"Ha fatto bene la Juventus a fare ricorso. E' una cosa comica che all'Inter sia stato assegnato quello scudetto dopo essere arrivata terza. Guido Rossi decise frettolosamente, perché all'Italia serviva una squadra che doveva disputare la Champions. Una cosa ingiusta e non rispettosa dei tempi e delle regole. La giustizia sportiva non poté indagare correttamente". Così Fabio Capello, ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport, ha commentato la decisione della Juventus di proporre nuovamente ricorso al Collegio di Garanzia del Coni contro l'assegnazione dello scudetto 2006 ai nerazzurri. Capello era l'allenatore di quella squadra a cui furono revocati i due scudetti per gli effetti delle sentenze su Calciopoli.

Nella stessa trasmissione l'ex ct di Inghilterra e Russia ha parlato anche del fenomeno del razzismo negli stadi. "I giocatori dovrebbero sedersi in campo, in modo da non poterli sanzionare per un'eventuale uscita - dice Capello - Si aiuterebbe così il pubblico sano a far smettere e gli altri a vergognarsi di quanto si sta facendo. Il significato di questo gesto è far capire che così non si può giocare, ma ci vuole la volontà di tutte le società e di tutti i giocatori di non giocare in quella situazione". Tra le ragioni del razzismo e della violenza nel mondo del calcio, Capello sottolinea un aspetto in particolare. "Siamo l'unico posto in cui gli ultras comandano. Si dà importanza a queste persone. Io accetto quando fuori casa si salutano i tifosi che ti hanno seguito, nella vittoria e nella sconfitta, ma non devono essere così importanti come loro si ritengono. E' importante il 90% delle persone che vengono allo stadio, non questi signori con il potere che hanno avuto presso le società".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 14 gennaio 2019 alle 09:33
Autore: Mattia Todisco
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