Si torna sempre dove si è stati felici. Ma anche dove ci si è scontrati contro l'insormontabile muro della disincantata, sadica, pesante e dolorosa realtà. Come quella piovuta sul capo degli interisti lo scorso 18 maggio scorso, quando Bisseck colpì col braccio un pallone che Pedro qualche minuto dopo ha insaccato dietro le spalle di Sommer, battuto dagli undici metri e sulla lotta scudetto. Nel frattempo il Napoli pareggiava sul campo, proprio, del Parma (allora) di Chivu, mettendo a referto una x servita ad allungare di una settimana l'agonia degli interisti, puniti la settimana successiva da una matematica che non poteva più regalare seconde possibilità. A poco meno di sei mesi esatti da quel giorno, l'Inter riaccoglie la squadra capitolina dalle tifoserie gemellate. Una compagine diversa quasi esclusivamente solo in panchina, dove a sedere c'è Maurizio Sarri e non più Marco Baroni, con poche pochissime novità rispetto alla passata stagione. Sorte invece differente per la squadra di casa che, oltre ad aver cambiato l'allenatore, vanta anche qualche pedina in più rispetto alla passata annata quando, ad esempio, in attacco mancavano le alternative, quantomeno valide, alla ThuLa

Alternative di cui ad esempio Cristian Chivu ha potuto godere nei quaranta giorni di assenza forzata di Marcus Thuram, uscito malconcio dall'eurosfida contro lo Slavia Praga e rientrato soltanto per diciannove minuti nello scorso match contro il Kairat Almaty. Quaranta giorni durante i quali il tecnico romeno ha potuto però usufruire dell'apporto di Pio Esposito e Bonny che insieme hanno realizzato 3 gol e 7 assist, numeri non altissimi ma neppure da buttare, specie guardando a quelli del più recente passato. Contro i biancocelesti, reduci dalla galvanizzante vittoria col Cagliari, i nerazzurri però ritrovano l'attaccante francese, scalpitante dalla voglia di tornare a giocare anche e soprattutto buttando un occhio al di là della collina della sosta per le Nazionali durante la quale rimarrà ad Appiano. Più che una buona notizia per i milanesi che contro Verona e Kairat hanno faticato e fatto arrabbiare Chivu che nel post Champions contro i kazaki ha mostrato disappunto e dispiacere per la prestazione fatta al netto dei tre punti raccolti in entrambe le uscite: punti utili, importanti, ma non soddisfacenti. Il braccino da tennista e anche un po' corto di gol rispetto a quanto costruito ha fatto suonare un allarme non soltanto tra i corridoi della Pinetina ma anche tra tifosi e addetti ai lavori che non possono non aver cerchiato con tanto di penna rossa gli improvvisi cali, quasi black out, che talvolta colgono i giocatori nerazzurri. Lo sfarfallamento di tensione che fa dell'Inter ancora una centrale ad intermittenza ha fatto interrogare su diversi tavoli calcistici, in quelli di Appiano in primis ed è proprio da Appiano che contro la squadra di Sarri si pretenderanno le prime risposte. Fallito il primo test ad alto voltaggio contro la Juventus e quello al Maradona, contro le aquile romane Chivu dovrà pretendere dai suoi una prima grande risposta in termini di maturità che deve andare oltre e guardare anche al benessere, oltre che ai doveri.

Proprio in ottica derby di Milano, che attende l'Inter al varco, immediatamente dopo la pausa, i tre punti contro i laziali metterebbero i nerazzurri nella condizione di 'staccare' la spina, pronunciando un arrivederci leggero e propositivo, imbevuto di vibrazioni e sentimenti positivi che permetterebbero un 'riposo' mentale rispetto alla quotidianità meneghino-comasca totale. Potenziale benzina da tenere buona in vista del gran premio della Madonnina del 23 novembre. Una sorta di gara sprint che fa salire i giri dei motori anche soltanto tenendo conto del risultato del Tardini, dove il Milan di Allegri ha rimediato un pareggio per 2-2 contro un Parma che esattamente come lo scorso anno con l'Inter ha rimontato da un iniziale svantaggio di 0-2. Ragionamenti di classifica che all'11esima giornata lasciano il tempo che trovano, ma talvolta giocano ruolo non irrilevante nei potenziali sliding doors stagionali. Piccoli 'rinforzi' psicologici che Chivu conosce bene e come tale tenterà di far ottenere ai suoi che contro la Lazio avranno qualche ricordo da non poter dimenticare, ma da dover accantonare. Simili per certi versi, gli Inter-Lazio di stasera e quello di sei mesi fa differiscono per più ragioni, fondamentali: se è vero che alla luce del 2-2 di Parma, a San Siro contro i biancocelesti Lautaro e compagni si giocano una potenziale carta a favore per la classifica, altrettanto vero è che, viste le tempistiche, di determinante non c'è niente se non il diktat 'ricordare per non perseverare nello sbaglio'. E nessuno più della Lazio ne fa risuonare l'eco: ricordare per non dimenticare che ogni punto ha uno specifico costo che oggi non sembra poter dolere, ma a maggio sì.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 09 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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