Come sempre la fine dell'anno è anche l'occasione di fare dei bilanci, di ogni natura. Nello specifico, è possibile dare un voto e un giudizio al 2022 dei protagonisti nerazzurri, coloro che hanno vestito questa maglia da gennaio a dicembre e quelli che si sono uniti al gruppo in estate sperando di esserne parte anche nel 2023. Ecco a seguire il Pagellone di FcInterNews.it:
HANDANOVIC 5,5 - Inutile girarci intorno, a parte poche prestazioni che ne hanno rinverdito i fasti (contro il Napoli e il Torino al Meazza, per esempio), il suo declino fisico e tecnico è stato evidente. Al punto da essere sostituito a André Onana una volta definita la gerarchia tra i pali. Grane merito del capitano, comunque, essersi fatto da parte una volta compreso che non sarebbe stato più titolare, senza batter ciglio. Perché si può essere importanti per la squadra anche dentro lo spogliatoio.
ANDRE ONANA 6,5 - Gli è servito del tempo prima di prendersi il posto da titolare togliendolo a Handanovic, impresa non certo semplice visto il ruolo nello spogliatoio del capitano. Eppure, senza mai perdere il sorriso, l'ormai ex portiere della Nazionale camerunese (ha appena annunciato l'addio) ha atteso il suo momento e ha sfruttato le occasioni concessegli prima del definitivo switch tra i pali. Certo, qualche gol lo ha incassato ma ciò che è balzato agli occhi è stata la sicurezza che ha dato al reparto difensivo, dettaglio non certo da poco.
ALEX CORDAZ SV - Meriterebbe un voto solo per le parole stupende che i suoi compagni spendono nei suoi confronti. Essere così ben voluti significa che stai comunque facendo la tua parte in una grande squadra, pur senza mettere piede in campo.
MILAN SKRINIAR 8 - Le partite che ha sbagliato si contano sulla punta delle dita e sono probabilmente tutte all'inizio della stagione in corso, dopo un'estate trascorsa tra Milano e Parigi e un avvio fisicamente imballato in seguito all'infortunio patito qualche settimana prima. Leader indiscusso, ha reagito alle voci esterne con la solita serietà, restituendo alla squadra ciò che si aspetta da lui. Ogni anno continua a diventare più imprescindibile, oggi è persino il capitano e se non si arrivasse al rinnovo sarebbe un grave danno per l'Inter e i suoi tifosi.
STEFAN DE VRIJ 6 - Non è più il centrale senza macchia visto fino alla gestione di Antonio Conte, il cambio tattico e l'età che avanza gli hanno fatto perdere colpi. Non è difficile ricordare alcune prestazioni insufficienti, con errori pagati anche a caro prezzo (male a inizio 2022). Eppure, se gestito nel modo giusto, è ancora in grado di essere un punto di riferimento davanti alla difesa e mettere nel taschino un attaccante come Robert Lewandowski nelle partite più importanti della stagione.
ALESSANDRO BASTONI 7,5 - Per lui vale lo stesso discorso fatto per Skriniar, ha perso brillantezza all'inizio di questo campionato come del resto tutto il reparto difensivo. Le imperfezioni sono una rarità, ora sa anche essere un attaccante aggiunto e il suo piede mancino è sempre più una risorsa irrinunciabile. Non è un caso se quando manca tutta la manovra ne risente. Quando sta bene ed è in fiducia, ha pochi rivali nel ruolo.
DANILO D'AMBROSIO 6 - Capitano aggiunto, veterano della squadra ma non si limita a essere un figurante. Simone Inzaghi si affida spesso e volentieri a lui e alla sua duttilità tattica per risolvere situazioni delicate anche e soprattutto a gara in corso. La serenità con cui affronta ogni impegno e accetta la panchina sono una benedizione per lui e per la squadra.
FRANCESCO ACERBI 6,5 - Arrivato accompagnato da sospetti infondati e preconcetti da parte dei tifosi, esattamente l'ultimo giorno di mercato, ha reso più di quanto ci si potesse aspettare. Tanta personalità e qualità al servizio dei compagni, bene da centrale e a volte utile a sinistra, si è integrato rapidamente nel contesto nerazzurro grazie anche alla reciproca conoscenza con Inzaghi. Che spesso lo ha preferito a De Vrij.
MATTEO DARMIAN 6,5 - Fedelissimo di Conte, ha dimostrato di poterlo essere anche per Inzaghi. Certo, nell'arco di un anno solare gli è capitata qualche serata storta (vedi a Roma contro la Lazio), ma nel complesso ha sempre risposto presente, risultando affidabile e talvolta decisivo con assist o gol. Peccato non sia più un ragazzino, è il classico giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere a disposizione.
