"Anche se con Lauti siamo riservati e mostriamo poco della nostra vita personale, vorrei che si smettere di vedere la moglie di un calciatore come una mantenuta. È un'idea orribile, diffusa dall'ignoranza, e non sono per nulla d'accordo: prima di essere la moglie di un calciatore, sono una mamma, una lavoratrice, una studentessa". Intervistata da La Nacion, Agustina Gandolfo, moglie del Diez nerazzurro Lautaro Martinez, non usa mezzi termini nel difendere le cosiddette wags, la categoria in cui rientra una moglie o una compagna di un calciatore, che in Argentina viene definita "botinera": "Mi fa stare malissimo. È una parola che andrebbe eliminata dal linguaggio, ha una connotazione molto negativa. La compagna di un avvocato non ha una definizione, quindi perché noi dovremmo averla? Quando abbiamo iniziato a frequentarci, per me era strano camminare con Lautaro ed essere fermata per delle foto o per qualche commento sulla nostra relazione, poi mi sono abituata. Sono sempre la stessa ragazza che ha iniziato a lavorare a 18 anni, mentre lui è una persona normale, come tutti".
Per Lautaro è stato un anno indimenticabile, segnato dalla vittoria dello scudetto con l'Inter e della Coppa America con l'Argentina. "Sì, e mi rende molto orgogliosa perché sono testimone del suo impegno, del suo sacrificio e della sua perseveranza. Arriva presto agli allenamenti, è molto attento ai pasti... Da fuori si vede la parte bella, ma dietro ci sono tanta fatica e impegno, ed è qui che ci siamo io e Nina, sostenendolo come un famiglia. Il mio ruolo, adesso, è fargli capire che può rilassarsi un po'. Prima perdeva una partita e per una settimana non andavamo a mangiare fuori. Il bello e il brutto della sua professione? Il bello è l'affetto della gente. In campo, mi emoziona vedere come viene applaudito. La cosa brutta è ciò che accade con il successo per i giocatori: un giorno vengono messi su un piedistallo e il giorno dopo sono i peggiori del mondo. Questo mi dà molto fastidio".
Sul rapporto con le compagne dei calciatori dell'Inter e dell'Argentina: "Quelle della Nazionale le ho conosciute quest'anno in Coppa America e con loro ho un buon rapporto, ma le mie amiche sono le ragazze italiane. Con loro condivido ogni giorno". Lautaro è stato compagno anche di Icardi, marito di Wanda Nara. "Non mi considero un'amica, ma le sono molto grata perché era una di quelle che si univa al gruppo quando io non parlavo una parola di italiano. Se ho mai pensato di rappresentare Lautaro? No, mai. Rispetto quelli che fanno questo mestiere, ma non mi sento preparata, né mischierei il nostro rapporto con questo tipo di lavoro. L'unico motivo per cui lo farei è perché credo che nessuno si prenderebbe cura nel modo migliore della sua famiglia".
Sulle chiamate della Selección (l'intervista è stata svolta prima degli impegni di novembre dell'Argentina contro Uruguay e Brasile): "Lauti è felice quando viene qui e, ora che è tutto aperto, ho deciso di accompagnarlo di più. Passa molto del suo tempo in ritiro, ma preferisco vederlo tre volte piuttosto che non vederlo per quindici giorni. Per me è un sollievo essere vicino a lui e alle nostre famiglie. Come vivo i suoi ritiri? Con stranezza e tanta voglia che lui stia a casa, a cambiare i pannolini come me. Seriamente, li vivo bene e con gioia, perché Lautaro ama giocare in Nazionale. L'unica cosa che invidio dei raduni è che lui può dormire e io no. Per lui devono essere come un ritiro spirituale".
Si dice che li abbiano presentati Icardi e Wanda: "Non c'è niente di vero. Ci siamo conosciuti nel 2018, a Buenos Aires, poco prima che lui partisse per l'Inter. Durante il mio ultimo viaggio, mi sono resa conto che la distanza era insopportabile, così ho chiamato i miei genitori e ho detto loro che sarei rimasta a Milano. Ho chiesto una proroga in facoltà, un'amica ha liquidato due negozi di vestiti che avevo e che dopo ho venduto. È stata una decisione veloce e al tempo l'ho sofferta. I primi sei mesi in Italia sono stati di crisi totale, è stato sia strano che scomodo dipendere dal mio compagno. Le cose si sono sistemate quando ho iniziato a studiare italiano, da lì ho iniziato a lavorare con i marchi. È stato allora che ho capito che il lavoro dell'influencer non era poi così male".
