Tanto tuonò che... non piovve. Massimo Moratti si tiene Claudio Ranieri, ma l'impressione è che la conferma del tecnico romano sia dovuta più a fattori esterni che non a convinzioni concrete. La lunghissima striscia negativa avrebbe messo sulla graticola perfino Mourinho, figurarsi un allenatore 'normale' (tra virgolette, che nessuno si offenda) sia per il presidente che per i tifosi. In altri momenti, e con altre congiunture astrali, Ranieri sarebbe stato messo alla porta già da almeno un paio di settimane. Ora no, e i motivi sono molteplici.
MEA CULPA - Le ragioni della conferma dell'ex tecnico della Roma vanno ricercate in facilissime deduzioni. “Non vedo in giro il Mago di Oz”, ha precisato Moratti. Ergo: si potrebbe cambiare, certo, ma con chi? Una mancanza di alternative credibili che fanno proseguire il rapporto di lavoro tra le parti. Inoltre, c'è insita anche una certa forma di presa di coscienza: perché se le colpe non sono di Ranieri nella quantità di doverlo esonerare, il momento nerissimo, evidentemente, è stato attribuito più alle scelte societarie cervellotiche (dalla scelta di Gasperini al mercato negativo) che alla gestione tecnica. Un mea culpa, in buona sostanza.
POLE AVB - Ma quello che risalta maggiormente è la voglia di ripartire da zero e cominciare fin d'ora a programmare il futuro. Ed è qui che si scatenano le voci per la panchina nerazzurra. Qualcuno ha già vociferato di ben tre viaggi di emissari interisti a Londra, per parlare con André Villas-Boas. Il lusitano sarebbe il candidato numero uno per la rifondazione: giovane, con idee innovative, con carisma e conosce l'ambiente. Piace. Piace parecchio, e nessuno può dimenticare il volo di Branca per parlare con lui e convincerlo ad accettare l'offerta la scorsa estate dopo l'addio di Leonardo. La clausola di 15 milioni bloccò tutto e scatenò Roman Abramovich che lo impacchettò e se lo portò nella capitale inglese. Ma la situazione col Chelsea, dopo un avvio ottimo, è degenerata, e non solo per colpe di AVB. In rotta con parte dello spogliatoio, l'ex tecnico del Porto si è dovuto barcamenare fra beghe societarie e un ambiente logoro, simile a quello interista. Lui stesso, ieri, ha lasciato intendere che un divorzio è assai possibile, rinvigorendo le voci interiste.
GLI ALTRI - L'impressione è che si stia già costruendo un'Inter su misura per il giovane André e un indizio – come scruta la Gazzetta – potrebbe essere pure l'arrivo a Milano di Fredy Guarin, di fatto inutile per la stagione in corso e pagato 1,5 milioni per un prestito che, forse, frutterà due mesi di campo. L'avvento di Villas-Boas, almeno, darebbe un senso al trasferimento del colombiano, pupillo del giovane allenatore nel Porto campione di Portogallo e trionfatore in Europa League. Più staccati il sogno Guardiola e la suggestione Bielsa. Quasi impossibile Capello: inviso al pubblico interista e storicamente piuttosto esigente sul mercato. Altri nomi? Si sussurra di Mazzarri e Guidolin, ma a un primo sguardo non sembrano godere dell'appeal necessario in seno alla dirigenza per rifondare un club come l'Inter.
BLANC AD HANDICAP - Resta in corsa Laurent Blanc, che verosimilmente scioglierà il suo legame con la nazionale francese. L'ex libero di Napoli e Inter piace, per stile e qualità, ma Euro2012 è un impegno gravoso, che farebbe perdere al tecnico transalpino la prima fase di costruzione della nuova Inter, non potendosi concentrare appieno sul nuovo progetto. E nella prossima stagione, il progetto dell'Inter non può prescindere affatto da indicazioni precise e pregnanti. Basta toppe, pezze e decisioni 'a rincorrere'. Serve fermezza e chiarezza. Pare si sia capito.
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