Marko Pjaca, l’ennesimo talento del prosperoso vivaio della Dinamo Zagabria, sul taccuino di tutti gli osservatori e i direttori sportivi delle principali squadre europee, con l’Inter in particolare che sembrerebbe aver dato un’accelerata positiva per il suo ingaggio futuro, in esclusiva per FcInterNews.it non solo si apre al mondo e ai suoi mostrando che tipo di persona sia (anche) al di fuori del rettangolo verde di gioco, ma confessa pure le proprie ambizioni a breve e lungo termine, per un ritratto a tutto tondo del giovane croato.
E allora iniziamo subito dalla parte più dolce per i tifosi nerazzurri, quella in cui Marko, pur sottolineando come “stia benissimo alla Dinamo”, la squadra per la quale “ogni bambino nato a Zagabria voglia giocare” e sia quindi “entusiasta che questa ambizione si sia avverata”, spende parole al miele per l’Inter: “Non posso confermare che un giorno difenderò i colori nerazzurri, ma ammetto di essere lusingato dal fatto che il mio nome sia accostato ad un team così prestigioso come quello. Nel calcio non si sa mai cosa possa succedere in futuro, per questo il mio lavoro deve essere solo quello di giocare come so fare e poi vedremo quello che accadrà, anche perché ho la massima fiducia sulle persone che lavorano per me e per la mia carriera, perché ogni giocatore nello sport professionistico di oggi, anche se giovane, deve essere pronto a muoversi e a trasferirsi all’estero, fa parte del nostro lavoro - la spiegazione dell’ex Lokomotiva -. Certo, è quindi naturale che ogni bambino che pratichi il calcio sogni poi di vestire la casacca di uno dei club più importanti del mondo. E dell’Inter cosa posso dire? Che è un top team, con calciatori molto forti, io poi ho giocato con Brozović alla Dinamo mentre Kovačić fino a pochi mesi faceva parte della rosa interista, perciò devo dire di essere molto informato sui nerazzurri. Inoltre entrambi i miei connazionali, insieme a Perisic, oltre ad essere fortissimi, per questo basta vedere la loro carriera, sono pure dei bravi ragazzi, con cui è bello lavorare: ad esempio quando ci si allena quotidianamente con uno come Broz (ma anche con uno come me) vengono fuori mille aneddoti divertenti, che però preferisco tenere per me e non divulgare alla stampa”.
Insomma parole certamente importanti e di apertura ad un possibile trasferimento alla corte di Mancini, magari in un futuro non troppo lontano per Pjaca, che se non fosse diventato un calciatore professionista, avrebbe scelto il basket, “un altro sport che amo” e nel quale è pure “molto bravo a destreggiarsi”, per un ragazzo molto legato alle sue origini: “Ho trascorso un’infanzia molto felice a Zagabria, un periodo della mia vita che non cambierei per nulla al mondo, con una madre di professione medico, un padre insegnante di ginnastica e allenatore, e mia sorella maggiore. Sono molto legato alla mia famiglia, tant’è che vivo ancora a casa dei miei e dal momento che tutti mangiamo, dormiamo e per l’appunto viviamo sotto allo stesso tetto, è per me naturale contribuire alle spese, dal momento che ho un lavoro e un reddito – la confessione del calciatore che prosegue svelando il perché sia così legato ai suoi cari -. La mia famiglia, pur facendo parte della classe medio-alta della società, non era estremamente ricca, e di sacrifici i miei genitori ne hanno fatti eccome. Non legati al denaro, ma al tempo, che spendevano per me e non dedicavano a loro stessi per accompagnarmi ai migliaia di allenamenti che ho sostenuto, ai tornei o alle altre attività che seguivo. Da parte mia mi sono comportato come un qualunque atleta che voleva per davvero diventare un professionista, così mentre i miei amici andavano fuori a fare festa io rimanevo a casa a dormire perché il giorno seguente c’era sempre una partita o una sessione di allenamenti. Ma ne è valsa la pena. Il mio maggiore desiderio, comune a quello di tutti i ragazzini, era di giocare per la propria squadra del cuore, io ci sono riuscito e adesso sto vivendo sulla mia pelle la realizzazione di quel sogno con la Dinamo Zagabria”.
