Antonio Conte resterà ancora alla guida dell’Inter? È questa la grande domanda, purtroppo ancora senza risposta, che aleggia dalle parti di Appiano Gentile. Nella recente intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, anche un cuore nerazzurro e figura simbolo come Lele Oriali ha saggiamente preferito non sbilanciarsi, dribblando la questione con un chiaro "Tutti dobbiamo prima capire i piani della proprietà". E allora la palla passa ora a Steven Zhang, che nelle ultime ore è quantomeno riuscito a rasserenare l’ambiente dal punto di vista economico ufficializzando il finanziamento di Oaktree che rappresenta una fresca boccata d’ossigeno per le casse del Biscione, in chiara difficoltà (come quelle di gran parte dei club europei) a causa degli inevitabili danni causati dalla pandemia. 

Come chiarito da diversi organi di stampa, l’aiuto fornito a Suning dal fondo californiano non va a modificare l’attuale assetto societario del club meneghino: il colosso di Nanchino resta quindi l’azionista di maggioranza al 68,55%, mentre il socio di minoranza sarà ancora LionRock (con una quota del 31,05%). La Gazzetta dello Sport ha poi precisato e aggiunto a riguardo che "non è prevista - neppure a breve termine - l’uscita del fondo di Hong Kong". Da ora la famiglia Zhang avrà a disposizione tre anni per restituire (con gli interessi) i 275 milioni di euro prestati da Oaktree. E in questo arco di tempo le quote resteranno in pegno al fondo americano, che osserverà con attenzione e da vicino l’evolversi della situazione. È una conferma del fatto che Suning pensa - e spera - di poter risanare il prestito con un previsto aumento dei ricavi (con i nuovi ingressi dal botteghino aiutati dalla probabile - parziale - riapertura degli stadi e con la nuova ricerca di un main sponsor al posto di Pirelli), mantenendo il controllo dell’Inter anche in futuro. 

Focalizzandosi sul presente, e sul piano prettamente tecnico e sportivo, serve invece “fare chiarezza”. Come sottolineato pubblicamente dallo stesso Conte prima del lungo silenzio negli ultimi pre e post partita, tra conferenze stampa e microfoni delle tv. Un dribbling che il tecnico salentino, in accordo con il club, ha preferito mettere in atto per evitare fastidiose e scomode domande extra-campo. Da grande ambizioso qual è - e dopo l’impresa tricolore -, Conte ha giustamente bisogno di garanzie sul progetto tecnico: vuole avere la certezza di poter essere competitivo in Italia e in Europa, puntando alla seconda stella e alla conquista del secondo scudetto consecutivo che corrisponderebbe alla definitiva apertura di un nuovo ciclo a tinte nerazzurre. Dopo quello chiuso la notte di Madrid di undici anni fa, quando il 22 maggio 2010 José Mourinho salutava l'Inter tra lacrime e abbracci dopo la conquista di un leggendario Triplete nella cornice del Bernabeu.

Il mercato dei prossimi mesi sarà chiaramente mirato, basato sul principio dell’autosufficienza tra entrate e uscite. E servirà ovviamente tagliare i costi, cedendo chi non rientra nei piani, e abbassare allo stesso tempo il monte ingaggi dell’organico. Ma questo è un compito che spetterà ad esperti dirigenti come Beppe Marotta, Piero Ausilio e Alessandro Antonello, che a loro volta vogliono capire dalla proprietà i margini di manovra utili a costruire e puntellare dove serve la nuova Inter. Partendo ovviamente dalla conferma della maggior parte dei pezzi pregiati e dell’ossatura di un gruppo con cui Conte si trova a meraviglia ed è in perfetta sintonia. E che non vorrebbe lasciare proprio ora. Adesso è tutto nelle mani di Zhang. E molto si capirà dopo l'atteso face to face che servirà a costruire o distruggere "l’opera d’arte" disegnata in due anni dal Comandante di quel Biscione oggi finalmente tornato a trionfare e che esattamente undici anni fa scriveva una pagina indelebile di storia.

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Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 maggio 2021 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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