DENZEL DUMFRIES 7 - Gli manca ancora qualcosa per raggiungere livelli top, però è impossibile negare la sua crescita tecnica e tattica nel contesto nerazzurro. Ancora gli capitano giornate di luna storta, in cui fa fatica a puntare l'avversario (bisogna lavorarci ancora tanto), ma tra assist e gol inserendosi prepotentemente sul secondo palo è riuscito a conquistarsi parecchi titoli sui giornali. Dotato di una professionalità disarmante, c'è il concreto rischio che possa salutare a metà 2023, a conferma dello status internazionale acquisito in maglia nerazzurra.
NICOLO' BARELLA 8,5 - Nella nuova stagione ha iniziato anche a segnare con continuità, lo step successivo che gli si chiedeva. Ha imparato a gestire le energie, che comunque continua a profondere sul rettangolo di gioco. Il momento di appannamento quando la squadra non girava, che gli è costato anche la panchina contro il Bayern (una rarità per lui) è stato messo rapidamente alle spalle, lasciando spazio a giocate d'alta scuola e a gol spettacolari. Tra questi, passo indietro, quello nella finale di Coppa Italia contro la Juventus che ha battezzato una serata indimenticabile per i tifosi. Non è così fuori luogo considerarlo il miglior centrocampista italiano. E può ancora migliorare.
MARCELO BROZOVIC 7,5 - Quest'anno ha avuto a che fare due volte con una situazione per lui inusuale: l'infortunio. In entrambi i casi muscolare, che ha privato l'Inter del suo fosforo e del suo temperamento per diverse settimane (a febbraio lasciati diversi punti per strada). Dopo il problema subito in Nations League, Inzaghi ha reinventato Hakan Calhanoglu regista con ottimi risultati, ma è chiaro che quel posto in cabina di regia sia di proprietà del croato, che quest'anno ha rinnovato e ha sposato l'Inter per il resto della sua carriera. Quando sta bene fa tutta la differenza del mondo.
HAKAN CALHANOGLU 7,5 - Che avesse qualità tecniche e vedesse la porta come pochi centrocampisti era cosa nota, ma nel corso di quest'anno solare Inzaghi ha sperimentato con lui anche variazioni tattiche inusuali. Dopo averlo trasformato nella mezzala ideale, in piena emergenza Brozo gli ha anche affidato la cabina di regia e il turco, da autentico soldato, ha risposto affermativamente alla chiamata della patria. Prestazioni di altissimo livello in partite clou (determinante nel doppio confronto con il Barcellona), pur sembrando caratterialmente schivo è un personaggio a cui la pressione fa letteralmente un baffo.
FEDERICO DIMARCO 7,5 - Arrivato con l'etichetta di canterano, non certo con un'accezione di credibilità, ha guadagnato un po' alla volta la fiducia di Inzaghi che prima lo ha proposto da braccetto di sinistra della difesa a tre, anche a partita in corso, poi dopo le prestazioni con la Nazionale azzurra lo ha piazzato sulla corsia mancina senza toglierlo mai più. La scomodità di ereditare lo scettro da Ivan Perisic è stata smaltita in fretta, con il carattere e l'immensa qualità sintetizzata nel suo piede sinistro ha convinto anche i più assidui detrattori. Certo, ha sbagliato più di una partita ma nella seconda parte della nuova stagione ha letteralmente volato, distribuendo una quantità industriale di assist ai compagni.
RAOUL BELLANOVA 6 - Così come altri compagni, ha avuto poco spazio sulla fascia destra, chiuso da Dumfries e in seconda battuta da Darmian. L'aspetto positivo è che quando chiamato in causa ha mostrato le qualità che lo hanno portato da Cagliari a Milano: facilità di corsa, propensione al dribbling e coraggio, pur con molti aspetti ancora da migliorare. La sua conferma a giugno rimane però un punto di domanda.
ROBERTO GAGLIARDINI 5,5 - Poco spazio, soprattutto dopo l'estate quando la dirigenza ha rimpolpato il centrocampo con innesti di qualità. Ovvio che Inzaghi lo consideri elemento da gara in corso in determinate situazioni, nel reparto è in fondo alle gerarchie e probabilmente a giugno saluterà per fine contratto. Però non gli si può certo imputare nulla quando chiamato in causa: abnegazione e impegno a fronte di limiti ampiamente noti.
KRISTIJAN ASLLANI 6 - Sulla fiducia, perché questo giovane albanese arrivato per dare fiato a Brozovic ma scavalcato nelle gerarchie anche da Calhanoglu ha sempre dimostrato grande serietà e professionalità, ammettendo di assere a Milano per imparare. Qualità evidenti, tocco del pallone delicato e la giusta dose di personalità, ma avrebbe forse bisogno di giocare con continuità. E chissà che nel 2023 non possa avere più spazio. La società ha cieca fiducia nei suoi confronti.
HENRIKH MKHITARYAN 6,5 - Ha impiegato diverse settimane a entrare in ritmo, la prima fase della nuova stagione lo ha visto un po' ai margini anche a causa di un problema fisico che ne ha frenato la crescita atletica. Ma una volta chiamato in causa e nelle giuste condizioni, ha dimostrato perché José Mourinho ha fatto il possibile per trattenerlo. Tecnica sopra la media, versatilità tattica, predisposizione all'assist e spirito di sacrificio. A 33 anni porta ancora a scuola molti colleghi più giovani.
