Henrikh Mkhitaryan si confessa oggi in un'intervista a La Gazzetta dello Sport. "Noi e la Juve? Non chiamatelo duello, è una parola che non mi piace - dice alla rosea - Ci sono 20 partite, è invece una corsa a tappe in cui si gioca sempre contro squadre diverse. L’obiettivo per noi è chiaro, sin dall’inizio: è la seconda stella".

L'armeno sa che anche dall'altra parte della barricata, però, puntano allo scudetto. Nonostante le parole di Allegri. "È una strategia, vogliono mettere pressione su noi e il Milan, ma anche loro puntano al titolo: ognuno fa il suo gioco e vedremo alla fine. Noi più forti? Anche se abbiamo cambiato tanto, avverto lo stesso clima positivo nello spogliatoio e la stessa mentalità vincente: la forza nell’Inter sta nelle fondamenta solide. Anzi, rispetto alla scorsa stagione, abbiamo fatto uno scatto nella maturità". 

Merito anche di un centrocampo tra i più forti d'Europa ("E' vero, se gioca qualcun altro, sia Frattesi, Klaassen, Asllani o Sensi, sa cosa fare") in cui persino Frattesi fa panchina. "Fortissimo. Mi spiace che per ora giochi meno, ma lui sa bene che conta solo l’obiettivo comune. Ha il tempo e il talento dalla parte sua: sarà una colonna dell’Inter del futuro". Certo è che l'armeno, forse anche un po' sottovalutato, non sembra proprio uno che vuole farsi da parte. "Visto che sono arrivato all’Inter a 33 anni, forse si pensava a me come a uno destinato solo a fare numero e a non essere incisivo. Però, dal primo giorno, ho fatto capire che non volevo perdere tempo e dare un contributo per la vittoria. Il rinnovo? Questa è casa e sono felice di abitarci. Resterò fino a 37 anni, farò di tutto per avere questa freschezza. Sono stato in grandi club europei e posso dire che l’Inter sta a quel livello lì, nell’élite".

Strepitosi anche i numeri dell'attacco con Thuram e Martinez. "Era evidente quanto fosse completo, è ciò che ci serviva - dice del francese - Lautaro? Era “capitano” già l’anno scorso, nel senso di leader e trascinatore. Ognuno di noi dovrebbe essere come lui, un punto di riferimento in ogni partita, perché non potrà deciderle tutte".

Passo indietro: l'ultima finale di Champions League. "Non l’ho più rivista e non intendo farlo: mi farebbe solo male. Purtroppo mi sono infortunato tre settimane prima. Quella finale era l’esame dopo mesi di lezione: lo abbiamo fallito, ma nessuno ha tenuto la testa basse. Lì è scattata la voglia di riprovarci: possiamo tornare a giocare una finale e a vincerla". Intanto c'è l'Atletico. "Volevamo evitarlo, ma anche loro volevano evitare noi, poco ma sicuro. Sarà una sfida bella e difficile: me la immagino molto tattica". Ottimo il rapporto con Inzaghi. "Quasi da amico, anche se conosco la differenza dei ruoli. Ma posso dire che è formidabile e si vede dal suo gioco". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 04 gennaio 2024 alle 08:20
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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