A poche ore dall'esordio dell'Inter al Mondiale per Club, l'ex attaccante nerazzurro Adriano si concede nella lunga intervista a DAZN in 'Família – Vita di un Imperatore'. Il brasilaino parte proprio dal soprannome che gli è stato dato nel mondo del calcio: "Mi ha fatto strano esser chiamato Imperatore. Vengo da una favela e dopo qualche anno sono stato chiamato Imperatore. È chiaro che questo ti faccia pensare. Ma se Dio ha voluto questo, non c’è niente da fare".

Sul calcio in Brasile:
"Il calcio serve nelle Favelas. Lì la vita è difficile. I bambini sono abituati a vedere le persone con la pistola o con il fucile. Lo sport è importante per loro, per cercare di far pensare loro un’altra cosa".

Il ritorno a casa e l’addio all’Inter:
"Me ne sono andato dall’Inter e sono tronato in Brasile perché mi mancava la mia famiglia. Dopo la morte di mio padre non avevo più la testa per poter giocare all’Inter. È un avvenimento che mi ha ferito tanto, ho scelto di tornare in Brasile perché non avevo più la testa e, così, avrei danneggiato la squadra e i miei compagni. Mio padre ha sempre fatto tutto per la mia famiglia e non c’era più, sono rimasto io e, come uomo, dovevo aiutare i miei familiari perché loro avevano bisogno di me".

Sulle difficoltà personali:
"Le persone non capiscono cosa sia la depressione, sembravo uguale e tutti, ma non era così. Ognuno ha il suo modo di gestire questa cosa, io ho avuto il mio. Ho fatto quello che sentivo nel cuore e nella testa. Non mi interessa di quello che pensa la gente, i mei amici e la mia famiglia erano con me in questa scelta".

Sugli ex compagni nerazzurri:
"Sono molto legato a Zanetti e Cordoba, all’Inter mi hanno accolto come un fratello, o come un figlio. Materazzi ha fatto la stessa cosa, stava sempre con me. Sono persone che mi hanno dato tutto per cercare di non andare via dall’Inter. Ancora oggi quando li sento mi fa molto piacere".

Sull’ex compagno e nuovo allenatore dell’Inter:
"Chivu all’Inter? È il profilo giusto, gli auguro il meglio. Non è facile da gestire una grande squadra come l’Inter, gli auguro di fare bene. Quando arriva un allenatore giovane il gruppo lo accoglie bene, anche perché nel caso di Chivu, lui stesso è stato un giocatore dell’Inter. Quando c’è il gruppo, c’è tutto".

Su un calciatore in cui si rivede:
"Il giocatore che più mi ricorda me? Non posso compararmi a Ronaldo o Ronaldinho perché sono ruoli diversi, quindi dico sicuramente Lukaku, gioca come me. Sarebbe stato bellissimo giocare con Conte!".

Su Ancelotti come nuovo allenatore del Brasile:
"Ancelotti? Per noi brasiliani è stata una scelta giusta, perché non abbiamo la cultura di giocare tatticamente nel modo corretto. E in questo senso avevamo bisogno di Carlo Ancelotti per avere questo tipo di organizzazione, non stavamo giocando nel modo giusto. Sarà dura vincere il Mondiale, soprattutto se non hai un allenatore che mette i giocatori al posto giusto. Ci sono giocatori che non hanno mai giocato insieme, sono tutti giovani e hanno iniziato ora a giocare insieme. Quindi ora ci vorrà un po’ di tempo per essere una squadra, ma lui grazie alla sua esperienza è l’uomo che può fare questo".

Sul suo futuro:
"Futuro nel calcio? Gioco con i miei amici, ma non voglio stare dentro lo sport. Gioco anche per rendere le persone introno a me felici e questo mi fa stare bene".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 16 giugno 2025 alle 16:50
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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