Dell’ultima prestazione dell’Inter col Kairat salverei il risultato e poco più. L’approccio alla gara è stato evidentemente troppo morbido e l’aver vinto solo 2-1 potrebbe compromettere, a parità di punteggio, un posto o forse più nella classifica generale della Champions. Si vedrà. Mancano 4 partite, le più dure, ma nel frattempo i nerazzurri hanno comunque fatto il loro dovere. Essere a punteggio pieno in Champions League non è mica semplice. E nonostante si abbia avuto la fortuna di evitare il Qarabag, gli azeri che sembrano la reincarnazione dell’Inter di Mou, del Milan degli invincibili e del Real Madrid delle tre Champions di fila, non era comunque scritto da nessuna parte che il team di Chivu conquistasse certamente 12 punti.

Nelle ultime 10 gare Lautaro e compagni hanno vinto 9 partite su 10, l’unica sconfitta è arrivata al Maradona, dove le troppe occasioni fallite, un errore eclatante dell’arbitro e il nervosismo per il torto subito hanno decretato l’1-3 contro la squadra di Conte, quella che negli ultimi anni ha speso quanto il PIL di uno stato per rinforzare la propria rosa e senza titoli, sportivamente parlando, rischierebbe una stagione da fallimento, ma guai a dirlo perché altrimenti l’associazione scudetto sul petto + aiuti + per mercato faraonico, quella di team che per forza di cose deve portare allo scudetto, si arrabbia. Ecco perché meglio appoggiare quanto viene proposto senza dibattimento. E tutto diventa surreale, una fake news, una post verità, come se quasi chi appoggia Conte debba comunque dargli sempre ragione, forse temendo quasi le sue reazioni. Ci sarebbero molte domande da porre ad un grande allenatore nei campionati, nonché palesemente inadeguato – almeno per il momento – in Champions League. Speriamo che i colleghi le facciano. Ne trarrebbe giovamento tutto il movimento, la A, i calciatori, i tifosi e lo stesso Conte.

Per il momento, tornando all’Inter, la sfida di domenica con la Lazio sa tanto di partita trappola. Che i giocatori ricordino anche quanto accaduto lo scorso anno. E facciano vedere a tutti le proprie qualità. Poi sarà sosta. E subito dopo derby col Milan. Ma, come dice Chivu, si deve pensare a partita dopo partita. E per evitare polemiche, critiche, pensieri negativi e quant’altro nelle prossime due settimane, prima della stracittadina con i rossoneri, c’è solo un risultato a disposizione. E meno male che il Qarabag gioca in Azerbajan e non in Serie A. Altrimenti sarebbe stato davvero complicato lottare per un titolo già stato assegnato a Zoubir e compagni.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 07 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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