L’acquisto di Lukaku ha letteralmente stappato l’entusiasmo dell’ambiente nerazzurro e mostrato una nuova dimensione nella quale tifosi e giornalisti sembrano aver compreso la direzione societaria.
Ho imparato a diffidare delle illusioni estive negli anni, a soppesare i titoloni e le ondate di entusiasmo alle quali non si poteva e doveva resistere, in omaggio all’ottimismo dei nuovi inizi e alla volontà di credere a tutto ciò che di buono veniva accostato all’Inter.
Dal 2011 ad oggi abbiamo visto un numero infinito di cambiamenti, proposti e venduti come risolutivi, a volte addirittura vincenti, perciò oggi per quale motivo dovremmo credere a questo ennesimo ribaltone, rispetto ai precedenti?
Senza fare tutto lo storico da quando Suning ha messo piede a Milano, qui c’è la netta sensazione che la proprietà stia facendo uno sforzo economico senza precedenti, senza più intermediari come Joorabchian, senza idee velleitarie e frustrazioni da settlement agreement.
Lo sta facendo affidandosi ad uno degli allenatori più quotati al mondo e ad un dirigente che, fino a quando era alla Juventus, era considerato il migliore in Italia (se ci leggete del sarcasmo fate bene).
Lo spessore dei professionisti, unito al tipo di investimento e alla capacità di tenere testa alla squadra col maggior potere economico in Italia, sta conquistando l’opinione pubblica dopo più di un mese di naturale diffidenza.
Se Marotta e Conte non avessero avuto una profonda matrice bianconera, Icardi, Nainggolan e Perisic fossero stati venduti a giugno, racimolando una cifra congrua e Lukaku fosse arrivato prima, non ci sarebbero state le tensioni che hanno mostrato un Antonio Conte visibilmente irritato e Beppe Marotta insolitamente sfacciato nelle intenzioni con alcuni giocatori.
Non è stato piacevole, dopo gli arrivi di Sensi, Godin, Barella, Agoume e Lazaro, passare tre settimane a dividersi sulla permanenza di Icardi e Nainggolan, a vedere l’Inter giocare ogni amichevole senza attaccanti, a leggere che Paratici stava bloccando ogni sbocco di calciomercato all’Inter, lavorando in accordo con la Roma e constatare che la percezione nervosa non era solo dei tifosi ma anche dell’allenatore,
Il confronto tra le parti a Nanchino ha avuto l’effetto di velocizzare le manovre in uscita, a partire da Nainggolan dato quasi in regalo al Cagliari e Ivan Perisic dato in prestito per 5 milioni al Bayern, con un diritto di riscatto fissato a 20 milioni.
L’arrivo di Romelu Lukaku ha invece trasformato la realtà in una dimensione consistente e luccicante, regalando la certezza che l’Inter può finalmente giocare economicamente ad armi pari con la Juventus, anche se deve rimontarne il valore tecnico in cui è ancora più avanti. Ha speso una cifra più bassa di quanto sembrasse inevitabile (65 milioni più 10 di bonus), lo ha soffiato in extremis alla Juventus, ha mostrato che la diffidenza verso la volontà di investire da parte di Suning era ingiustificata e che Marotta non era improvvisamente appannato.
Da una parte la scelta del club è stato quello di tagliare con professionisti tecnicamente di alto livello ma individuati come inadeguati a sostenere la responsabilità di un progetto
che, sopra ogni cosa, prevede il gruppo e la continuità, un livello di gioco molto intenso e nessuna partita giocata con sufficienza
Se poi due di questi giocatori sono pure in conflitto tra loro e l’ex capitano ha una moglie che fa terra bruciata attorno a quello che è pure il suo assistito, il pretesto per cederli arriva senza gente che scenda in piazza. Non c’è una visione positiva o negativa di questo momento perché molto deve ancora accadere. A partire dalla cessione di Icardi e da altri due arrivi che garantirebbero una rosa senza troppi limiti.
Resto dell’idea che la questione Icardi andasse gestita diversamente perché non si può rinnegare una piccola parte della propria storia cacciando un giocatore che è stato anche capitano, in questo modo. Per intenderci non disapprovo la cessione ma la modalità inutilmente feroce da febbraio e quel modo ridicolo di dividersi tra pro e contro Icardi che ne è derivato. Fa male vedere tifosi dell’Inter che insultano (letteralmente) altri tifosi nerazzurri e giornalisti dando vita ad una caccia alle streghe. È una polemica che se restava in ambito calcistico avrebbe avuto un perché ma c’è tanta gente che si esprime con cognizione di odio autentico, rivelando la propria inattitudine ad un confronto.
Menzione anche per Perisic il quale resta un rimpianto per un potenziale mai sfruttato sulla lunga distanza, per colpe esclusive del croato, il quale ha dimostrato di avere numeri importanti e un temperamento a tratti indolente nel percorso stagionale.
Il nuovo che avanza affascina legittimamente e ora c’è molta più fiducia nell’attesa che l’Inter assesti l’ultimo colpo (o forse due) mentre tenta di cedere anche Joao Mario.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 14 agosto 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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