Davanti a 500 persone, Samuel Eto’o ha iniziato a parlare da giocatore ufficialmente dell’Inter. Accanto a Josè Mourinho l’attaccante nerazzurro ha dato vita al botta e risposta con i giornalisti, iniziando la sua prima conferenza stampa italiana con un saluto alla sua ex squadra: “Innanzitutto voglio dire addio ai miei ex compagni del Barcellona, ai miei amici e ai tifosi che mi sono stati vicini. Sono stato 13 anni in Spagna, dove ogni cosa è meravigliosa nonostante i problemi che ci sono nel mondo. Ho indossato la maglia del Barça vincendo tutto o quasi, ma l’Inter è una forte motivazione e mi piacerebbe scrivere un’altra pagina della mia storia con questo club. Il Pallone d’Oro è un obiettivo, ma non posso farcela senza l’aiuto dei miei nuovi compagni, perché è la squadra che deve giocare bene e vincere. Penso solo a vincere lo scudetto e le altre competizioni. Inevitabile il paragone col suo predecessore Zlatan Ibrahimovic, al quale però Eto'o, dal quale però il camerunense tiene a sottolineare di essere un giocatore diverso: "Ibra è un grande attaccante ma io sono io. Io sono Samuel Eto'o e non voglio paragoni, le mie vittorie passate parlano da sole. I grandi giocatori sono grandi giocatori, non c'è bisogno di paragoni".  

Nei giorni precedenti al suo arrivo, è emersa la storia di un feroce battibecco tra lui e Mourinho al termine di un Chelsea-Barcellona di Champions League; Eto'o ha colto l'occasione per smentire tutto e per rivelare che essere alle dipendenze dello Special One era da tempo un suo desiderio: "Da anni desideravo essere allenato da Mourinho e ora sono qui. Non ho mai detto che non mi piace il gioco di Mourinho, quelle frasi risalgono a un post Barcellona-Chelsea e sono rimaste sul rettangolo di gioco. Da anni avrei potuto giocare con lui, ma non si è mai concretizzato alcunché. Per me è un orgoglio averlo come allenatore, voglio ripagare la sua fiducia mettendo il massimo impegno in campo".

Un ringraziamento ai tanti tifosi nerazzurri ai quali promette "di ripagarli sul campo con grande lavoro e grande impegno. Non sarà facile ma ci proverò", poi una domanda sul tasso tecnico del campionato italiano: "La serie A non si è impoverita ci sono tanti giocatori forti come Julio Cesar, uno dei migliori portieri al mondo. Il migliore? Difficile dirlo, io 4 anni fa indicavo già Iniesta come il più forte, ora se ne stanno accorgendo tutti". Ecco quindi arrivare ad un tema da lui particolarmente sentito, quello del razzismo: "Non sono arrivato in Italia pensando ai problemi di razzismo, ho giocato sempre in Spagna ma ho anche esperienza a livello internazionale. Voglio solo essere felice in un qualsiasi posto, lo sono stato in Spagna e voglio esserlo anche in Italia. Parlerò quando ci saranno problemi, non voglio occuparmi di politica. Sono fiero del mio colore di pelle, il razzismo è un problema di educazione e spetta alla politica risolverlo".

Ha destato scalpore il bacio dato da Ibra alla maglia del Barcellona. Eto'o si discosta apertamente: "Il bacio alla maglia? Non lo farò, voglio meritarmi sul campo l'affetto e la stima dei tifosi, quello che fa Ibra non mi interessa, se vuole magliare la maglia del Barça può farlo". Domande finali: lo vedremo a Pechino? "Io sono pronto, poi decide il mister". Sul possibile tandem con Milito: "Diego è un grande giocatore ma non so ancora se giocheremo in coppia. Ci sono tanti grandi attaccanti in squadra, deciderà il tecnico".  Il derby? "In questo momento mi interessa la mia squadra e quello che ci serve per vincere. Questo tipo di gare non ha bisogno di motivazioni, ma vale tre punti come le altre. Quelle che ti danno la possibilità di diventare campione e vincere un campionato sono invece altre". Poi, ecco la frase più a sensazione: "Anche altri club mi volevano ingaggiare, ma sono arrivato nella squadra che desideravo di più".

Adesso prende la parola Josè Mourinho, che anticipa l'utilizzo di Eto'o in Supercoppa contro la Lazio e anche nella gara di giovedì col Monaco: "Samuel Eto'o sarà in campo già a Monaco, giocherà uno spezzone di partita, e giocherà anche a Pechino nella finale di Supercoppa. La squadra a questo punto è ben strutturata, sappiamo dove vogliamo arrivare. Dico grazie alla società per la rosa che mi ha messo a disposizione". Anche l'allenatore torna sull'episodio del presnto battibecco con Eto'o: "Abbiamo giocato contro tre volte in sei anni, spesso disputando partite decisive. Non mi sono mai preoccupato di sapere se lui aveva detto certe cose sul mio conto, perché ci somigliamo. Dopo una grande partita e una sconfitta non va a casa felice. Volevo averlo già al Chelsea e voglio dire a Samuel che sono molto soddisfatto di averlo con noi, così come lo sono tutti i suoi compagni. Quando abbiamo saputo che l'affare era concluso, la squadra ha avuto subito una tranquillità diversa, una grande voglia di lavorare".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 28 luglio 2009 alle 14:40
Autore: Domenico Fabbricini
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