Massimo Mauro, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, parla del momento delicato della Juve e non risparmia una stoccata al calcio italiano attuale.

Un commento sulle prime partite di Spalletti?
"Buone, non entusiasmanti. Quando nel derby il migliore della Juve è il portiere, qualcosa non va. Capisco le difficoltà che ha Spalletti ad andare incontro all’aspettativa dei tifosi, non è per niente facile".

Quanto conta il lavoro sul piano mentale?
"La Juventus non è più un riferimento per i giocatori forti italiani e deve tornare a esserlo: c’è un grandissimo settore giovanile che però ha perso i giocatori quando sono diventati bravi. Marchisio, per esempio, ha giocato una vita alla Juventus. Fagioli, Kean, Rovella... A vedere la squadra di adesso, non è stato molto furbo mandarli via. La Juventus ne ha troppo pochi, deve tornare a costruirli o trovarli, ma non è così semplice. Comolli, Chiellini e gli altri hanno un compito difficilissimo".

Perché i nuovi acquisti stanno faticando a inserirsi?
"Perché non sono più forti dei calciatori che già c’erano in rosa... E sono arrivati tardi, così come Comolli, che pure deve fare fronte ai problemi di bilancio. Giocano tutti e quattro poco perché non stravolgono la squadra. Openda non è meglio di Yildiz e Vlahovic. Joao Mario non è meglio dei terzini, Zhegrova è la brutta o la bella copia di Conceiçao. David sembrava avesse un curriculum importante, ma purtroppo i tifosi non hanno visto niente fino ad ora".

Quale urgenza ha Spalletti?
"A Napoli ha fatto un miracolo contribuendo a far diventare giocatori come Di Lorenzo o Kvaratskhelia dei top. Osimhen litigava e faceva la lotta contro tutto e tutti e ora è una punta internazionale. Ecco, Spalletti dovrebbe farlo con Thuram, Yildiz e Vlahovic. Però manca un Kim: Gatti ha qualità ma non so se diventerà un difensore di livello internazionale, Bremer lo è però bisogna capire se resta affidabile fisicamente. Spalletti deve convincerli a tirare fuori la personalità e diventare trascinatori. Yildiz non lo deve fare coi dribbling, ma con concretezza e affidabilità: giocando senza palla, facendo i passaggi giusti, riflettendo senza andare sempre a 100 all’ora".

E sul mercato di gennaio?
"In Italia stanno arrivando gli scarti delle grandi squadre europee. Giovani forti, di 20-23 anni, non penso che arriveranno a gennaio in Serie A. Migliorare la squadra sarà molto complicato".
 

Sezione: News / Data: Ven 14 novembre 2025 alle 15:20 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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