Goran Pandev, reduce dalle critiche del post Brescia-Inter, ammette che l’umiltà è tutto e che talvolta i fischi possono essere solo benzina nel motore, uno stimolo in più per fare bene. L’attaccante nerazzurro afferma che il popolo interista non ha visto il meglio da lui e aggiunge: “Mi piacerebbe fare il gol qualificazione col destro. Dopo quelli mancati a Brescia, non so cosa darei per farlo in coppa”. Nelle gare importanti (Supercoppa, Mondiale) segna sempre: “Esserci martedì è il mio chiodo fisso. Voglio andare ai Quarti. M’interessa più questo che il gol, poi se arriva di testa, di piede o di sedere non m’importa. Anche se forse di sedere sarebbe meglio. Ultimamente ne ho avuto poco”. Le critiche di questi sei mesi: “Non mi hanno ferito. Venivo da sei mesi top all’Inter, dopo non essermi allenato con la Lazio. Chiaro che ci fossero scompensi. Ora sto bene, la caviglia va meglio, grazie al lavoro con il preparatore Rapetti. Ora sono fiducioso”.

Tre motivi per la qualificazione: “Siamo l’Inter. C’è un gruppo abituato a gare così e un pubblico che merita”. Martedì come una finale: “Si, come a Madrid. Se giochiamo da Inter, passiamo il turno”. Che significa giocare da Inter: “Attaccare dal primo momento e fare gol. La testa è importante in gare del genere”. Il Bayern è forte davanti e debole dietro: “E’ vero, dietro sono vulnerabili”. Che cosa direbbe da allenatore: “Leo ci carica bene. Se fossi io il tecnico, direi che si ha solo un risultato a disposizione”. Chiarimenti sul suo ruolo: “Li ho fatti tutti. Non è facile cambiare sempre”. Movimenti tattici: “Giocare con Eto’o è bellissimo. Anche se non sono una prima punta, non ci saranno problemi. Se lui si sposterà a sinistra, mi adatterò”. Scudetto: “Abbiamo nove finali davanti. Poi c’è il derby. Anzi no, le finali sono dieci. Prima c’è il Bayern”.
 

Sezione: FOCUS / Data: Lun 14 marzo 2011 alle 09:35 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
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