"A poche ore dalla chiusura della prelazione per gli abbonati, ci troviamo davanti a una situazione surreale: numerosi ragazzi dei gruppi di curva non riescono a rinnovare il proprio abbonamento". Attraverso il profilo Instagram di Nino Ciccarelli, membro di spicco e leader del tifo nerazzurro, i Gruppi della Nord alzano la voce contro la società per la gestione degli abbonamenti e dei rinnovi dei tesseramenti allo stadio per la stagione 2025/26.

"La motivazione? Nessuna - tuona la vecchia Curva Nord -. La stragrande maggioranza di loro è incensurata e completamente estranea a qualsiasi indagine. La loro unica "colpa"? Aver seguito la squadra ovunque, in casa e in trasferta, dedicando tempo, energie e sacrifici alla propria passione. Eppure, l'Inter si arroga il diritto di selezionare a proprio piacimento il pubblico, escludendo chi, per anni, ha dato voce, colore e anima alla squadra, anche nei momenti più difficili. A centinaia di persone viene impedito l'ingresso allo stadio, pur senza alcun daspo né una sola denuncia penale a loro carico. Una mossa inquietante, degna di un regime, che non può lasciarci indifferenti. Prendiamo atto di questa deriva e siamo pronti a reagire per vie legali, visto che la società continua a nascondersi dietro silenzi, scarica barile e burocrazia. Siamo di fronte a un abuso senza precedenti, figlio di una strategia repressiva in atto ormai da mesi".

La nota poi prosegue con ovvi riferimenti all'indagine 'Doppia Curva' che ha decimato il tifo organizzato dell'Inter e del Milan: "Il Meazza si sta trasformando nella nuova frontiera della repressione: le curve milanesi sono diventate le cavie perfette per sperimentare un controllo cieco e sproporzionato. Un nuovo Alcatraz del calcio italiano. Uno stadio di polizia a tutti gli effetti. Quello a cui stiamo assistendo è spaventoso. E ci auguriamo che anche il resto del pubblico interista inizi ad aprire gli occhi. Biglietti a prezzi fuori controllo, codici elargiti senza criterio, abbonamenti modello pay TV, divieti arbitrari sul materiale da tifo. Una società che, giorno dopo giorno, sta trasformando lo stadio in un modello di business freddo e selettivo, emarginando chi ha sempre vissuto il calcio con passione, per poi spianare la strada a uno stadio-teatro: tanti clienti, pochi tifosi. Forse, quando tutti se ne renderanno conto, sarà già troppo tardi".

Poi la chiosa: "Chiudiamo con una frase impressa su una coreografia del 2014, oggi più attuale e significativa che mai: "Senza la passione, il calcio è morto: solo 22 uomini che corrono su un prato e danno calci a una palla. È la tifoseria che fa diventare il calcio una cosa importante". I VOSTRI ABUSI NON CI FERMERANNO. L'INTER E' DEI SUOI TIFOSI. I GRUPPI DELLA NORD".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 14 luglio 2025 alle 12:20
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
vedi letture
Print