Tempo di cambiamenti epocali in casa Inter. Massimo Moratti sta per cedere il suo scettro a Erick Thohir. Un passaggio magari non traumatico, in continuità con il recente passato. Ma è chiaro che il sentimento che adesso prova la maggioranza dei tifosi nerazzurri è un mix tra curiosità e malinconia. In mezzo, tanta riconoscenza per chi ha portato l'Inter sul tetto del mondo. Deve esserci, e non solo per quello. In esclusiva per FcInterNews, Bedy Moratti ha parlato degli ultimi anni di gestione. L'attuale presidente onoraria degli Inter Club, nonché sorella di Massimo, dribbla ovviamente i discorsi su Thohir, che resta però una figura sullo sfondo. "Preferisco dire il meno possibile, anche perché non ho ancora parlato con mio fratello".

Signora Bedy, si aspettava un'Inter già così competitiva?
"Merito di Mazzarri. Lo si vedeva già nel Napoli che era un allenatore molto bravo. Venire da noi, evidentemente, è stata una spinta in più per far bene. E poi noto con immenso piacere che ha tutti dalla sua parte, squadra e società. A me sembra che l'Inter stia funzionando e le prime partita sono state una dimostrazione delle sue capacità come tecnico".

Dalle prime uscite, in effetti, si nota già un'ottima amalgama del gruppo.
"Verissimo. Ci sono una compattezza e una forza ritrovate. Era anche difficile aspettarsi un'evoluzione così in breve tempo. Sono caratteristiche che si erano un po' perse e che ora rivediamo nel gruppo".

Un gruppo in cui si apprezza anche la rivalutazione di tanti giocatori rimasti nell'ombra fino a poche settimane fa.
"Esatto. E devo dire che è anche una mezza rivincita per alcune scelte di mercato. La società si prendeva anche colpe che non c'erano e ci fa piacere che invece adesso ci sia questa inversione di rotta".

Continuando così, è lecito aspettarsi qualche ritocco importante nel mercato di gennaio?
"E' possibile, assolutamente. Ovviamente, prima bisognerà aspettare di capire cosa succederà, sia a livello societario che per quanto riguarda i movimenti sul mercato. Ma è chiaro che quando c'è stato bisogno, la società si è sempre mostrata all'altezza. Adesso, però, non so bene come definirla: se l'Inter siamo noi, se sono loro, se siamo insieme... (in chiaro riferimento alla cordata indonesiana, ndr)".

Beh, si può definirla come l'ha definita suo fratello in tempi non sospetti: due genitori che fanno il bene del figlio.
"Giusto. E poi per me, comunque vada, Massimo sarà sempre il mio presidente".

Un presidente che ha sofferto tante critiche negli ultimi anni, nonostante i risultati.
"Sui risultati c'è poco da dire. Magari, ecco, nel post-Triplete qualcosa non è andato per il verso giusto. Dopo un momento di euforia, è possibile che qualcuno abbia pensato di aver fatto già abbastanza, ma nella vita non è così".

Facile dire dopo che sarebbe stato corretto vendere i pezzi migliori?
"Molto facile. Se in quel momento avessimo venduto i vari Milito, Maicon e compagnia sarebbe giustamente successa la rivoluzione... Diciamo che ci sono stati errori, ma anche contingenze difficili da prevedere. Penso all'addio di Mourinho oppure a quello di Leonardo. Son cose che magari hanno lasciato un certo tipo di lavoro nel momento in cui si poteva fare tanto di più".

E adesso l'Inter ripartirà da Mazzarri e da Thohir. Con la supervisione e il cuore di Massimo Moratti, che – qualsiasi obiezione proferiscano i detrattori – resta uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 20 settembre 2013 alle 16:05
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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