Con il mercato ormai entrato nel vivo l'Inter sta (forse) comprendendo cosa vuole fare da grande. E' fuori da ogni dubbio che la rosa vada migliorata e rinvigorita, ma le parole del direttore sportivo Piero Ausilio non aiutano a capire quali siano realmente i piani della dirigenza nerazzurra per la prossima stagione. Alla lista delle dichiarazioni di difficile interpretazione vanno aggiunte quelle rilasciate alla consegna del Football Leader, in cui lo stesso definiva ''mediatica'' la trattativa per Yaya Touré.

Posto che ancora la situazione non appare chiarissima, sembra quantomeno incomprensibile questa marcia indietro di Ausilio dopo che tutto lo stato maggiore nerazzurro, da Thohir in giù, aveva espresso la propria volontà di portare l'ivoriano a Milano e non solo per visitare i padiglioni dell'esposizione universale che si sta tenendo nel capoluogo lombardo. Insomma, prosegue la peculiare strategia nerazzurra di esporsi direttamente per poi negare o perlomeno ritrattare le proprie uscite. Questo modus operandi non aiuta e, nei tempi dei social network, scatena le ire e le ironie di chiunque faccia parte del mondo Inter: che senso ha esporsi così direttamente per un giocatore per poi catalogare il tutto come ''trattativa mediatica''? Ci troviamo di fronte al classico esempio de 'La volpe e l'uva'? E' questo l'aspetto che offre più spunti riflessivii.

Il mercato dell'Inter prosegue sicuramente, senza farsi intaccare dalla strategia comunicativa relativa a Yaya, ad esempio la situazione relativa a Thiago Motta è in evoluzione e quella legata a Felipe Melo potrebbe avere una nuova svolta la settimana prossima, ma certamente non si può non pensare a quello che doveva essere il colpo da 90 di questo mercato estivo che all'improvviso pare essersi banalizzato a sogno collettivo di tarda primavera, nemmeno di inizio estate. Posto che questo affare sia definitivamente saltato, e su questo permangono dei dubbi (o speranze), perché anche con le piste alternative si sta utilizzando la stessa esposizione mediatica? Questa non è una critica, ma una semplice domanda da parte di chi, come molti, vorrebbe capirne di più. L'alternativa potrebbe essere Kondogbia, ma perché esporsi allo stesso modo rischiando poi di far illudere i tifosi? Perché di questo alla fine si sta parlando.

I tifosi, nonostante provino a immedesimarsi nei panni di un direttore sportivo grazie ai numerosi giochi manageriali, non possono comprendere a pieno tutte le dinamiche che stanno alla base di una scelta di mercato così importante e si affidano alle parole di chi la società la rappresenta in via istituzionale. Dunque è comprensibile che si lascino trasportare dai nomi, specialmente in questa fase di mercato. La bravura sta nel non rivelare nulla né di esporsi eccessivamente. Adesso i punti sono due: o quella di Ausilio è una brusca inversione a ''U'' o è un tentativo di depistaggio per poter continuare a lavorare nell'ombra senza che nessuno, questa volta, possa rivelare dettagli e situazioni importanti ai fini della trattativa.

Nel dubbio, però, rimangono sul tavolo (e nei commenti dei tifosi) le parole del diesse che suonano come beffa per chi segue l'Inter. A questo punto bisogna rifarsi a un antico adagio che può essere monito per il futuro, così come la chiave per leggere tra le righe della situazione attuale del mercato nerazzurro: un bel silenzio non fu mai scritto. Se però si riuscisse a mantenere in parte anche questo velo di mistero sulle trattative di mercato, chissà che non sia lecito attendersi delle (piacevoli, ci mancherebbe) sorprese. Non è un caso se i migliori colpi nascano proprio all'improvviso.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 06 giugno 2015 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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