"Mi ha fatto divertire Allegri. Mi è piaciuto vedere e apprezzare come ha gestito il tutto. Ha guidato la squadra dal primo secondo all’ultimo. A livello tattico ha preparato la sfida in tutti i dettagli. Il Milan storicamente nei derby ha sempre sofferto fisicamente, sulle palle alte, ma stavolta ha trovato le contromisure. A parte il palo di Acerbi, i rossoneri hanno tenuto la guardia alta". Così Fabio Capello alla Gazzetta dello Sport.

E’ questa la chiave più importante della partita dal punto di vista rossonero?
"L’altra è che l’Inter sa sfruttare molto anche i cambi di campo, però in questo caso non ha mai trovato un varco vero dove entrare. Allegri ha lavorato bene nonostante il pochissimo tempo a disposizione: con la squadra al completo ha potuto fare solo due allenamenti".

E allora, banalmente: perché questo Milan è da scudetto?
"La premessa è che resta un problema evidente davanti: manca un centravanti. Ma, detto questo, nella squadra si vedono chiaramente voglia, spirito e l’idea di essere protagonisti. Il tutto favorito da una classifica dove non eccelle nessuno. E poi c’è ovviamente il vantaggio netto di non avere le coppe, che permetterà ad Allegri di lavorare con giocatori che non sono stanchi e stressati. Infine, Allegri è riuscito a entrare nella testa dei giocatori. La squadra ha fatto risultato contro quattro squadre di vertice, sarebbe riduttivo parlare solo di derby".

Questo derby ha dimostrato che accettare il possesso altrui, affidandosi alle ripartenze, comporta più benefici che rischi.
"Non sono così convinto che questo piano gara sia un rischio: se hai delle attitudini a giocare in quel modo e riesci a restare sempre concentrato, può essere un’arma vincente".

Qual è il nemico più infido da cui deve guardarsi il Milan?
"La mancanza di concentrazione. Le partite più importanti mentalmente si preparano da sole, quelle che ti fanno arrabbiare di più sono contro le squadre di livello inferiore".
 

Sezione: Rassegna / Data: Mar 25 novembre 2025 alle 11:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print