La vicenda è nota e non vale nemmeno la pena ripetere ciò che è stato detto. Piuttosto, è bene analizzare tutto quello che è seguito al “saluto affettuoso” - come l'ha definito Beppe Marotta – di Andrea Agnelli a Massimo Moratti. Inter e Juventus si saranno anche strette la mano per quanto riguarda le battaglie in Lega e tutto il resto, ma il solco rimane ed è quello tracciato da Calciopoli. Un solco che viene marcato sempre da una parte, anche quando non ve n'è bisogno come nel caso più recente. Stavolta, però, il rampollo di casa Agnelli ha trovato sulla sua strada non una battuta sorridente o un elegante no comment pronunciato in fretta e furia davanti a una miriade di cronisti. Stavolta il club, sotto mandato del presidente Erick Thohir, ha risposto con vigore attraverso un comunicato ufficiale.

Perché questa malsana abitudine di mistificare la realtà e di far sembrare nel giusto chi urla di più non può sempre essere sopportata. E allora dura la replica della società, che è andata a segno come nel migliore dei contropiede. Uno slancio di orgoglio nerazzurro che sicuramente avrà strappato compiacimento nei tifosi della Beneamata. Sembra che Thohir abbia preso spunto da Nanni Moretti quando, in una fortunata pellicola di qualche anno fa, supplicava Massimo D'Alema di dire qualcosa di sinistra. Ecco, Thohir ha detto qualcosa di interista, rispedendo al mittente polemiche sterili in un momento delicato. Perché l'indonesiano ha il volto gentile e un aspetto finanche tenero, ma ha dimostrato di saper usare anche il machete quando si tratta di fare il bene del club.

Adesso qualcosa del genere ci si aspetta anche da Walter Mazzarri. Per carità, nulla che sia studiato a tavolino, finto o pacchiano. Però non è possibile che in un anno e mezzo il tecnico toscano non si sia reso conto che anche l'empatia e il saper comunicare all'esterno determinati sentimenti siano parte fondamentale del lavoro dell'allenatore odierno. Il tecnico ormai è una figura a tutto tondo, che non può limitarsi al mero lavoro di campo. Specie poi quando i risultati sono insoddisfacenti. Uno sforzo d'integrazione con la realtà interista gioverebbe e non poco a Mazzarri, mai come ora scollato dal tifo nerazzurro. E poi non è possibile vivere ogni conferenza stampa o intervista come una condanna a morte: ognuno è fatto a suo modo, ci mancherebbe, però alla lunga questo tipo di atteggiamento si rivela controproducente per lui e per la squadra.

Attenzione, non stiamo parlando di una di quelle “operazioni simpatia” che lasciano il tempo che trovano. Qui si parla di interagire e immergersi nel mondo in cui si lavora, plasmarsi con l'ambiente, intercettare gli umori di piazza e capirne le esigenze. Questo finora è mancato e i risultati (non solo di campo) sono lì a testimoniarlo.

Thohir l'ha capito subito e ha risposto come si doveva alle lezioni morali di chi proprio non può permetterselo. E non è certo questa la sede per ricordare il passato poco chiaro della famiglia Agnelli (a cominciare dagli strettissimi rapporti col Fascismo). Tanti, in questo Paese, avrebbero da ridire sul loro operato. E parliamo di migliaia di famiglie di lavoratori, che in ballo avevano molto più di uno scudetto. Detto con affetto, ci mancherebbe.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 28 ottobre 2014 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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