Prendete un mancino al fulmicotone, aggiungeteci una struttura fisica perfetta per il calcio moderno e completate il tutto con una spruzzata di attitudine vincente, con un feeling naturale per gli Scudetti. Agitate bene, condite con tinte nerazzurre e avrete pronto il cocktail di Gaetano Oristanio, uno dei giovani che studiano da apprendisti campioni nel vivaio di Interello.

Anno da favola - Già, perché da qualche mese a questa parte il classe 2002 ha cominciato a far parlare di sé anche tra i non addetti ai lavori, sull’onda di una crescita esponenziale e di un autunno nel quale il suo talento è deflagrato in tutto il suo potenziale. Nato a Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, Gaetano ha seguito le orme di papà Rosario, ex giocatore con buoni trascorsi tra Serie C e campionati dilettantistici. Inizi nel Roccadaspide, poi lo step di crescita nella Peluso Academy di Avellino per plasmare le sue doti e mettersi in mostra ai talent scout di tutta Italia. La Juve ci prova, ma il provino buono è quello con l’Inter. E allora Oristanio si è vestito di nerazzurro nel 2016, cominciando una trafila giovanile quasi perfetta. Due soli i nei durante i suoi trascorsi a Milano: la finale Scudetto Under 15, persa proprio contro la Juventus, e un fastidioso infortunio alla cresta iliaca, che lo ha frenato non poco a cavallo tra fine 2018 e inizio 2019. Per il resto, invece, solo applausi: bis tricolore tra Under 16 (con dolce rivincita contro i bianconeri) e Under 17, con annessa Supercoppa messa in bacheca e rampa di lancio ideale verso un biennio decisivo per la sua carriera, e inaugurato come meglio non si poteva. Gol e assist all’esordio in Primavera, un gol all’andata e uno al ritorno contro il Barcellona in Youth League e un Mondiale Under 17 da assoluto protagonista, con la ciliegina del gol-capolavoro su punizione negli ottavi di finale contro l’Ecuador. Un 2019 già riposto nel cassetto dei ricordi più cari, in attesa di una conferma che, a quel punto, potrebbe lanciarlo davvero in orbita.

Mancino top - Oristanio è un trequartista moderno, di quelli capaci di alternarsi tra missili da fuori, inserimenti “a fari spenti” e rifiniture da “dieci” di una volta. Mancino che canta (citofonare al portiere dell’Ecuador per informazioni), tecnica di altissimo livello, il classe 2002 è supportato anche da un fisico niente male. Cresciuto in maniera esponenziale in concomitanza con l’infortunio che lo ha tenuto ai box a cavallo tra 2018 e 2019, Gaetano dispone adesso di una struttura completa: altezza superiore al metro e ottanta, fasce muscolari esplosive e resistenti che gli garantiscono guizzi decisivi anche al tramonto del match. L’esperienza del Mondiale brasiliano e l’affermazione immediata in Primavera, fattore non scontato per un ragazzo al primo anno in categoria, lo stanno aiutando a compiere quella maturazione caratteriale dalla quale dipenderanno le sue prospettive di carriera ai massimi livelli. Lui intanto stravede per Sensi, vorrebbe somigliare a Messi e in campo ricorda James Rodriguez. Tre esempi non casuali che riassumono il profilo e l’attitudine del talento nerazzurro, una stellina brillante che potrebbe presto aggiungersi al firmamento interista.

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Sezione: La Meglio Gioventù / Data: Mar 07 aprile 2020 alle 17:03
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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