Domenica scorsa è stato tra i grandi protagonisti della netta vittoria nerazzurra nel derby, ma chi lo conosce e lo ha visto giocare non ne è rimasto sorpreso. Mohamed Dabo si sta confermando un punto di riferimento per l'Inter Primavera guidata da Stefano Vecchi, che affida costantemente a lui le chiavi del centrocampo. Grinta e polmoni, con una buona tecnica di base, per un ragazzo classe '96 che sta bruciando le tappe e già oggi viene indicato come uno dei migliori prospetti della Cantera nerazzurra, già ricca di talenti. FcInterNews.it lo ha intervistato a Interello, ricostruendo con lui l'arrivo in nerazzurro, l'attualità e scoprendo alcune delle sue preferenze in ambito calcistico.

Avete vinto il derby e ora siete i veri favoriti del girone. Ci sono pressioni aggiuntive?
“No, non abbiamo pressioni, ma è vero che il mister ci dice sempre che tutti i club ci aspettano perché siamo la squadra da battere. Tutti ora vogliono battere l’Inter, ci vogliono fermare, ma noi siamo sereni e ci alleniamo bene come sempre. Pensiamo di poter vincere tutte le partite. Sul derby dico che, come al solito, il mister prepara davvero bene le partite, per come ci alleniamo possiamo vincere tutte le gare. E’ vero che il derby è qualcosa di diverso, con più pressione, tanti aspettano questa sfida. Ma Vecchi ha sempre detto che se giochiamo come sappiamo allora vinciamo. Poi si è visto in campo”. 

Fa piacere che ci fosse Thohir sugli spalti? Vi ha detto qualcosa nel post gara?
“E’ la seconda volta che viene alle nostre partite, anche l’anno scorso era presente contro il Milan e abbiamo vinto entrambe. Per me porta fortuna (ride ndr). Fa piacere vedere il presidente vicino, noi lo sentiamo come un giocatore dell’Inter. Si vede che si interessa molto ai giovani”. 

Ci spieghi il tuo arrivo in Italia? 
“Io giocavo come tutti i bambini africani per strada. Lì dei norvegesi mi hanno visto giocare e mi hanno portato, per un provino, all’Arsenal. Loro mi volevano ma c’erano problemi per ottenere il permesso di soggiorno, in Inghilterra è difficile averlo. Dopo sono tornato a casa e c’erano due squadre norvegesi che mi volevano, ma poi c’è stato un osservatore (Galasse ndr) che ha parlato con il mio procuratore Gabriele Savino e hanno fatto di tutto per farmi provare qui all’Inter. Quando sono venuto per il provino mi ha visto giocare Casiraghi e mi ha preso subito”. 

L’anno scorso è stato il tuo primo anno in Primavera. Come lo hai visto? E’ vero che ti hanno dovuto un po’ “calmare” per la grande voglia in campo? 
“L’anno scorso mi è servito per fare esperienza, è stato molto positivo per me. Ho imparato molte cose, poi volevo farmi vedere davanti a tutti. Ogni tanto facevo qualche entrata da ammonizione, oppure ho preso qualche rosso. Lì ho capito. Il mister mi dice sempre che devo stare tranquillo. Avevo un problema: volevo sempre vincere tutti i contrasti e non può andare tutte le volte così. Ora lo ho capito e quest’anno andrà meglio”. 

L’anno scorso non è andata come volevate. Perché non siete arrivati in fondo? 
“Per me l’anno scorso eravamo bravi, ma non eravamo un gruppo, si vedeva anche in campo quando giocavamo. Quest’anno lo siamo, questa è la differenza. Tutti quelli che entrano fanno bene, siamo un gruppo, ognuno si adopera per l’altro. L’anno scorso non era così. E’ questa la differenza, ma la qualità c’era anche lì. Il gruppo mancava un po’…”. 

Il tuo rapporto con Vecchi?
“Posso dire che in vita mia non ho mai visto un allenatore come lui. Mi fa sempre uscire la voglia di dare tutto in campo. Per come ti allena: chiede sempre intensità e aggressività. Un allenatore così ci aiuta tantissimo, soprattutto noi giovani. Prepara alla grande le gare. E’ perfetto per tutta la squadra e non solo per me. Tutti sono felici di averlo come mister”. 

Ti chiamano il “Medel della Primavera”
“Sì, gli amici mi chiamano sempre Medel. Lui per me è un grande giocatore, io devo fare ancora molta strada e poi vedremo se posso arrivare al suo livello. Ha giocato il Mondiale e adesso gioca nell’Inter, è un grande giocatore. Io sono ancora in Primavera. Mi dicono che assomiglio non solo a Medel ma anche Makelele. Mi fa piacere essere accostato a questi nomi di grandi campioni”.

Da chi rubi qualche segreto quando ti alleni con la prima squadra?
“L’anno scorso prendevo tante cose da Cambiasso. Lui sa benissimo come muoversi in campo, a mio parere sa tutto sul calcio. Quest’anno ci sono Medel e M’Vila, davvero bravi”.

Il sogno è esordire con l’Inter prima squadra? Il progetto Thohir dà più speranza?
“Sono contento dell’attenzione di Thohir per i giovani. Dà la sensazione a noi della Primavera, ma non solo, che l’Inter ha un progetto per farci arrivare alla prima squadra. Io credo che, se facciamo bene quest’anno, alcuni di noi potranno provare a dire la loro. Credo a questo sogno”. 

In cosa pensi di dover migliorare?
“Devo crescere ancora molto in generale, magari a non ricevere cartellini, avere meno irruenza in campo. Quest’anno ho preso solo un giallo in 7 gare, sono migliorato ma posso ancora evolvere in questo. Poi nel gioco, Vecchi dice che mi devo proporre di più”. 

Finora il cammino è stato perfetto. Che obiettivi avete per essere felici a fine stagione?
“Noi parliamo sempre, vorremmo vincere campionato, Coppa Italia e Viareggio. Perché no? Certo sarà davvero difficile, lo sappiamo, ci aspettano tante partite. Ma noi ci crediamo. Saremmo soddisfatti ad arrivare in fondo in tutte e tre le competizioni. Poi giochiamo partita dopo partita”. 

Puscas e Bonazzoli sono già in orbita prima squadra. Come li vedi?
“Mi fa piacere giocare con entrambi, sono grandissimi giocatori. Sono umili, come anche Donkor. Tutti e tre spiccano per questo. Quando giocano con noi sono della Primavera. Non fanno vedere mai la differenza col fatto che sono della prima squadra. Non sono mai cambiati verso di me”. 

Un altro compagno di squadra su cui puntare per il futuro?
“Dico Gaston Camara, senza dubbi. Può diventare un campione”. 

Sezione: Esclusive / Data: Ven 24 ottobre 2014 alle 17:00
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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