Sembrava scorrere via come l'acqua di una sorgente. Quando sblocchi il risultato nei primi venti minuti, la situazione solitamente si agevola. Ma l'Inter è sembrata essere un'unione tra l'ufficio complicazioni e un apparato di vorrei ma non posso. I nerazzurri, nell'ultima serata di agosto, iniziano aggredendo bene l'Udinese. Non è una falsariga di sette giorni fa, ma comunque l'approccio metodologico è basato sulla verticalità. Così la grande giocata che sblocca la situazione viene attivata dal solito Lautaro Martinez, davvero molto bravo a liberarsi della marcatura del diretto avversario prima di servire Thuram che, con una giocata un po' rocambolesca, premia l'inserimento di Dumfries, che equivale al vantaggio nerazzurro. Dopo un silent check del VAR, la rete viene convalidata. Dei primi venti minuti nerazzurri sicuramente diversi aspetti positivi. Ma l'Udinese dà l'impressione di essere in partita e la certificazione di qualche sviluppo offensivo impreciso, ma comunque interessante, assume i contorni dei pericoli per i nerazzurri. 

SERATA STORTA: LO SI CAPISCE DA QUALCHE ERRORE DI TROPPO. Che fosse una serata in direzione storta, lo si poteva comprendere da alcuni fattori. Ad esempio l'episodio del braccio largo di Dumfries che porta al rigore del pari siglato da Davis. Non solo: i bianconeri giocano con coraggio nel corso della prima frazione, e l'intraprendenza fisica della squadra di Runjaic probabilmente un po' sorprende i nerazzurri, che arrivano in ritardo sulle seconde palle. Quest'aspetto, quantomeno nel calcio d'agosto (e ieri sera era l'ultima rappresentazione) risulta essere fondamentale. L'Udinese non ha trascurato alcun dettaglio nella costruzione del comportamento posizionale. Così da un'incursione centrale di Atta, servito da Davis (che ha vinto anche lì il duello fisico con Acerbi) è maturato il raddoppio. Una rete che ha mutato gli equilibri psicofisici del finale di tempo.

TENTATIVI A VUOTO: IL MURO FRIULANO REGGE. L'avvio di ripresa sembra foriero di boni propositi. L'Udinese pensa solamente a difendere, i nerazzurri collezionano una serie innumerevole di calci d'angolo, che non portano gli effetti sperati. E quando Dimarco calcia come lui sa fare molto bene (diagonale potente e precisa), ci pensa il VAR a strozzare l'urlo di gioia per aver riagguantato la partita. La posizione di fuorigioco di Thuram era abbastanza evidente. Nulla da fare, ma l'Inter continua a macinare a testa bassa provando a costruire occasioni a raffica e ripetizione. Chivu ci prova con i cambi: dentro Pio, poi anche Bonny per un poker d'assi che in qualsiasi momento può condurre a qualcosa di buono. L'assetto friulano è un continuo abbassamento del baricentro e affidarsi ai centrali, fortissimi di testa. Kristensen superbo, Solet fa due interventi prodigiosi. E' una serata stregata. L'Inter arriva sempre a pochi passi dal gol, senza però realizzarlo. Alla fine esulta l'Udinese, Chivu incassa il primo ko nella sua esperienza alla guida del Biscione.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 01 settembre 2025 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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