Oggi il Suning Training Centre riapre i battenti in modo concreto. Frequentato finora da pochi eletti che hanno rinunciato alle proprie vacanze invernali per tornare prima possibile dai rispettivi infortuni (onore a Joao e Danilo, vi aspettiamo con ansia), adesso tornerà a essere il fortino di un piccolo esercito chiamato a ritrovare il feeling con la vittoria. Una settimana di tempo per essere pronti alla partita più importante del nuovo anno: domenica prossima, al Meazza, arriverà la Roma in quello che va ascritto tra gli scontri diretti in grado di dare una svolta alla stagione. E non darei per scontato un pareggio morbido tra due squadre non proprio in salute. Perché quando i loro mondi vanno in contatto, non sai mai cosa potrà venirne fuori. Nel frattempo c'è qualche interessante argomento da sviluppare.

Capitolo Suning. Ho letto in giro molta amarezza mista a rabbia tra i tifosi interisti. La proprietà, arrivata all'Inter in pompa magna e con proclami non certo indifferenti, non spende neanche un euro per rinforzare l'Inter a gennaio. Tralascio i commenti esterni di chi ha interesse a creare caos e puntare il dito, mi limito a fare un ragionamento inter nos. La premessa è arcinota: il 30 giugno il bilancio di FC Internazionale non deve avere quel fastidioso meno davanti. Si tratta del traguardo stabilito con la UEFA in base al settlment agreement. Non si scappa. Non ci sono proroghe, spalma debiti o altri artifizi finanziari. E Suning ha stabilito una strategia finanziaria che mira all'obiettivo e non prevede ulteriori esborsi in corso d'opera, neanche se reclamati dallo staff tecnico e dirigenziale. Sarebbe assurdo rovinare tutto con un sorpasso azzardato prima dell'ultima curva. Da quel che sappiamo noi, Walter Sabatini ha provato a chiedere un anticipo del budget stanziato per la prossima estate, una volta raggiungo il traguardo e con mani più libere. Nulla da fare, non è previsto e non si farà. Zio Zhang si è affidato a una squadra mercato di tutto rispetto e si aspetta che possa risolvere i problemi anche con la camicia di forza addosso. Perciò biasimare i 'cinesi' è ingiusto perché così si cancella quanto di buono hanno fatto finora. Non c'è alcun distacco o disinteresse nei confronti della sorte dell'Inter, i quasi 400 milioni investiti, le sponsorizzazioni, l'emissione del bond, il restyling delle strutture e il progetto di uno stadio di proprietà sono elementi granitici che lo dimostrano. Limitarsi a valutarli per il mercato di gennaio sarebbe insensato, per quanto sia materia molto sensibile, giustamente, agli occhi dei tifosi tutt'altro che interessati alla finanza. Si dirà: se l'Inter non va in Champions League è tutto inutile. Sicuramente la strategia finanziaria in atto prevede il ritorno dell'Inter nella competizione principale, sia per ragioni economiche sia di immagine. Ma Suning oggi è impegnata sul fronte societario e finanziario, ha lasciato in mano a gente competente l'aspetto tecnico. Ognuno ha il suo ruolo e c'è fiducia in chi finora ha mantenuto la squadra al terzo posto. Vorrei vedere anch'io nuovi giocatori di qualità già questo mese ad Appiano Gentile, ma sono consapevole del fatto che non c'è malvagità dietro il comportamento dei proprietari, semplice fermezza e rispetto delle regole, parte integrante della loro cultura anche negli affari. E se mi guardo intorno, almeno in Italia, non vedo proprietà che stanno smuovendo monti e fiumi.

Capitolo mercato. Lisandro Lopez è in arrivo, su Rafinha e Ramires si lavora con ottimismo. Inutile girarci intorno, nessuno dei tre sposta gli equilibri in questa Inter. Ma auspicare che in queste condizioni potesse arrivare un calciatore in grado di prendersi da subito un posto da titolare sarebbe ingenuo. Questa rosa, nelle intenzioni della dirigenza e dello stesso Luciano Spalletti, andava completata. Non rivoluzionata. Sabatini e Ausilio stanno lavorando in tal senso. Nessun fenomeno, solo giocatori che abbiano il pregio di arrivare in prestito e possano essere valide alternative in caso di bisogno all'undici titolare, ormai abbastanza solido. Serviva un centrale difensivo? Ecco Lisandro Lopez, E chi preferisce sottolinearne i limiti forse non sa che arriva da quarta opzione per il reparto, non da alter ego di Joao Miranda o Milan Skriniar. Meno puzza sotto al naso, please. A centrocampo applaudo l'eventuale arrivo di Ramires: corsa, esperienza e personalità in una mediana che ha mostrato evidenti segni di stanchezza e imborghesimento. Se Zhang accettasse di indebolire il Jiangsu Suning per rinforzare l'Inter, sarebbe un bel segnale dalla proprietà. Su Rafinha rimango perplesso. Le qualità del giocatore non si discutono, ha talento, il giusto pizzico di garra ed eclettismo. Fatico però a capire come possa essere utile nell'immediato per due semplici ragioni: è tornato abile e arruolabile solo da un mese dopo un grave infortunio; proviene dalla Cantera del Barcellona, che per quanto sia di altissimo livello è lontana anni luce dal calcio italiano. Magari meno dalle idee di Spalletti, che ama il gioco palla a terra. Servirebbe però del tempo per capire la nuova realtà (i casi Dalbert e Joao Cancelo sono emblematici), peccato che a maggio arriveranno i verdetti. Preferisco perciò pensare che davvero l'Inter lo consideri un investimento per il futuro e non solo per il presente, come si evince dalla trattativa sulla cifra del riscatto a cui evidentemente i nerazzurri non vogliono rinunciare a priori. Sono certo infine che Bruce e Bono stiano lavorando sotto traccia anche su altri calciatori utili alla causa, possibilmente un esterno offensivo con qualche gol in canna e che possa mettere un po' di pepe al c*** a Ivan Perisic e Antonio Candreva. E credo che Joao Mario verrà inserito in una di queste operazioni, per il bene suo e della squadra. Senza soldi è difficile fare mercato, ma se c'è fiducia nei direttori qualcosa di buono la tireranno fuori dal cilindro. A volte le idee valgono più dei soldi, basta averne.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 gennaio 2018 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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