ROBIN GOSENS 5,5 - Non ha avuto molta fortuna il tedesco nella sua esperienza nerazzurra, iniziata proprio lo scorso gennaio quando a sorpresa l'Inter lo ha prelevato dall'Atalanta. La convalescenza dopo un grave infortunio muscolare e l'esplosione divina di Perisic che ha letteralmente trascinato la squadra nei mesi successivi lo hanno relegato a riserva di lusso, mentre nonostante il lavoro estivo anche nella stagione in corso ha fatto fatica a trovare spazio, patendo la crescita esponenziale di Dimarco e perdendo il Mondiale. Nelle ultime uscite però l'esterno ha mostrato timidi segnali di crescita ed è probabile che Inzaghi gli dia maggiore fiducia nel 2023.
LAUTARO MARTINEZ 7 - La vittoria del Mondiale sarà utile a dargli ulteriore slancio per la maglia nerazzurra nel 2023, lui che non ha mai tirato indietro la gamba per la causa. Certo, anche in quest'anno solare ha avuto il suo periodo di magra come gli accade spesso (è successo tra gennaio e febbraio e tra settembre e ottobre), numerose partite senza trovare la via della rete. Però Inzaghi sa di poter sempre contare su di lui per tanto altro lavoro al servizio della squadra. L'ultima cartolina indimenticabile, la rete al Camp Nou che ha fatto malissimo psicologicamente al Barcellona.
EDIN DZEKO 7 - Non è un caso se la dirigenza voglia rinnovagli il contratto a 36 anni. Nonostante l'età, che gli avrà tolto sì un po' di freschezza atletica, il suo quoziente intellettivo calcistico rimane una rarità tra gli attaccanti. Con l'indubbia qualità di far giocare bene i compagni, il bosniaco non ha mai smesso di trovare la porta. L'ultima doppietta a Bergamo ha permesso all'ambiente nerazzurro di godersi serenamente il Mondiale e queste vacanze. Non fosse stato costretto agli straordinari per mancanza di alternative valide, chissà quanto sarebbe stato migliore il suo rendimento.
ROMELU LUKAKU SV - Incredibile ma vero, il fiore all'occhiello del mercato estivo nerazzurro, il grande ritorno di Big Rom, praticamente non ha avuto alcun effetto salvo privare la squadra di una risorsa offensiva e doversi affidare sempre agli stessi. Una rete all'esordio di Lecce, poi poche presenze fino all'infortunio pre-derby che lo ha tenuto fuori a lungo, compresa la ricaduta dopo il rientro in Champions (con gol) contro il Viktoria Plzen. Sostenere che la punta sarà un acquisto di gennaio non è la classica frase di circostanza. Anche perché c'è da guadagnare una conferma per la prossima stagione.
JOAQUIN CORREA 5 - Rimanere escluso dal Mondiale che ha visto la sua Nazionale trionfare, poco prima dell'esordio, è stata la perfetta ciliegina sulla torta di un periodo negativo. Chi sperava che el Tucu potesse riscattarsi dopo una prima stagione deludente, non ha avuto la risposta auspicata. Pur non essendo tartassato eccessivamente dagli infortuni dopo il mese ai box a inizio anno, l'attaccante ha fatto enorme fatica a rendersi utile, sembrando sempre di più un pesce fuor d'acqua salvo per qualche giocata estemporanea che rende onore a un talento che gli appartiene. Bilancio negativo finora, i prossimi 5 mesi saranno cruciali.
VALENTIN CARBONI SV - Il futuro è suo, il presente lo vede nel ruolo di apprendista tra i professori.
SIMONE INZAGHI 6,5 - A febbraio probabilmente ha detto addio a uno scudetto ampiamente alla portata della sua squadra, la sconfitta del derby è stata più decisiva di quella malaugurata a Bologna e il tecnico ha le sue responsabilità per la gestione del match. Però pur guidando una squadra che ha perso giocatori importanti nell'estate precedente, arriva a un passo dal tricolore, ben figura in Champions League e vince Supercoppa e Coppa Italia, battendo due volte in finale la Juventus. Con molte attenuanti (su tutte l'assenza di Big Rom, su cui aveva puntato molte fiches e un'estate complicata per le problematiche finanziarie del club), pur iniziando col freno a mano tirato in campionato (5 sconfitte sono inaccettabili), ha il merito di sovvertire una sentenza di morte nel girone di Champions League più duro possibile ed elimina il Barcellona, raggiungendo ancora gli ottavi del torneo. Commette più di un errore (i due cambi nel primo tempo di Udine per esempio) ma reinventa Calhanoglu playmaker, ennesima intuizione della sua carriera da tecnico. La rincorsa scudetto passerà dal prossimo 4 gennaio. Nel complesso, un anno positivo.
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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