Successo alla prima uscita, seppur ai calci di rigore, per l'Inter di Simone Inzaghi che rimonta due gol al Lugano e vince la Lugano Region Cup dopo la lotteria dei rigori. Di seguito i giocatori che più si sono messi in mostra e quelli apparsi ancora da rivedere:
I PIU'
DIMARCO - Prima della partita, Beppe Marotta spende belle parole per il difensore tornato dopo gli anni al Verona, scommettendo su di lui per il futuro ma anche per il presente. E il ragazzo cresciuto nell'Inter fa di tutto per dargli ragione: un'iradiddio che corre su ogni lato del campo per chiudere e ripartire, i calci piazzati sono tutti suoi e ne ha ben donde perché ogni pallone è disegnato col pennello e rappresenta sempre un potenziale pericolo. Pedina anche per il presente? Oggi sarebbe un grande sì.
SATRIANO - Niente male, questo ragazzino uruguayano, che dopo l'ottima annata in Primavera sta mostrando di avere carte da giocarsi anche per stare tra i grandi. Regge il peso dell'attacco a fronte di un Pinamonti molto evanescente, si danna cercando la rete che sfiora almeno tre volte prima di trovare con una esecuzione di altissimo livello per rapidità e precisione.
RADU - Merita la citazione perché alla fine è lui a suggellare il successo, effimero finché si vuole ma comunque da mettere in archivio: prima riesce a negare un gol fatto ad Abubakar con una respinta a mano aperta, poi nella lotteria dei rigori dice no a Guidotti e Covilo.
I MENO
DALBERT - Se questa doveva essere la passerella prima di volare verso Cagliari, concessa tra l'altro un po' a sorpresa da Simone Inzaghi per l'indisponibilità di Aleksandar Kolarov, diciamo che ha fatto poco e niente per lasciare un sorriso ai tifosi interisti. Spazzato via da Bottani nell'azione del vantaggio del Lugano, fatica molto a contenere gli avversari. Timida crescita nella ripresa.
PINAMONTI - Alla fine del primo tempo, Inzaghi avrà suonato sicuramente la sveglia vista la prova non brillante offerta dai suoi uomini. Recepiscono tutti meno che l'attaccante trentino, che ha l'alibi di venire picchiato parecchio duro ma non riesce mai a trovare lo spunto giusto per creare pericoli. Perlomeno calcia bene il suo rigore.
NAINGGOLAN - Lontano dal suo passo ideale, incide poco nella manovra, a tratti Inzaghi lo richiama all'ordine. Ha anche qualche screzio con l'arbitro a fine primo tempo. Anche lui dà qualche segnale di risveglio nella seconda parte di gara ma il Radja che non era abituato a non avere il posto da titolare è ancora una diapositiva offuscata rispetto a quello di stasera.
I PIU'
DIMARCO - Prima della partita, Beppe Marotta spende belle parole per il difensore tornato dopo gli anni al Verona, scommettendo su di lui per il futuro ma anche per il presente. E il ragazzo cresciuto nell'Inter fa di tutto per dargli ragione: un'iradiddio che corre su ogni lato del campo per chiudere e ripartire, i calci piazzati sono tutti suoi e ne ha ben donde perché ogni pallone è disegnato col pennello e rappresenta sempre un potenziale pericolo. Pedina anche per il presente? Oggi sarebbe un grande sì.
SATRIANO - Niente male, questo ragazzino uruguayano, che dopo l'ottima annata in Primavera sta mostrando di avere carte da giocarsi anche per stare tra i grandi. Regge il peso dell'attacco a fronte di un Pinamonti molto evanescente, si danna cercando la rete che sfiora almeno tre volte prima di trovare con una esecuzione di altissimo livello per rapidità e precisione.
RADU - Merita la citazione perché alla fine è lui a suggellare il successo, effimero finché si vuole ma comunque da mettere in archivio: prima riesce a negare un gol fatto ad Abubakar con una respinta a mano aperta, poi nella lotteria dei rigori dice no a Guidotti e Covilo.
I MENO
DALBERT - Se questa doveva essere la passerella prima di volare verso Cagliari, concessa tra l'altro un po' a sorpresa da Simone Inzaghi per l'indisponibilità di Aleksandar Kolarov, diciamo che ha fatto poco e niente per lasciare un sorriso ai tifosi interisti. Spazzato via da Bottani nell'azione del vantaggio del Lugano, fatica molto a contenere gli avversari. Timida crescita nella ripresa.
PINAMONTI - Alla fine del primo tempo, Inzaghi avrà suonato sicuramente la sveglia vista la prova non brillante offerta dai suoi uomini. Recepiscono tutti meno che l'attaccante trentino, che ha l'alibi di venire picchiato parecchio duro ma non riesce mai a trovare lo spunto giusto per creare pericoli. Perlomeno calcia bene il suo rigore.
NAINGGOLAN - Lontano dal suo passo ideale, incide poco nella manovra, a tratti Inzaghi lo richiama all'ordine. Ha anche qualche screzio con l'arbitro a fine primo tempo. Anche lui dà qualche segnale di risveglio nella seconda parte di gara ma il Radja che non era abituato a non avere il posto da titolare è ancora una diapositiva offuscata rispetto a quello di stasera.
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