Riavvolgete il nastro al fischio finale di Juventus-Inter 4-3 e immaginate questo scenario: il 9 novembre 2025 l'Inter è prima in Champions League a punteggio pieno e prima in classifica a pari punti con la Roma (tra l'altro dopo aver perso anche a Napoli).

Questo capolavoro, disegnato prima della sosta nazionali, porta la firma di Cristian Chivu. I meriti sono tutti suoi perché Chivu è stato capace di risollevare una squadra di campioni che rischiava di sprofondare dopo il tragico finale della passata stagione.

Se come comunicatore Chivu ha conquistato tutti dal giorno zero, anche il Chivu allenatore ora inizia a riscuotere consenso. Perché se l'Inter è prima in Europa e in Italia è anche merito di alcune scelte tecniche coraggiose e illuminanti.

Partendo dalla porta con la conferma di Sommer post Juve-Inter, decisione assolutamente non scontata e che non tutti avrebbero preso. Passando poi alla difesa con Akanji diventato in poco tempo un pilastro ala novità Bisseck centrale. Arrivando poi a centrocampo con la rinascita di Calhanoglu e il recupero di Zielinski. Concludendo con l'attacco e con il lancio dei baby Bonny ed Esposito (ricordiamo che l'Inter ha avuto Thuram out per un mese) da subito. L'ultima chicca è Carlos Augusto schierato a destra. 

Scelte corraggiose che hanno ripagato. L'Inter ha vissuto già momenti difficili in questa stagione, ma il doppio primato è il risultato di un lavoro dietro le quinte fatto soprattutto da Chivu nella testa dei giocatori. Il gol di Lautaro contro la Lazio arriva dopo pochi istanti e dopo l'avvio di gara da parte di una squadra che è scesa in campo affamata e desiderosa di tornare in vetta al campionato. 

L'Inter di Chivu è aggressiva con il pressing alto e questo carattere si ripercuote anche nella testa dei giocatori. A novembre l'Inter non ha vinto nulla, ma oggi bisogna essere felici di quello che ha fatto vedere fin qui. Compresi i passi falsi perché come ha insegnato Chivu il saper perdere ti fa capire come saper vincere.

Il lavoro non è ancora compiuto, ma chi ben comincia è a metà dell'opera. Per chi non ha creduto in Chivu e nel suo magico caschetto il tempo è scaduto: posti su questo carro non ce ne sono. Qui per ora si festeggia. Pedro, Pedro, Pedro, Pedro, Pè...

Sezione: Editoriale / Data: Lun 10 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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