"Perché l’Inter ha preso Ange-Yoan Bonny se in rosa c’era già Sebastiano Esposito?". Tra le tante domande che rimbalzavano nella testa dei tifosi nerazzurri durante il mercato estivo, questa rientrava di sicuro tra le più gettonate. Erano in tanti a storcere il naso quando la dirigenza interista aveva deciso di portare a Milano il francese intavolando una lunga trattativa con il Parma, poi chiusa sborsando circa 25 milioni di euro complessivi tra parte fissa e bonus. Nella stessa finestra di trasferimenti ha invece dovuto fare le valigie uno della triade dei fratelli di Castellammare di Stabia, reduce dalla positiva annata in prestito all’Empoli e tornato - anche se solo di passaggio - alla base dopo il mancato riscatto dei toscani. Dopo l'insolita parentesi del Mondiale per Club negli USA, Seba ha fatto il biglietto e si è imbarcato per un volo direzione Sardegna, dove ha sposato il Cagliari e salutato definitivamente l’Inter in un affare da 4 milioni di euro più una corposa percentuale sull’eventuale futura rivendita. 

In Viale della Liberazione hanno scelto e deciso di puntare su un altro Esposito, Francesco Pio, che ha caratteristiche fisiche e tecniche ben diverse dal fratello e senza dubbio più utili alla causa visto il parco attaccanti completato da capitan Lautaro Martinez, da Marcus Thuram e, appunto, dal classe 2003 di Aubervilliers. Un talento cristallino con ampi margini di crescita che in questi primi sprazzi di nerazzurro sta facendo ricredere anche i più scettici sull’investimento fatto da Oaktree in estate. L’ultima prestazione messa in vetrina è arrivata nel tardo pomeriggio di domenica quando, chiamato a fare da controfigura al connazionale Thuram, Bonny non ha fatto rimpiangere il 9 interista ‘distruggendo’ la povera Cremonese con un gol (il primo da titolare, il secondo a San Siro) e una tripletta di assist che hanno spalancato la via della rete a Lautaro, Dimarco e Barella. Un performance che gli ha permesso di riporre il premio di MVP nella teca dei dolci ricordi di casa. 

Bonny ha saputo aspettare il suo momento e, soprattutto, sfruttare le occasioni che gli sono state concesse da Cristian Chivu, allenatore che ha avuto modo di plasmarlo e di osservarlo da vicino nella seconda parte della passata stagione in quel di Parma, prima di riabbracciarlo di nuovo ad Appiano Gentile. Il romeno conosce bene le potenzialità del francese e le sue qualità, oltre che l’intelligenza calcistica che un conoscitore del pallone può notare facilmente anche negli (apparentemente) anonimi movimenti senza palla. E, soprattutto, Chivu sa che uno come Bonny può indossare le vesti di vice-Thuram oltre che, all’occorrenza, agire anche da prima punta, come fatto per gran parte della sua avventura in gialloblu. Caratteristiche che mancano a Seba Esposito, seconda punta tecnica e sicuramente maturata nelle numerose esperienze in prestito che però non hanno mai convinto l’Inter a spingere per la definitiva conferma. Negli anni il classe 2002 ha bazzicato in Italia, tra Serie A e Serie B, e avventure all’estero: prima il prestito alla Spal, poi quelli al Venezia, al Basilea, all’Anderlecht, al Bari, alla Sampdoria e appunto all’Empoli, fino al mancato rinnovo del contratto in scadenza che ha poi ‘obbligato’ l’Inter a venderlo a prezzo di saldo ai rossoblu guidati da Giulini. 

Esposito ceduto, seppur con qualche rammarico per "quello che poteva essere", e Bonny vestito (di nuovo) di nerazzurro. Proprio come in quello scatto da bambino diventato virale già pochi minuti dopo la firma del contratto con il Biscione. Finora la mossa di mercato studiata negli uffici di Viale della Liberazione si sta confermando valida e sta dando delle risposte concrete. Anche a chi si poneva quella famosa domanda durante il mercato. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 08 ottobre 2025 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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