Caro Babbo Natale,

sono un tifoso dell'Inter, il nome non importa. Non serve sapere come mi chiamo. Ti scrivo come tutti quelli che credono in te per avere qualche dono nella notte di Natale. Ultimamente la mia squadra ha fatto le bizze, ma io le sono sempre stato fedele e ne apprezzo la crescita rispetto alle recenti stagioni buie. L'anno scorso abbiamo raggiunto il quarto posto, quest'anno siamo tornati a giocare la Champions e in Italia stiamo risalendo posizioni. Potrebbe andare meglio, soprattutto se guardiamo al blasone. Ma se ampliamo l'analisi e guardiamo la realtà dei fatti bisogna riconoscere che il percorso di crescita è corretto e che ci sono tutti i presupposti per tornare a lottare al vertice in breve tempo.

E allora ecco qualche richiesta che spero tu possa accontentare.

Innanzitutto vorrei che il mio club restasse così com'è, con la sua eleganza e la sua dignità che lo contraddistinguono da sempre. Oltre i risultati del campo, oltre le varie proprietà: uno stile ben riconoscibile, vero vanto della sua storia.
Vorrei poter vedere sempre un San Siro pieno e trascinante.
Vorrei continuare ad avere dirigenti che non andassero in televisione a fare teatro e a rendersi ridicoli per commentare episodi arbitrali, ma vorrei anche una comunicazione più reattiva e incisiva quando veniamo tirati dentro in polemiche capziose.
Vorrei che Spalletti fosse lasciato lavorare in pace e vorrei gli venissero riconosciuti i giusti meriti, ricordando le macerie che ha ereditato.
Vorrei la si finisse di criticare Suning per partito preso: hanno dimostrato con i fatti le loro intenzioni e la loro reale voglia di investire nel club.
Vorrei una squadra sempre cattiva, sul pezzo, più incisiva negli ultimi sedici metri. Nell'ultimo periodo si è raccolto meno di quanto si meritasse soprattutto per l'incapacità di concretizzare.
Vorrei che Skriniar restasse a vita.
Vorrei togliere 10 anni a Borja Valero.
Vorrei che i miei compagni di tifo non scegliessero di anno in anno un capro espiatorio: non serve. Basterebbe guardare il rendimento attuale di Joao Mario per capirlo.
Vorrei ricordare agli intertristi, a quelli che “mai una gioia”, a quelli che "tifare Inter è una sofferenza" che non è vero. Tifiamo una delle società che ha vinto di più nella storia del calcio mondiale. Finitela.
Vorrei dire agli addetti ai lavori che affannarsi a innescare "casi" non è una prescrizione medica: si può evitare. E vorrei dire loro anche di evitare di parlare a nome dei tifosi nerazzurri, ché “il web insorge” è una formula che ormai hanno decriptato tutti.
Vorrei dire a Nainggolan che tutti sbagliano e che siamo pronti a perdonarlo.
Vorrei 6 punti per chiudere il 2018 col sorriso.
Vorrei tornare a vedere alzare almeno un trofeo nel 2019.
E poi vorrei il dono più importante di tutti: poter continuare a tifare Inter senza vergogna, senza ombre. Perché vincere non è l'unica cosa che conta. È l'amore al di sopra di tutto. L'amore vince.

Buon lavoro Babbo Natale. E buona fortuna. Ne avrai bisogno.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 25 dicembre 2018 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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