“Adesso andate via”. No, non è una richiesta sommessa di una persona con problemi sentimentali, come accadeva a Massimo Ranieri nel 1988, quando vinse Sanremo. Questa potrebbe essere tranquillamente la preghiera che la dirigenza nerazzurra, principalmente Ausilio, rivolge al cielo e ai cosiddetti esuberi che si oppongono al proprio trasferimento.
Fa un po' sorridere e forse è anche eccessivo mettere (ma si scherza, ovvio) queste parole sulla bocca di un dirigente nerazzurro, ma la realtà dei fatti potrebbe indurlo tranquillamente a farlo. In almeno sei sono di troppo in questa squadra, viste le nuove norme introdotte per regolamentare le rose, ma per un motivo o per un altro questi giocatori preferiscono rimanere pur essendo consci di essere di troppo, invece che lasciare Milano alla ricerca di più spazio.
Per la prima volta da anni l'Inter ha impostato il proprio mercato su di uno schema aggressivo, nonostante la sanzione del FFP: prima ha preferito comprare e poi cercherà di vendere. Questo, ovviamente, è un bene perché mostri la tua forza e la tua voglia di tornare competitivo, ma altrettanto ovviamente ti espone alle leggi del mercato secondo cui una volta aumentando l'offerta gli acquirenti potenziali o cercano di strappare la “merce” a prezzo inferiore oppure cerca solamente i pezzi pregiati della collezione, lasciando in secondo piano quelli ritenuti non di rilievo. Poi, essendo la “merce” in questione un essere umano il tutto è soggetto anche alla variabile impazzita del raziocinio di cui tutti siamo dotati.
Va così, dunque, che Shaqiri rifiuti lo Stoke nonostante l'Inter avesse praticamente accettato l'offerta degli inglesi, Santon non accetti nemmeno per sogno le destinazioni propostegli, Nagatomo ponga il veto su alcune squadre e alcuni campionati e Andreolli, forse convinto che la rosa dei difensori a disposizione sia quella della passata stagione, visto l'infortunio di Vidic abbia deciso di ''giocarsi le sue chance all'Inter'' declinando gentilmente la proposta del Bologna che lo avrebbe considerato pressoché un titolare inamovibile. Se a questi, poi, si aggiungono quei giocatori che ovviamente non sono ricercati sul mercato e per cui si aspetterà l'ultima settimana, si ha il quadro della situazione attuale dell'Inter.
E quindi Perisic è in stand-by da tempo immemore perché l'Inter non riesce a trovare i soldi necessari per soddisfare il Wolfsburg, Felipe Melo attende idealmente in aeroporto da giugno la chiamata per il volo Istanbul-Milano e non si può pensare a un esterno difensivo mancino proprio perché, oltre alla mancanza di soldi, c'è troppa abbondanza nel ruolo. Insomma, nonostante i fuochi d'artificio del primo mese di mercato nerazzurro, adesso si è forzatamente arrivati a un punto di stallo, in cui bisogna sfoltire prima di tornare ad acquistare. Una pausa che preoccupa e che blocca le strategie di una dirigenza che saggiamente ha prima accontentato Mancini, rinviando a momenti successivi l'annoso problema dei tagli.
Adesso, dunque, ci aspettano lunghe giornate estive in cui invece di pensare a chi verrà preso si cercherà di capire se e quando andranno via questi esuberi. Nel frattempo, per sorridere un po', mi piace immaginare Ausilio novello Ranieri che passeggia per casa, in ufficio o anche in quel di Riscone cantando l'incipit di 'Perdere l'amore', alzando puntualmente la voce ogni qualvolta gli passi di fianco un giocatore di troppo nella rosa, nel tentativo di convincerlo che la scelta di rimanere potrebbe non essere la migliore.
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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