Ange-Yoan Bonny si confessa ai microfoni della Gazzetta dello Sport a otto giorni dal derby contro il Milan. L'attaccante rivelazione di questa prima parte di stagione con la maglia dell'Inter racconta in primo luogo cosa ha imparato in questi primi mesi in nerazzurro: "Ho capito che serve tempo per capire dove sei, per realizzare quanto grande sia questo club. Poi, quando lo hai capito, devi renderti conto del livello della squadra, che si alza continuamente, già dall’allenamento: l’Inter è molto esigente, ti chiede sempre di più, ma mi trovo benissimo e imparo...". 

Che cosa deve imparare di preciso? 
"Il gioco spalle alla porta, qualche volta ho perso palloni stupidi. Poi migliorare il colpo di testa, ma anche la resistenza, visto che giochiamo ogni tre giorni e lavoriamo duramente. Durante la sosta ancora di più... In generale, anche le cose che ti vengono bene possono sempre essere fatte meglio". 

Chi la sta aiutando in questo apprendistato? 
"Ce ne sono tanti, ma con chi parla francese come Mkhitaryan è più facile. Marcus Thuram mi aiuta tanto e non solo da quando siamo compagni: già a Parma i suoi consigli sono stati preziosissimi. Mi spinge oltre, come anche i compagni italiani: vogliono che dia sempre il massimo senza cali". 

Che cosa ha provato entrando e segnando la prima volta a San Siro? 
"La prima volta è stata l’anno scorso col Parma: ero frastornato, lo stadio è così grande che sembra non finire mai, toglie il fiato. Quando giochi per l’Inter è diverso, ho avuto la fortuna di segnare subito col Toro: dopo il boato, nel rumore, non senti più niente. È bello, perché è tutto ovattato, è solo emozione". 

Chi è stato decisivo nello scegliere il nerazzurro? 
"L’anno scorso, in Parma-Inter, quella del 2-2, Bastoni mi butta giù e mi dice: 'Il prossimo anno vieni da noi...'. Sembrava un avvertimento, ma mi ha fatto piacere. Lui, Bisseck, Acerbi si fanno sentire in allenamento, aiutano a spingerti oltre". 

A Parma quel giorno c’era pure Chivu: quanto è importante per lei? 
"Moltissimo. A Milano il mister è la stessa persona vera che era a Parma, ha lo stesso modo di fare e di comunicare. Mi chiede sempre di essere disponibile per gli altri, di giocare prima per la squadra". 

Cosa vorrebbe “prendere”, invece, dal gioco di Lautaro e Thuram? 
"Vorrei avere la fame sotto porta di Lautaro: essere alla sua età il quarto marcatore della storia dell’Inter è straordinario. Lui vuole sempre segnare, che sia un gol bello o brutto non conta. Marcus, invece, sa fare tutto: gol, dribbling, assist. Forse con lui ho qualche similitudine di più, ma siamo diversi e possiamo giocare insieme. Vorrei prendere qualcosa anche da Pio, pochi difendono la palla come lui". 

Cosa sale alla mente nel pensare al derby?
"Come fascino e grandezza vale Barça-Real. Mi sono rimasti in testa certi duelli come quello tra Dumfries e Theo. Sono due grandi squadre che non si odiano, ma in quei 90’ è una battaglia. Speriamo che, alla fine, tutto si colori di nerazzurro...". 

Ma sarà già decisiva? 
"No, perché siamo solo a novembre e può succedere di tutto, però il derby è già importante: poter prendere altri punti, non solo sul Milan, ma anche su Napoli, Roma e le altre che spingono da dietro, sarebbe un bel salto". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 15 novembre 2025 alle 08:15
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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