Siamo nel cuore del calciomercato. L’arrivo di questo o di quel calciatore può cambiare tutto. Spostare gli equilibri, nel bene o nel male. Vale per l’Inter, come per qualsiasi altra società del mondo, ovviamente parametrando i differenti obiettivi. Il presidente Marotta ha pienamente ragione quando sostiene che mantenere i propri asset sia una cosa fondamentale. E che possa valere come uno/due/tre grandi acquisti. Se l’Inter vendesse i suoi pezzi pregiati e non li sostituisse a dovere, sarebbe più debole. Mi sembra facile da comprendere, lapalissiano. E allora, come sempre in questi casi, prima di sbilanciarsi su quel che sarà o che potrebbe essere, aspettiamo la fine del mercato.

Anche solo l’arrivo di Lookman - o al contrario un suo non arrivo - avrebbe un peso importante sulla possibile economia del campionato. Nel frattempo sarà fondamentale per i vice campioni d’Europa e d’Italia (proprio per provare a togliere la parola vice nella prossima annata) rinforzare per davvero la squadra. Le premesse, a dire il vero, ci sono tutte. Sucic sembra proprio bravo, Bonny ha strappi importanti, Luís Henrique non mi esalta particolarmente, ma di Dumfries, appena sbarcato dal PSV, si parlava anche peggio (e da ieri è tra i candidati al Pallone d'Oro...). E allora calma. Sangue freddo e parola al verde.

Ma vi ricordate l’anno scorso? Taremi sembrava un potenziale titolare, su Palacios c’erano aspettative comunque importanti e Zielinski era quel plus di centrocampo da aggiungere ad una mediana di qualità. Specificato subito che mi aspetto che il polacco, infortuni permettendo, posso mostrare in maglia nerazzurra con continuità tutto il suo valore, si deve comunque con tutta l’onestà del mondo ammettere che il difensore argentino non fosse pronto per l’Inter e l’iraniano abbia pagato l’adattamento alla nostra Serie A. Praticamente tutti sostenevano che la rosa del club di Viale della Liberazione fosse più forte rispetto alla stagione precedente, ma i fatti hanno mostrato - per X, Y, Z motivi - che nel momento del bisogno vero siano mancate alcune alternative credibili ai titolarissimi.

E allora nessuna esaltazione preventiva, come alcun critica aprioristica. I sogni di mercato li cullano tutti. Ma quel che conta alla fine è solo il campo.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 08 agosto 2025 alle 00:00
Autore: Simone Togna
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