In questo momento avrei bisogno dell’incazzatore personalizzato, quello reso famoso a Colorado dai comici Enzo e Sal. Lascerei a lui il compito di commentare per me l’ultimo giorno di mercato dell’Inter. Parto da un presupposto: la società deve far quadrare il bilancio, c’è poco da girarci intorno. Come per il resto del Paese, anche il club nerazzurro ha bisogno di effettuare tagli qua e là per rimanere nell’Europa che conta, sempre che riesca ad arrivarci al termine del campionato. E non è così scontato, alla luce di questo mercato cosiddetto di ‘riparazione’. Una sessione che avrebbe dovuto rinforzare la squadra, e che invece a mio modestissimo avviso l’ha indebolita.
Perdere Thiago Motta al fotofinish è un danno tecnico non da poco, anche se a un certo punto inevitabile. Inutile trattenere un giocatore per 6 mesi e pretendere che dia anima e corpo per una causa che non sente più sua. L’italobrasiliano avrebbe dato il 100% nell’apprendimento del francese più che per la sua squadra. Giusto dunque lasciarlo andare, meno giusto a certe cifre. Un top player, campione d’Europa e del mondo, Nazionale azzurro, voluto fortissimamente da Leonardo e Ancelotti, non può essere ceduto per la miseria di 10 milioni di euro. Avevamo di fronte uno sceicco pronto a svenarsi per Tevez, che ha valutato Pastore 43 milioni, e siamo riusciti a strappargli una miseria.
Con un occhio al bilancio, quando ci ricapiterà più l’occasione di trattare una cessione con un milionario del genere? A questo punto aveva più senso tenerlo a Milano, pur se con la testa altrove magari sarebbe tornato utile in certi frangenti. Tanto, al PSG non serviva immediatamente, i francesi neanche giocano in coppa e vinceranno la Ligue 1 anche senza Motta. Forse, in vista Champions, il centrocampista avrebbe fatto più comodo a Ranieri. Mistero. Facendo due conti, prendiamo Guarin a 11 milioni e cediamo Thiago Motta a 10. Una minusvalenza di un milione, numeri alla mano. Ok, Guarin ha 5 anni in meno, ma non è un top player e deve ambientarsi in una realtà che non conosce. Inoltre, è un giocatore diverso dal Nazionale azzurro per caratteristiche tecniche e fisiche.
Mi suona strano anche il fatto che Motta guadagnerà a Parigi 2,5 milioni a stagione, uno in meno di quanto percepiva all’Inter. Mi chiedo: forse avrebbe accettato un rinnovo a cifre più basse, quindi sarebbe rimasto con un prolungamento. E il bilancio non ne avrebbe risentito, anzi. Evidentemente non c’era la volontà di trattenere un elemento che prima Moratti poi Ranieri avevano giudicato fondamentale. Non capisco, sarebbe bastato poco per mantenere uno dei protagonisti del Triplete, talismano delle ultime affermazioni nerazzurre in campionato. Ma non escludo che sia stato il giocatore a fare ‘muro’ pretendendo di andarsene subito. Ovviamente, in campo non sarà Guarin a prendere il suo posto, come detto non hanno le stesse caratteristiche. Per questa ragione la dirigenza si è affrettata a prelevare Angelo Palombo dalla Sampdoria (preferito da Ranieri al più giovane Parolo, ndr).
Buon giocatore, ci mancherebbe. Ma non vale Thiago Motta, senza offesa. Vorrei ricordare che Palombo, simbolo della Sampdoria, ultimamente è rimasto a lungo in panchina in serie B, è notoriamente un validissimo gregario ed è un classe 1981. Ergo, ultratrentenne. Beh, il costo è contenuto, ‘appena’ 4 milioni di euro, quindi anche in questo caso le finanze sorridono. Ma ora chi giocherà titolare nel centrocampo nerazzurro in campionato e in Champions? Credo che anche Ranieri se lo stia chiedendo, visto che auspicava fino all’ultimo di trattenere Thiago Motta per almeno altri 6 mesi, tanto da convocarlo per la partita del giorno dopo con il Palermo. E poco dopo gliel’hanno tolto dalle mani, sostituendolo con un calciatore proveniente dalla serie B più ‘anziano’ di 2 anni. Ah, però il bilancio ne trae beneficio, visto che lo stipendio di Palombo non sarà altissimo. Ribadisco, sono consapevole delle necessità del club di tagliare le spese, ma questo non significa indebolirsi. Se fai tanto per entrare nei parametri dell’Uefa e presenti in Champions una squadra non competitiva, meglio rimanerne fuori.
A gennaio dovevamo rinforzarci, ma alla chiusura del mercato l’Inter ha perso un campione acquisendo due buoni giocatori, senza regalare a Ranieri l’esterno offensivo che chiedeva. E non c’è neanche la magra consolazione di aver venduto ‘bene’ dal punto di vista economico. Infine, il ‘capolavoro’ è il cadeau alla diretta concorrente Milan: Muntari gratis con sei mesi di anticipo. Certo, non gli paghi gli ultimi stipendi e ti liberi di un peso, ma così fai il gioco del geometra, che regala ad Allegri un elemento di cui aveva bisogno, motivato all’inverosimile. Per risparmiare si arriva anche vendere l’anima al diavolo.
P.S. – Negli ultimi anni, più che una squadra di calcio, l’Inter è sembrata il Grande Fratello: una nomination ogni stagione. Balotelli, Eto’o e Thiago Motta sacrificati dalla dirigenza all’altare del bilancio. Il prossimo? Facile intuirlo, l’ultimo campione (che ha mercato) rimasto è Sneijder. Basta solo attendere l’estate per la prossima eliminazione…
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