"Dopo tre esercizi di fila in utile la Juventus va in rosso: il cda presieduto da Andrea Agnelli ha approvato il bilancio 2017-18, in perdita per 19,2 milioni, coperti con le riserve". Lo spiega oggi la Gazzetta dello Sport, che poi entra nel dettaglio: "Il fatturato, al netto delle plusvalenze, si è mantenuto per il secondo anno consecutivo al di sopra della soglia dei 400 milioni, precisamente a quota 411, in calo di una decina di milioni rispetto al 2016-17 (422) mentre i costi continuano a crescere, fino a 506 milioni contro i 495 dell’anno precedente - si legge -. Sin qui i numeri di sintesi. La riflessione che se ne deduce è la seguente. Dopo aver realizzato il turnaround aziendale, dopo essersi risanata e sviluppata fino a vincere sette scudetti di fila e a raggiungere la competitività europea, la Juventus si trova davanti a un bivio. La sua gestione caratteristica, considerati gli enormi sforzi per il potenziamento della rosa e nonostante la quasi triplicazione del fatturato dal 2011, è stressata e non ci si può affidare solo a fatti eccezionali, come la finale di Champions e la mega cessione di Pogba che avevano regalato 43 milioni di profitti nel 2016-17. Nella logica dell’autofinanziamento, imposta da Exor, tutto questo ha un peso. Anche, e soprattutto, così si spiega l’operazione Ronaldo, un investimento che contiene necessariamente i suoi rischi d’impresa ma che appare indispensabile per compiere un ulteriore salto di qualità agganciando nuovi ricavi e ritrovando l’equilibrio contabile".

Di fatto, sono scesi i ricavi dai diritti tv di circa 33 milioni. Stesso discorso per le plusvalenze, passate da 140 milioni a 94 a causa dell'assenza del jolly Pogba che aveva donato sorrisi nei precedenti esercizi. "Di contro il club bianconero ha continuato a spendere per migliorare l’organico. Nel 2017-18 gli ammortamenti e le svalutazioni sui calciatori sono aumentati di 25 milioni; è vero che gli stipendi per i tesserati sono calati di 2 milioni ma, al netto dei premi eccezionali riconosciuti nel 2016-17, si è registrata una crescita. D’altronde la Juve è in piena fase espansiva. Un certo allarme lo suscita l’aumento dell’indebitamento finanziario netto, passato dai 162 milioni del giugno 2017 ai 310 del giugno 2018 a causa degli esborsi (119 milioni) delle campagne trasferimenti - puntualizza la rosea -. Se lo si va ad analizzare nel dettaglio si scopre che il ricorso alle banche è stato pressoché stabile (da 307 a 329 milioni) ma, proprio sul mercato, è stato quasi bruciato il tesoretto derivante in primis dalla vendita di Pogba allo United, con le disponibilità liquide crollate da 140 a 15 milioni. A ogni modo, la Juve dispone di linee di credito per 502 milioni. Ma c’è da ragionare in prospettiva. Giunta a questo punto la società bianconera non può di certo imporsi l’austerity ma, semmai, deve trovare nuove leve di sviluppo".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 14 settembre 2018 alle 10:37 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print