In ogni tipo di lavoro ci sono professionisti più o meno preparati. A tutti i livelli e in ogni ambito. In Italia, nonostante le raccomandazioni e una meritocrazia spesso latente in certe aree, possiamo per fortuna contare su delle eccellenze che nel resto del mondo ci invidiano. E anche il settore del calcio non fa eccezione.

Vorrei quindi spendere una buona parola per Piero Volpi, lo staff medico dei nerazzurri e quello tecnico di Simone Inzaghi. Uomini decisivi, che stanno nell’ombra, ma che risultano fondamentali nel percorso attuale della capolista. Se infatti ad oggi il tecnico piacentino ha potuto contare su gran parte della rosa per quasi tutta la stagione, è merito della preparazione e del lavoro di chi opera dietro le quinte. La fortuna c’entra poco o nulla.

Mi spiego meglio: se inciampo e mi faccio male, allora sì che ce la si può prendere con la cattiva sorte. Ma se i miei muscoli hanno sempre fatto i capricci, o comunque ho una certa età, e sforzo oltre misura il mio fisico, è normale che io prima o dopo debba subire un infortunio. E che i tempi di recupero varino in base a diversi fattori, con quello dell’età che premia chi è più giovane rispetto a chi è più anziano. Lo so che è un’ovvietà. Ma spesso ci si dimentica che lo stesso stop a 20 anni ti mantiene ai box per una settimana, a 25 per due e a 30 per tre. Invece troppo spesso si butta tutto in caciara.

Ecco quindi che trovo altamente offensivo, nonché da ignoranti, tacciare uno specifico tipo di percorso di preparazione (o recupero) come frutto della fortuna. Dietro ci sono anni di studio. Di sacrifici. Di abnegazione e dedizione verso la propria vocazione. Soprattutto poi se le critiche arrivano da chi non ha mai studiato certi argomenti e le sentenze vengono espresse perché risentiti dal fatto che la propria squadra del cuore abbia dei problemi in tal senso, mentre i rivali possano contare sui migliori in rosa.

Se non conosco un argomento sto zitto. Mi informo per quanto possibile. E solo successivamente, forse, dico la mia. La fortuna e la sfortuna le lascio a chi vuole i consensi facili. Preferisco i libri e sapere quello di cui parlo. E dei sinceri complimenti quando i fatti dimostrano l’ottimo lavoro di certi professionisti.
Sezione: Editoriale / Data: Ven 21 gennaio 2022 alle 00:01
Autore: Simone Togna
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