Agustina spiega cosa l'ha conquistata di Lautaro: "Se io sono testarda, lui è tre volte più testardo. Il giorno che ci siamo incontrati, mi ha detto: "Vedrai che staremo insieme", e ci è riuscito (ride, ndt). Oggi sono innamorata del suo essere padre e uomo di famiglia. È incredibile il modo in cui ci aiuta, come si prende cura di noi. Non sta molto tempo a casa, ma quando c'è la sua presenza si sente. Il suo ruolo di padre? Molto ossessivo (ride, ndt). In due minuti rimette in ordine l'intera stanza di Nina, a lei la cambia, la pettina e la profuma. La fa diventare una principessa".
Per Lautaro è stato un anno indimenticabile, segnato dalla vittoria dello scudetto con l'Inter e della Coppa America con l'Argentina. "Sì, e mi rende molto orgogliosa perché sono testimone del suo impegno, del suo sacrificio e della sua perseveranza. Arriva presto agli allenamenti, è molto attento ai pasti... Da fuori si vede la parte bella, ma dietro ci sono tanta fatica e impegno, ed è qui che ci siamo io e Nina, sostenendolo come un famiglia. Il mio ruolo, adesso, è fargli capire che può rilassarsi un po'. Prima perdeva una partita e per una settimana non andavamo a mangiare fuori. Il bello e il brutto della sua professione? Il bello è l'affetto della gente. In campo, mi emoziona vedere come viene applaudito. La cosa brutta è ciò che accade con il successo per i giocatori: un giorno vengono messi su un piedistallo e il giorno dopo sono i peggiori del mondo. Questo mi dà molto fastidio".
Sul rapporto con le compagne dei calciatori dell'Inter e dell'Argentina: "Quelle della Nazionale le ho conosciute quest'anno in Coppa America e con loro ho un buon rapporto, ma le mie amiche sono le ragazze italiane. Con loro condivido ogni giorno". Lautaro è stato compagno anche di Icardi, marito di Wanda Nara. "Non mi considero un'amica, ma le sono molto grata perché era una di quelle che si univa al gruppo quando io non parlavo una parola di italiano. Se ho mai pensato di rappresentare Lautaro? No, mai. Rispetto quelli che fanno questo mestiere, ma non mi sento preparata, né mischierei il nostro rapporto con questo tipo di lavoro. L'unico motivo per cui lo farei è perché credo che nessuno si prenderebbe cura nel modo migliore della sua famiglia".
Sulle chiamate della Selección (l'intervista è stata svolta prima degli impegni di novembre dell'Argentina contro Uruguay e Brasile): "Lauti è felice quando viene qui e, ora che è tutto aperto, ho deciso di accompagnarlo di più. Passa molto del suo tempo in ritiro, ma preferisco vederlo tre volte piuttosto che non vederlo per quindici giorni. Per me è un sollievo essere vicino a lui e alle nostre famiglie. Come vivo i suoi ritiri? Con stranezza e tanta voglia che lui stia a casa, a cambiare i pannolini come me. Seriamente, li vivo bene e con gioia, perché Lautaro ama giocare in Nazionale. L'unica cosa che invidio dei raduni è che lui può dormire e io no. Per lui devono essere come un ritiro spirituale".
Si dice che li abbiano presentati Icardi e Wanda: "Non c'è niente di vero. Ci siamo conosciuti nel 2018, a Buenos Aires, poco prima che lui partisse per l'Inter. Durante il mio ultimo viaggio, mi sono resa conto che la distanza era insopportabile, così ho chiamato i miei genitori e ho detto loro che sarei rimasta a Milano. Ho chiesto una proroga in facoltà, un'amica ha liquidato due negozi di vestiti che avevo e che dopo ho venduto. È stata una decisione veloce e al tempo l'ho sofferta. I primi sei mesi in Italia sono stati di crisi totale, è stato sia strano che scomodo dipendere dal mio compagno. Le cose si sono sistemate quando ho iniziato a studiare italiano, da lì ho iniziato a lavorare con i marchi. È stato allora che ho capito che il lavoro dell'influencer non era poi così male".
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