Crossare per tutto il secondo tempo contro una squadra, come l’Udinese, che ha difensori fisici, piazzati e alti in area di rigore. La sensazione comune è che la partita sarebbe potuta durare anche 300 minuti, ma il risultato finale non sarebbe cambiato. 

Un'estate intera a invocare un giocatore di fantasia e di qualità capace di saltare l’uomo e che attacca anche per via centrali, un'alternativa più che valida alle situazioni di difficoltà vissute per 4 anni con la gestione Inzaghi. Inter-Udinese è la classica partita in cui serviva un Lookman. O uno simile a lui. Ma commettiamo gli stessi errori, assistiamo alle stesse partite e agli stessi copioni. Lo hanno capito tutti nel mondo Inter, tranne chi si occupa di calciomercato.

Il mercato sta per terminare e il costo squadra dell'Inter è di 187 milioni di euro con l'uscita di Taremi. Il più basso degli ultimi 5 anni, dopo aver collezionato il record di fatturato nella passata stagione. Questo è ingiustificabile. 

Le altre si rafforzano, l'Inter resta a guardare inerme, immobile e con quel filo di presunzione che potrebbe costare caro. Perché basta poco per perdere terreno dalle prime e rischiare di essere trascinati nella lotta per un piazzamento in Champions League. Non era tutto da elogiare dopo Inter-Torino 5-0, non è tutto da buttare dopo Inter-Udinese 1-2, certamente. Ma qualcuno deve dare delle risposte.

E quella persona lì non deve essere Chivu. "L'Inter è troppo legata al vecchio gioco", il messaggio del mister in conferenza. E la dirigenza non ha fatto granché per metterlo nelle condizioni di cambiarlo. Accettiamo il coraggio di Chivu, le tre e le quattro punte messe in campo in maniera disperata. Ma ci saranno altre partite come queste e non avrà tutti gli strumenti necessari per portarla a casa.

Chivu era partito nel migliore dei modi. A livello comunicativo e tattico. Al Mondiale per Club si è presentato con un'idea tattica anche diversa da quella precedente. Anche perché aveva giocatori come Carboni e Zalewski che gli hanno permesso di giocare diversamente, con uno o due giocatori alle spalle dell'unica punta. Oggi non lo puoi fare. Carboni e Zalewski, gli unici con quelle skills, sono stati mandati via.

Risultato? L'Inter è la squadra con meno dribbling dopo le prime due giornate del campionato. Chivu può avere tutte le idee del mondo, ma il materiale a disposizione è questo. E infatti lo stesso allenatore al momento ha fatto un passo indietro tattico, tornando a quelle "abitudini" che lui stesso ha sottolineato nel post partita di ieri. Poi ai microfoni è costretto a dire che deve lavorare con quello che ha a disposizione. Perché un allenatore deve fare questo. Ma non sarà contento e la società non lo ha messo nelle condizioni giuste per applicare le sue idee di gioco. Chivu è una bravissima persona e come allenatore può avere una bella carriera. Ma rischia di bruciarsi a Milano. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 01 settembre 2025 alle 10:29
Autore: Raffaele Caruso
vedi letture
Print