una delle sue parole, in particolare: lui diceva che non è il risultato a determinare la qualità, ma la qualità a determinare il risultato. Il dipendente più importante del Bayern è l'allenatore. I giocatori raggiungono il risultato in campo nel fine settimana, e lui li fa lavorare dal lunedì al venerdì".

Una riflessione anche sul Mondiale per Club, competizione che trova i suoi favori: "Il cambiamento del format era assolutamente necessario. Ai miei tempi, si chiamava ancora Coppa Intercontinentale. Nel 1976, vincemmo contro il Belo Horizonte; c'erano quasi 120.000 spettatori allo stadio per la partita di andata. Anche durante la mia presidenza dell'ECA, l'associazione dei club, ho sottolineato che forse la Confederations Cup avrebbe dovuto essere abbandonata. Gianni Infantino merita un grande riconoscimento per aver spinto in questa direzione e per aver creato il nuovo Mondiale per Club. Questo torneo acquisirà davvero slancio dalla fase a eliminazione diretta in poi. Questo vale per ogni torneo, tra l'altro. Se fossi un giocatore, sarei felice di essere lì. Perché chiunque vinca ora sarà il "vero" Campione del Mondo per Club. In Germania, al giorno d'oggi, tendiamo generalmente ad affrontare le cose con uno spirito negativo. Anche la riforma della Champions League è stata inizialmente criticata. Nell'ultima giornata della fase a gironi, tutti hanno assistito con entusiasmo al continuo cambiamento della classifica delle prime otto squadre."

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Sezione: Focus / Data: Ven 20 giugno 2025 alle 20:40
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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