Secondo minuto della ripresa di Inter-Cagliari, arriva il terzo gol dell'Inter che chiude la gara: una triangolazione nello stretto tra Samuel Eto'o, Goran Pandev e Diego Milito, il finalizzatore del tutto, da stropicciarsi gli occhi. E' questa la cartolina che Josè Mourinho ed i suoi ragazzi possono prendere, impacchettare e spedire al campionato italiano in memoria di una delle partite più belle dal punto di vista non solo del risultato, un perentorio 3-0, ma anche del gioco, da quando lo Special One siede sulla panchina nerazzurra: una cartolina, quella che rappresenta il terzo gol, che sta a simboleggiare lo strapotere di questa Inter su tutti i fronti. Già, perchè si vedono un calcio sublime, fatto di tocchi di prima e raffinate giocate, tre giocatori acquistati nel giro delle ultime due sessioni di mercato, e dunque immagini dell'abilità sul mercato, e la gioia nel giocare così bene da parte di un gruppo straordinario, che nemmeno i gufi e i criticoni possono minimamente turbare. E' stata una partita spaziale, a mio avviso, quella che oggi si è potuta ammirare a San Siro: colpi di classe, solo palla a terra, tre gol ed un portiere sensazionale, e contemporaneamente gli avversari più accreditati, quelli del Milan che doveva disintegrare l'Inter nel derby e che invece quasi si rintanò negli spogliatoi, che pareggiavano sul campo del Bologna concedendo altri due punti alla capolista che con uno show ha incantato il 'Meazza' e forse avrà fatto venire qualche altro brivido a Carlo Ancelotti, che dovrà affrontarla in Champions ed è consapevole di quanto siano in forma i nerazzurri in questo momento.

Credo che il segnale più positivo sia che nonostante l'assenza del cardine del gioco interista, Wesley Sneijder, gli uomini del Mou hanno tirato fuori una prestazione brillantissima, sulla scia di quanto mostrato contro Milan, Juventus e Fiorentina, nonostante si trovassero di fronte un Cagliari che è avversario ostico e ben organizzato, ma che in certi tratti è parso spaventato da una squadra che sembrava potesse segnare non appena lo avesse deciso. Segnale più che positivo anche dal tridente nuovissimo provato oggi da Mourinho, quello già citato sopra composto da Diego Milito, Goran Pandev e Samuel Eto'o, appena rientrato dalla Coppa d'Africa. Un tridente che mi è sembrato perfetto in ogni sua parte: Milito finalizzatore e terminale offensivo, Eto'o e Pandev implacabili alle sue spalle impegnati in un lavoro difensivo-offensivo eseguito nella miglior maniera possibile. Tutto questo, per l'appunto, senza Wesley Sneijder: impressionante, davvero.

Impressionante proprio come la crescita di Davide Santon, il bambino che pareva perduto nei meandri della bella vita e della moda e che invece è tornato a brillare come esattamente faceva un anno fa, quando stupì l'Italia ed il mondo e veniva già proclamato come il nuovo Facchetti. Fino a gennaio ha giocato poco e niente, poi Cristian Chivu ha subìto il terribile infortunio al cranio (in bocca al lupo a lui, speriamo di rivederlo presto) e Davide si è ripreso la corsia mancina: dai pochi minuti di Bari all'ottimo derby, passando per le buone prove in Coppa Italia contro Juve e Fiorentina e arrivando alla gara di oggi contro il Cagliari, dove è stato quasi perfetto. Cavalcate sulla fascia, concentrazione massima e chiusure da terzino navigato, una in particolare in diagonale difensiva che ha fatto balzare Mourinho, che si è scatenato dalla panchina e lo ha applaudito, portando il sorriso di Santon che col pollice alzato ha mostrato segnali d'intesa con il tecnico che lo ha fatto diventare ciò che è. La società gli ha dato fiducia, lui sta ripagando alla grande: mi auguro che Davide continui così, perchè le qualità sono eccellenti e l'impegno ce lo mette, più di quanto non faccia il suo grande amico Balotelli, l'uomo del "neurone-unico" smentito. "Non era riferito a lui", ha detto Mourinho in conferenza stampa a proposito di quando disse di un "Mariga possessore di milioni di neuroni, a differenza di qualcun'altro che ne ha uno solo". A me continua a sembrare strano, ma credo alla parola di Josè e noto che, effettivamente, i neuroni in questa Inter sono non milioni, miliardi.

La squadra gira a meraviglia, e giocatori dall'intelligenza straordinaria come Milito, Pandev o Cambiasso (e molti altri, che non sto qui a citare), hanno dimostrato anche oggi quanto siano importanti i neuroni nel calcio. "La cosa più importante per un calciatore è la velocità di pensare, e di applicare al gioco il pensiero", diceva Luis Figo, non proprio uno qualunque, ed aveva pienamente ragione. Chissà, mi viene in mente che proprio Figo avrebbe potuto spiegare ai suoi compagni questa massima, con l'aiuto di quell'altro grande amico e pensatore di Mourinho, e quasi tutti la hanno recepita alla perfezione. Così, aspettando che Balotelli metta definitivamente la testa a posto, godiamoci questa Inter che di neuroni ne ha abbastanza, e battiamo le mani ad una squadra che mostra un calcio stupendo e che, possiamo dirlo, sa soltanto vincere.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 07 febbraio 2010 alle 18:13
Autore: Fabrizio Romano
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