Un tempo i numeri di maglia stavano a indicare il ruolo in campo di un giocatore: dalla stagione 1995-96, invece, con l'avvento definitivo del calcio moderno, quei numeri hanno pian piano avuto un significato diverso. Un ruolo, certo, ma anche un numero fortunato, un anno di nascita, un giorno speciale. In casa Inter, da quel giorno, uno di questi - il numero undici - non si è mai identificato con il nome di un campione. Eppure, storicamente, è sempre stato quello dell'ala sinistra (alla Mario Corso, per intenderci) o quellodel fluidificante duttile, se preferite. Un giocatore fantasioso, veloce e incisivo.

Quel numero pesa oggi sulle spalle di Ricky 'Ricardo' Alvarez. Dolce speranza argentina arrivata l'estate escorsa dal Velez, su cui già pesa il marchio del giocatore fumoso. Il pubblico di San Siro non lo ama e la poca continuità avuta fino ad oggi lo sta relegando sul piede di partenza. L'Inter potrebbe deciderlo di valorizzarlo cedendolo in prestito, un po' come fu per Coutinho. Anche perché resta viva la convinzione di avere tra le mani un giocatore che non è ancora riuscito a esprimere totalmente le sue qualità, sia per limiti propri, sia per lo scarso impiego.

Ricardo, dopo aver raccolto in eredità l'undici di Muntari, si appresta a dare seguito alla sfortunata tradizione dei numeri undici nerazzurri. Andiamo ad analizzarli singolarmente, proprio partendo da quel 1995-96...

RAMBERT 11 - Arriva all'Inter dall'Argentina nell'estate '95, con un certo Javier Zanetti. Dovrebbe essere la stella, ma è l'ombra di quell'uomo che in poco tempo avrebbe scritto la storia nerazzurra. Fama di attaccante fantasioso e poco prolifico. A Milano ricordano solo la seconda caratteristica.

KANU 11 - Categoria 'grandi talenti mai esplosi in nerazzurro'. Stavolta le colpe non sono dipese dal giocatore stesso, ma dalle sue condizioni fisiche. Tutti conoscono i problemi al cuore che lo hanno attanagliato: Nwankwo resta nel cuore dei tifosi, ma sicuramente non per le sue grandi prestazioni in campo.

VENTOLA 11 - Arriva dal Bari con buone aspettative. Esordisce contro il Cagliari, con un Ronaldo squalificato a causa delle proteste sull'arbitraggio dell'arcinoto Juve-Inter del rigore fantasma. Con l'Inter sotto di 2 gol, regala all'Inter un insperato pareggio con una doppietta. Un infortunio rimediato dopo poche giornate tronca il suo inizio di stagione soddisfacente e lo relega per sempre a una carriera di alti e bassi.

FRESI 11 - Viene prelevato dalla B dopo un'ottima stagione con la Salernitana di Delio Rossi. Con Hodgson parte giocando in difesa, senza infamia né lode, poi si sposta a centrocampo come mediano di rottura col vizio dei gol. Risultato: delusione da parte di tutti per i 7 miliardi spesi per assicurarselo.

PIRLO 11 - Rimpianto storico. Nasce come trequartista centrale nell'Inter dei mille allenatori. Prima con Simoni, poi con Lucescu, Lippi e per finire con Tardelli: risultato identico, non trova modo e spazio per mettersi in mostra. Venduto al Milan per trentacinque miliardi dopo i prestiti a Reggio Calabria e a Brescia. 

FERRANTE 11 - Arriva dal Torino in prestito a gennaio come punta di riserva. In undici partite realizza sono un gol. Rientra nei granata nell'indifferenza generale.

GUGLIELMINPIETRO 11 - Tra i protagonisti dello Scudetto del Milan di Zaccheroni. Arriva all'Inter dopo lo scambio con Brocchi non mettendosi praticamente mai in mostra in due anni per un posto da titolare. Giocatore poco consistente, sempre marginale al progetto Inter. Successivamente passa al Bologna.

STANKOVIC 11 - Migliore della lista, ma è un caso anomalo: arriva dalla Lazio nel gennaio della stagione 2003-04, poi lascia il numero al connazionale Mihajlovic per poi prendersi il 25 prima e il 5 poi.

MIHAJLOVIC 11 - Arriva all'Inter a fine carriera. Si piazza in un'improbabile posizione di difensore centrale, dove è protagonista di svarioni e clamorosi buchi. Lo si ricorda positivamente per qualche gran gol su punizione.

GROSSO 11 - Tutto un altro giocatore rispetto al campione del mondo che si era fatto apprezzare l'estate prima. Il pubblico lo punge, lui non dà garanzie nè in difesa, nè in attacco. Male male Fabio Grosso all'Inter.

JIMENEZ 11 - Acquisto silenzioso che ricorda per certi versi il caso Alvarez. Esplode a un certo punto della stagione con Mancini, realizzando tre belle reti e rendendosi protagonista di un derby vinto in marcatura su Pirlo. Poi improvvisamente comincia a calare e a defilarsi sempre di più dal giro dei titolari.

MUNTARI 11 - Portato a Milano da Mourinho al posto di Lampard. Qualche cappellata gli costa la stima di San Siro che comincia a prenderlo di mira e a bombardarlo di fischi al minimo appoggio sbagliato. L'Inter lo vuole cedere mentre lui preferisce restare nella sua prigione d'oro. Nell'indifferenza generale passa al Milan.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Ven 16 novembre 2012 alle 00:00
Autore: Mario Garau / Twitter: @MarioGarau
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