Nella serata in cui il Pafos batte il Villarreal e il Qarabag, evidentemente ringallunzito dalla benedizione di Conte un paio di giorni prima, strappa un punto al Chelsea, per il tifoso interista è lecito preoccuparsi che le congiunzioni astrali vogliano spostare palesemente gli equilibri nel mercoledì di Champions League. Proprio nella serata in cui i nerazzurri affrontano forse la squadra più 'simpatica' del torneo. E simpatica è un modo gentile per non dire debole. Niente scherzi e massimo rispetto, almeno per la competizione, come da monito di Cristian Chivu alla vigilia della partita del Meazza.

Scherzi a parte, il programma sin dall'inizio prevedeva, anzi imponeva, quattro vittorie nelle prime quattro partite, per una curiosa scelta del destino: metà calendario soft, l'altra metà hard, con doppia valenza: dura, ma anche eccitante. E i kazaki del Kairat Almaty erano l'ultimo step per rispettare le tempistiche. Tempistiche rispettate, perché il risultato non ammette ricorsi e va in archivio con i 3 punti a corredo. Però le congiunzioni astrali stavano per mietere un'altra vittima nell'inversione del concetto di Davide vs. Golia. Basti pensare che per 44 minuti gli ospiti reggono l'urto e, non sanno neanche loro come, proteggono lo 0-0 fino a quando, un attimo prima di andare a bere un té caldo, il Toro non sfonda (finalmente) la trincea avversaria. A questi 44 minuti poi vanno aggiunti i 12 tra la rete del sorprendente pareggio di Arad e quella della liberazione di Carlos Augusto. Addendo più addendo, sono 56 minuti in cui il modesto Kairat impone il pareggio all'Inter al Meazza. Roba che neanche gli scommettitori più arditi avrebbero ipotizzato.

Non che dal 67', il minuto in cui l'esterno brasiliano dà fuoco alle polveri del suo sinistro, sia stata una sorsata d'acqua fresca per i nerazzurri, sempre costretti sul chi va là dai coraggiosi kazaki, tutt'altro che remissivi e desiderosi di giustificare il lungo viaggio che ha portato loro e i quasi 1700 tifosi a Milano. Servono pertanto il massimo impegno e la massima concentrazione per portare in salvo la nave dalle potenziali tempeste che si sarebbero abbattute durante e soprattutto dopo sull'amiraglia di capitan Chivu. Alla fine della fiera c'è un pizzico di rammarico per non aver sfruttato il turno ampiamente alla portata per sistemare la differenza reti, dettaglio non trascurabile in questa lunga maratona europea. E magari anche un pizzico di preoccupazione per la prestazione troppo impacciata, sprecona e forse presuntuosa successiva a quella altrettanto discutibile di Verona, seppur per ragioni differenti. Ma poi l'Inter porta a casa due volte un 2-1 che vale 3 punti e forse non è il caso di andare a cercare il pelo nell'uovo, visto che in casa d'altri ci sono problemi ben più gravi di una vittoria di misura.

Al netto di una serata un po' sofferta, restano dunque punti in più in classifica e la conferma di un posto nell'attico della Champions League con Bayern Monaco e Arsenal. Prevedibile considerando il calendario, ma non certo scontato sempre a causa delle sopra citate congiunzioni astrali. L'altra buona notizia è il tanto agognato rientro di Thuram, che Esposito (male sotto porta ieri) e Bonny (bell'impatto nella ripresa) hanno coraggiosamente e sapientemente sostituito. Con l'attacco al completo e un'altra vittoria in tasca, si può mettere la Lazio nel mirino con maggiore serenità.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 06 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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