Josè Rodolfo Pires Ribeiro, meglio conosciuto come Dodò, è arrivato all'Inter in punta di piedi, al termine di un'operazione lampo almeno dal punto di vista mediatico. L'esterno sinistro, prelevato dalla Roma in prestito oneroso (1,2 milioni di euro) biennale, con riscatto fissato a 7,8 milioni pagabili in tre rate, non è stato accolto da squilli di tromba ma il suo avvio di stagione lascia presagire per lui un ruolo significativo per la squadra nerazzurra. E se ciò non bastasse, i numeri supportano la scelta di Ausilio e Mazzarri di dargli fiducia, nonostante un paio di stagioni in chiaroscuro all'Olimpico e qualche infortunio di troppo. Sarà compito poi dell'allenatore, partendo dai meri numeri, sfoderare il proprio talento nel far esplodere giocatori inizialmente sottovalutati, come più volte accaduto nella sua carriera.

Proviamo a valutare il rendimento di Dodò attraverso i parametri medi relativi alle sue due precedenti stagioni romaniste. I dettagli statistici analizzati sono utili per valutarne l’apporto difensivo (tackle, palle intercettate, falli commessi, fuorigioco conquistati, disimpegni, dribbling subiti e tiri bloccati) e quello offensivo (tiri effettuati, cross completati, dribbling riusciti, key-passes e assist). Attraverso i nostri radar, ponderiamo la sua evoluzione dal 2012-13 al 2013-14.

Per Dodò, non un imprescindibile della formazione di Rudi Garcia, il miglioramento è stato netto (come quello di tutta la squadra) dal punto di vista difensivo. Ha più che raddoppiato il numero di palle intercettate, il suo numero di falli commessi si è quasi dimezzato ed è cresciuto sensibilmente per tackle e disimpegni. Grosso modo stazionario il valore di dribbling subiti e tiri bloccati. Il giocatore, in sostanza, si è dimostrato un laterale difensivo affidabile. Offensivamente, invece, non ha spiccato il volo, migliorando di fatto soltanto per cross medi, passati da 0,3 a 0,6 a partita. Cifre modeste, crescita sensibile solo in parte.

Confrontare però il giocatore alle alternative in rosa per la fascia sinistra nerazzurra può essere utile per capire come non dovrebbe essere un problema vederlo su livelli medio-alti per il prossimo campionato. Paragoniamo infatti Dodò a Yuto Nagatomo e Danilo D’Ambrosio, analizzando i tre limitatamente al 2013-14 (per l’ex torinista si considerano solo i sei mesi all’Inter).

Per Dodò, non un imprescindibile della formazione di Rudi Garcia, il miglioramento è stato netto (come quello di tutta la squadra) dal punto di vista difensivo. Ha più che raddoppiato il numero di palle intercettate, il suo numero di falli commessi si è quasi dimezzato ed è cresciuto sensibilmente per tackle e disimpegni. Grosso modo stazionario il valore di dribbling subiti e tiri bloccati. Il giocatore, in sostanza, si è dimostrato un laterale difensivo affidabile. Offensivamente, invece, non ha spiccato il volo, migliorando di fatto soltanto per cross medi, passati da 0,3 a 0,6 a partita. Cifre modeste, crescita sensibile solo in parte.

Confrontare però il giocatore alle alternative in rosa per la fascia sinistra nerazzurra può essere utile per capire come non dovrebbe essere un problema vederlo su livelli medio-alti per il prossimo campionato. Paragoniamo infatti Dodò a Yuto Nagatomo e Danilo D’Ambrosio, analizzando i tre limitatamente al 2013-14 (per l’ex torinista si considerano solo i sei mesi all’Inter).

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 26 agosto 2014 alle 23:15 / Fonte: Elaborazione La Statistica su dati Whoscored
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print