Esterno, fantasista, all’occorrenza anche punta, il croato è di fatto un jolly offensivo che potrebbe davvero far comodo a qualunque top club europeo, per un giocatore che non dimentica di certo il passato, ma vuole costruirsi un futuro con le proprie forze: “Il mio giocatore preferito? Ronaldinho. Non solo per il suo gioco brillante, ma anche perché lui si divertiva quando scendeva in campo, lo spettatore poteva percepire la sua felicità e il tutto veniva trasmesso in modo naturale. Mi piace anche Ibrahimović perché ha cambiato un sacco di club nella sua carriera e in tutto il mondo ha vinto trofei, facendo un grande lavoro per le proprie squadre, permettendo loro di vincere le partite”, la puntualizzazione del 20 della Dinamo, “un numero scelto in modo casuale, che ormai ho imparato ad amare”, che poi prosegue: “A quale giocatore posso essere paragonato? Domanda difficile, per questo dico Marko Pjaca. Da bambino ovviamente ho avuto i miei idoli ai quali mi sarebbe piaciuto assomigliare, ma oggi non voglio farlo con nessuno perché punto a creare il mio stile di gioco ed a essere così riconoscibile per gli amanti del calcio. Forse è anche per questo che non ho soprannomi caratterizzanti, tutti mi chiamano per nome o cognome, quindi ti dico che il mio obiettivo è quello di migliorare giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Posso imparare per tutta la vita e migliorare così sia persona che come giocatore”.
Giovane ma determinato, per un personaggio che di certo ha le idee ben chiare: “Con la Dinamo abbiamo raggiunto la fase a gironi, l’obiettivo che ci eravamo prefissati per questa stagione e siamo quindi soddisfatti. Certo vogliamo toglierci altre soddisfazioni e conquistare punti prestigiosi, come ad esempio nella prossima sfida europea contro l’Arsenal. Ma per ora ragioniamo match dopo match e alla fine tireremo le somme – precisa l’estroso fantasista -. L’anno scorso eravamo tutti felici e orgogliosi di aver conquistato il campionato croato, perciò partecipare alla Champions League è stato il coronamento di un sogno tramutatosi in realtà”.
Dopo aver tessuto le lodi di Messi e Ronaldo, “i migliori al mondo, entrambi disumani per quanto forti, semplicemente incredibili, per due top players che è un piacere vedere giocare settimana dopo settimana e battere record su record”, Pjaca analizza poi la rappresentativa a scacchi, della quale fa parte ormai in pianta stabile, e quella Azzurra: “Per quanto riguarda la Croazia devo dire che per un Paese così piccolo riuscire a qualificarsi ancora una volta per i campionati d'Europa è un grande risultato. Penso che abbiamo giocatori di classe mondiale e con un po’di fortuna potremmo fare qualcosa di grande in Francia, centrando un ottimo risultato – la speranza di Marko, nato calcisticamente nello ZET, una squadra del suo quartiere - “Sull’Italia dico che ha grandi giocatori, come sempre. Ci sono leggende come Buffon, Pirlo, Chiellini e altri numerosi giovani dai grandi numeri come Verratti: una grande Nazionale che potrà andare molto lontano ad Euro 2016”.
Pjaca, dopo aver ribadito di “essere al settimo cielo poiché sta vivendo il suo sogno”, spiega poi che l’obiettivo personale di questa annata sia quello “di migliorare con regolarità”, specifica inoltre come voglia “nuovamente vincere il campionato con la Dinamo, fare bene in Champions e con la propria Nazionale”, senza dimenticare però di ribadire ulteriormente come un giorno “vorrebbe difendere i colori di una delle maggiori compagini europee a livello di club”, svela infine le sue passioni extracalcistiche: “Mi piace trascorrere il tempo con la mia ragazza, con i miei amici, andare al cinema e giocare ai videogiochi, insomma cose da ventenne, e amo anche lo sport e le auto veloci. Sono felice con la mia macchina, una Opel Corsa, ma confesso che attualmente stia pensando a cambiarla”. E chi lo sa che non sia il solo cambiamento al quale Pjaca andrà incontro nei prossimi mesi…
Simone Togna
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