"Sì, l’Inter era interessata a prendermi e il Real mandò un’offerta al Midtjylland. Poi mi prese il Palermo". A svelare il retroscena è Simon Kjaer, ex difensore del Milan che, intervistato da La Gazzetta dello Sport, riavvolge il nastro al lontano 2008 prima di proiettarsi verso il derby di domenica prossima. 

Chi è favorito domenica? 
"L’Inter gioca in casa, vero? Allora dico 60-40 per l’Inter. In campo c’è equilibrio. Basta Milan, parliamo di Simon Kjaer. L’addio al calcio è arrivato dopo sei mesi di inattività". 

Che è successo? 
"Ho saputo che il Milan non mi avrebbe rinnovato a settembre 2023. Allora ho cominciato a pensare a quali condizioni volessi. Ho avuto un paio di possibilità ma ho capito che avrei dovuto fare compromessi. E con mia moglie ho deciso che, su queste cose, i compromessi non si fanno". 

Che cosa è cambiato il 12 giugno 2021, il giorno dell’arresto cardiaco di Eriksen all’Europeo? 
"Tutto. Se Christian se ne fosse andato, non avrei più giocato. Ho capito che il calcio è il calcio, la vita è la vita. Il calcio è lavoro e passione, la vita è un’altra cosa". 

Il pensiero torna tutti i giorni? 
"No, non ci ripenso, ma qualche giorno fa mi è successa una cosa. Durante una partita di mio figlio, un ragazzo si è fratturato il polso e l’ambulanza è entrata in campo. Mi sono sentito strano. Però, finché Christian starà bene, io starò bene. Mi hanno spiegato che, in un trauma, alcune cose le ricordi, altre no. Su quel campo eravamo in 40 e tutti insieme abbiamo ricordato quelle ore. Io ora non so quali ricordi siano miei e quali no". 

Come se in quel cerchio intorno a Christian si fosse sviluppata la memoria di un’unica persona? 
"Sì. I compagni mi hanno detto che se non fossimo stati abbracciati, alcuni sarebbero corsi via. Qualcuno guardava, altri no". 

Mai rivisto le immagini? 
"No. Al massimo qualche frammento dai social". 

Sezione: Focus / Data: Sab 15 novembre 2025 alle 10:40
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
vedi letture
Print