Ci sono dei nomi che l’Inter rincorre da tanti anni. Sono stati accostati alla maglia nerazzurra, sono stati “a un passo”, ma poi la trattativa si è risolta con un nulla di fatto. E in attesa di capire se il matrimonio fra Arturo Vidal e l’Inter si potrà celebrare, un altro grande tormentone è giunto alla sua conclusione: Aleksandar Kolarov è sbarcato a Milano e, a 35 anni, si rimette in gioco per vincere il suo primo Scudetto. È il primo dei giocatori esperti richiesti da Conte, a puntellare una rosa pimpante ma che necessita di quella cattiveria agonistica e di quel know-how che solo aver calcato i più prestigiosi campi d’Europa può darti. Kolarov calza perfettamente nell’identikit di “giocatore pronto” richiesto da Conte che adesso ha a disposizione un coltellino svizzero 

LA STORIA - Kolarov è stato un giocatore fondamentale in tutte le squadre in cui ha militato. La sua storia, indelebilmente segnata dagli orrori della guerra che ha vissuto da ragazzo, hanno contribuito a renderlo l’uomo e il calciatore che i tifosi delle sue squadre hanno ammirato. Sguardo di ferro e piede sopraffino, per un primato invidiabile di gol da punizione che batte solo Messi.

Dalla sua crescita esponenziale alla Lazio, con cui conquista una Coppa Italia e una Supercoppa (proprio contro l’Inter) all’esperienza al Manchester City sotto la guida di Mancini e Pellegrini. Il laterale serbo ha partecipato alla vittoriosa campagna del 2012 n cui il Mancio ha riportato il titolo a Manchester dopo una vita d’attesa. Kolarov si abitua ai palcoscenici più importanti: il primo gol con la maglia del City in Champions League lo realizza contro il Real Madrid, neanche a dirlo su punizione. Fa incetta di trofei nazionali, aiutando la squadra a conquistare (oltre ad un altra Premier League, sotto Manuel Pellegrini) anche una FA CUP, due Coppe di Lega e un Community Shield. Con i Citizens raggiunge le duecento presenze, prima di prendere un aereo di ritorno per la Capitale a accasarsi alla Roma. 

In Italia diventa subito un perno della squadra giallorossa allenata da Di Francesco che sfrutta molto la costruzione laterale e coinvolge Kolarov che indossa subito la maglia da protagonista: gol all’esordio contro l’Atalanta e una serie di prestazioni eccellenti che ne ribadiscono l’importanza. Non manca di timbrare in Champions League, in un pirotecnico 3-3 con il Chelsea e, quello stesso anno, è in campo nell’epica rimonta che la Roma compie ai danni del Barcellona, con uno strepitoso 3-0 all’Olimpico. 

INTER - Abbiamo parlato di numeri perché, nell’arco di una carriera così pregna di risultati e trofei, a certificare l’importanza di un giocatore come Kolarov sono anche questi dettagli. 

Un giocatore duttile ed esperto che vuole giocarsi le ultime carte della sua carriera legandosi all’Inter, una squadra che vuole provare a vincere subito. Conte vuole giocatori duttili che sappiano applicarsi in diverse zone del campo: non c’è ancora certezze del ruolo in cui verrà schierato Kolarov. Le zone indiziate sono due: centrale di sinistra (altro mancino in rosa, secondo difensore dopo Alessandro Bastoni) o, sullo stesso lato, ma come esterno?

Kolarov ha dimostrato di avere ancora la gamba per tenere una staffetta e coprire tutta la fascia, soprattutto se dietro di lui avrà un pimpante Bastoni. Al contrario, qualora Conte volesse mettere la sua esperienza in impostazione sulla linea dei difensori, si aprirebbero scenari interessanti con un terzetto composto dal serbo, de Vrij e Skriniar o, magari, Godin al posto dello slovacco. 

È chiaro che, a 35 anni, Kolarov andrà centellinato per preservare al meglio la sua condizione fisica. Non potrà giocare tutte le partite, né tantomeno essere il recordman di chilometri percorsi. Ma aggiunge qualità e fosforo in una squadra che ha bisogno di imparare a gestirsi. Con il suo acquisto, l’Inter allunga la rosa e permette a Conte di inserire un’ulteriore, duttile freccia in un arco che, l’anno prossimo, vorrà centrare solo l’obiettivo grosso. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 13 settembre 2020 alle 13:37
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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