L'ho già scritto. Una grande squadra è la diretta conseguenza di una grande società. Grande non vuol dire necessariamente perfetta, senza macchia o senza peccato. Vuol dire soprattutto presente, con sostanza, strutturata. Moratti c'è, con la quota di minoranza, ma non si vede, per l'enorme classe che contraddistingue il personaggio. Erick Thohir è in Indonesia, dove vive e lavora. Sicuramente lavorerà anche per l'Inter, nei suoi blitz nel “Bel Paese” ha stupito tutti per la capacità di far durare le giornate più di 24 ore, sempre in attività, sempre sorridente. Ma quando, giustamente, il tycoon torna a casa, inevitabilmente  scatta l'ibrido. In che senso? Nel senso che sembra manchi qualcosa a cui eravamo abituati fino a pochi mesi fa. Sembra manchi il Capo, quello che con la sua presenza dovrebbe stimolare i dipendenti, nello specifico giocatori ed allenatore, a dare il 100% per la causa. 

Mazzarri e i ragazzi stanno offrendo il massimo impegno e forse questo rappresenta un'aggravante visti gli ultimi risultati e le ultime prestazioni, derby a parte, ma inizio ad avere l'impressione che soffrano un pò di  “solitudine”. Penso che manchi anche ai tifosi la parola del Presidente. Forse esternare quasi tutte le mattine davanti alla Saras era controproducente per certi versi, ma spesso la sola voce rassicurava e dava nuove speranze, specialmente dopo una brutta sconfitta. Adesso non sentiamo più nulla, anche se ieri Thohir ha espresso, attraverso un comunicato pubblicato sul sito ufficiale della società, le sue impressioni sulla partita con la Lazio, in parte anticipate da qualche quotidiano.

Mazzarri, nelle istituzionali conferenze stampa, continua giustamente a difendere il suo lavoro, punta il dito sugli arbitraggi (la società cosa pensa in merito?) e giustamente non parla di mercato. Di questo argomento dovrebbero parlare il capo e i suoi più diretti collaboratori. E dopo le parole, dovrebbero seguire i fatti. In entrata o in uscita. Ma fatti. Sinora li stanno facendo altri, vedi Nainggolan alla Roma. Questo era il giocatore che per caratteristiche sarebbe servito, eccome, alla causa nerazzurra. Per il resto le solite voci, i soliti dubbi, la paura che la squadra non venga rinforzata per tentare una grande rimonta Champions. Leggiamo che Thohir avrebbe dato questo input: vendere per comprare.

Ma vendere chi e per comprare chi? Seguendo le logiche del risanamento economico del club, del rispetto del fair play finanziario o dei desideri dell'allenatore che altrimenti rischia, nella centrifuga chiamata Inter, come amava dire il grande Trapattoni, di vedere ridimensionata la figura del tecnico che non sbaglia mai una sagione? Tutte queste considerazioni al netto dei giudizi strettamente tecnico-tattici delle idee calcistiche di Walter Mazzarri. Parliamoci chiaro, il materiale a disposizione non è eccelso, ma nemmeno inferiore a quello del Verona che ci precede in classifica. Ma ci sta, dopo anni di dominio, una naturale fase di ristrutturazione.

Però proprio per la delicatezza di questa fase, servirebbe una Società presente. Serve il Capo che indichi la strada. Thohir o Moratti, oppure in coppia, come nei progetti al momento della svolta epocale. Dite qualcosa che faccia chiarezza, per poi fare di conseguenza. L'ibrido non ci serve.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 08 gennaio 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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